L’attore narratore in scena giovedì 19 dicembre (ore 21) con lo spettacolo "Rumba"
“Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi?”. Il talento narrativo di Ascanio Celestini incontra la storia di San Francesco, uomo contro corrente che rinunciò alle sue ricchezze per vivere povero fra i poveri e che nel 1223, a Greccio, creò il Presepe. Un racconto però, che alla maniera di Celestini, è ben lontano dall’avere un taglio agiografico, ma va oltre, proiettando la figura del santo nella realtà dell’Italia contemporanea.
“Rumba”, (sottotitolo “L'asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”) è il titolo dello spettacolo che Ascanio Celestini presenterà al pubblico riminese domani, giovedì 19 dicembre (ore 21, turno D), accompagnato dalle musiche di Gianluca Casadei.
Celestini immagina Francesco oggi, chi sceglierebbe quale compagno di strada, riflette sulla miseria del nostro quotidiano. “Nella notte di Natale del 1223 Francesco ha fatto, in quel piccolo paese, il suo primo presepe. Un bue, un asino e una mangiatoia. Niente altro. Serviva mostrare che Gesù era nato povero. In un paese povero, un posto di poveri”. Celestini, personaggio-narratore della storia, si chiede dove oggi Francesco costruirebbe il suo presepe e soprattutto “dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato?”.
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