Una cifra in crescita rispetto allo scorso anno in virtù di circa 400mila: nel dettaglio infatti il 2018 si è chiuso con un bilancio di 7.353.000 euro, cifra che se ricalcolata sulla base delle nuove tariffe entrate in vigore da inizio anno, porterebbe il valore complessivo a 9.560.000 euro contro i 9.986.000 euro del 2019 (dato aggiornato a gennaio 2020).
Ad incidere su questo aumento un mix di fattori, “a partire dalla crescita delle presenze turistiche – spiega l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – che nel 2019 hanno fatto segnare un +1.1% nel capoluogo rispetto all’anno precedente. Una crescita incoraggiante a cui si affianca anche l’intensa attività degli uffici, sia a sostegno degli operatori per agevolarli nelle pratiche per il riversamento dell’imposta (penso ad esempio al portale telematico), sia sul fronte decisivo dei controlli a contrasto dell’evasione. Su questo punto, l’effetto deterrente ottenuto grazie alle iniziative messe in campo dall’Amministrazione negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti: un pacchetto di azioni che, con l’applicazione del nuovo regolamento approvato dal Consiglio Comunale ad ottobre, ci ha consentito di compiere un ulteriore salto di qualità. Va anche ricordato che, sin dall’introduzione dell’imposta nel 2012, abbiamo potuto contare sulla collaborazione delle categorie e degli operatori. L’aver regolamentato l’imposta attraverso meccanismi semplici e chiari ha consentito di mantenere alta la percentuale di gettito riscosso, con un duplice importante obiettivo: da un lato non incrementare la pressione fiscale sui cittadini riminesi e garantire servizi e opere strategiche indispensabili per una grande città in evoluzione come la nostra; dall’altro abbiamo favorito la partecipazione degli operatori economici gestori delle strutture ricettive allo sviluppo del territorio”.
Le risorse ricavate dall’imposta di soggiorno sono infatti destinate, come previsto dal Regolamento, a tutto ciò che serve a mantenere competitiva la città sotto il profilo turistico, a mantenere alto lo standard di servizi, dai trasporti alla riqualificazione urbana, passando per il sostegno alle iniziative e agli eventi a carattere turistico. Interventi come Piano di salvaguardia della Balneazione, Museo Fellini, Museo di Arte Moderna e Contemporanea, nuove piazze, parco del Mare, interventi sul verde pubblico diffusi sul territorio hanno una ‘spina dorsale’ economica nei proventi derivati dall’imposta di soggiorno.
In un quadro di generale “fedeltà fiscale”, le situazioni ‘critiche’ sono nell’ordine di qualche decina. Ogni sei mesi infatti l’Amministrazione, sulla scorta del protocollo sottoscritto con gli organismi competenti, presenta formale segnalazione alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica e per conoscenza alla Guardia di Finanza, rispetto agli albergatori che incassano ma non riversano l’imposta e che dunque si appropriano di denaro pubblico. Un reato, individuato dalla Procura nel peculato, per il quale a gennaio 2020 l’Amministrazione ha segnalato 21 albergatori, per mancati versamenti riferiti al II e III trimestre del 2019. A queste si aggiungono le 14 segnalazioni inviate ad agosto e relative all’anno 2018.