Bologna – Le penne nere arrivano per la prima volta in Riviera. Dall’8 al 10 maggio 2020 gli alpini hanno scelto infatti Rimini per il centenario dell’adunata nazionale.
Sarà un’edizione speciale e molto sentita del tradizionale appuntamento. Innanzitutto, perché proprio nella prossima primavera ricorrono i 100 anni dal primo raduno spontaneo degli alpini sul monte Ortigara, nel vicentino, teatro di una sanguinosa battaglia durante la 1^ Guerra mondiale. E poi perché già oggi, a distanza di quasi sette mesi dalla data scelta per le celebrazioni, si preannuncia una partecipazione record.
Sono infatti oltre 1,2 milioni, secondo gli organizzatori dell’Associazione nazionale alpini (Ana), le presenze stimate nella tre giorni di maggio, tra iscritti e affezionati, in grado di generare un fine settimana da tutto esaurito, tra prenotazioni alberghiere e ristorazione.
I contenuti e le tappe di avvicinamento alla manifestazione degli alpini sono stati presentati in una conferenza stampa a Bologna dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, insieme al presidente dell’Associazione nazionale alpini, Sebastiano Favero, e al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi.
Presenti il sottosegretario alla presidenza della Regione, Giammaria Manghi, l’assessore regionale alla Protezione Civile, Paola Gazzolo, il Comandante militare dell’esercito per l’Emilia-Romagna, Fabrizio Ghiretti, e il presidente della sezione bolognese-romagnola dell’Ana “Angelo Manaresi”, Vittorio Costa.
“Siamo onorati- afferma Bonaccini- di poter ospitare per l’ottava volta nella nostra regione, e per la prima volta in Romagna, un evento che consolida il rapporto di stima e collaborazione istituzionale che da sempre ci lega alla vostra associazione. Siete un esempio per tutti noi, veri testimoni dei valori di solidarietà e impegno civile al servizio della comunità. In Emilia-Romagna abbiamo toccato con mano - in occasione dei più drammatici eventi calamitosi, che hanno colpito il nostro territorio negli ultimi anni - il vostro valore e la vostra abnegazione, a partire dal soccorso alla popolazione subito dopo il sisma del 2012 e poi, due anni dopo, nel corso delle alluvioni nel modenese e nel parmense, fino alla rotta del Reno nel bolognese di inizio anno. Sono convinto che Rimini, e tutta la regione, saprà esprimere nell’ospitarvi e accogliervi la nostra vicinanza agli ideali che ci uniscono”.
“L’incontro odierno- sottolinea Favero- sancisce e rafforza quel patto di condivisione e collaborazione nato dall’assegnazione dell’Adunata nazionale 2020 alla città di Rimini. Sarà un lavoro di squadra anche con altre realtà istituzionali del territorio che, ne sono più che convinto, ci porterà ancora una volta ad organizzare un’adunata che passerà agli annali della storia dell’Ana e dell’Italia. Ringrazio fin d’ora il presidente Bonaccini e con esso l’intera Giunta regionale per l’impegno già concretamente dimostrato”.
“Un evento straordinario- commenta Gnassi- per una città e per un territorio che ha scelto la strada della straordinarietà dell’offerta e della proposta. Rimini è pronta ad ospitare il raduno nazionale degli Alpini, con l’orgoglio e la consapevolezza che a maggio 2020 accadrà qualcosa di magico e particolare. Rimini è da sempre la capitale dell’ospitalità, la meta sognata delle vacanze. Ma oggi è anche una delle città italiane più dinamiche, più orientate a battere la strada nuova di uno sviluppo sostenibile in cui il valore della relazione, della piazza dove le persone dialogano, sostituisce la dittatura solipsistica dell’algoritmo”.
“Quelli che ci aspettano- chiude Manghi- saranno giorni di autentica festa popolare, perché gli alpini sono nel cuore delle persone e testimoniano con le loro azioni e il loro esempio l’attaccamento alla propria terra e agli ideali di solidarietà e fratellanza”.
Il motto dell’adunata: “Pronti per altri 100 anni”
Ogni adunata nazionale degli alpini ha un suo tema o motto. Quello scelto dal consiglio direttivo nazionale come filo conduttore dell’adunata 2020, la 93^ della serie, e degli altri appuntamenti che caratterizzeranno la vita dell’associazione nel corso dell’anno prossimo è “Pronti per altri 100 anni”.
L’adunata riminese vedrà la partecipazione alla sfilata finale dell’8 maggio di circa centomila penne nere, tra i circa 350 mila iscritti all’Ana, suddivisi in 110 sezioni, di cui 80 in Italia e 30 all’estero. Tra loro ci saranno anche i 4.500 iscritti alla sezione bolognese-romagnola dell’Ana “Angelo Manaresi”, presieduta da Vittorio Costa, che tra i propri membri annovera anche cittadini della Repubblica di San Marino.
E proprio in omaggio alle lontane radici storiche della sezione bolognese-romagnola dell’Ana l’adunata 2020 è stata ufficialmente ribattezzata “Adunata nazionale alpini Rimini-San Marino”. Il Gruppo alpini di Rimini venne costituito nel 1934 e di esso hanno fatto parte, tra gli altri, Mario Balestrieri, presidente nazionale dell’Ana dal 1951 al 1956, e Nelson Cenci, medaglia d’argento al Valor Militare, che ha combattuto a fianco dello scrittore Mario Rigoni Stern nella campagna di Russia della Seconda Guerra mondiale.
In attesa dell’appuntamento di maggio prossimo, la complessa macchina organizzativa si è già messa in moto per rispettare la tabella di marcia prefissata. Il prossimo appuntamento di rilievo in agenda è fissato per il weekend del 6-8 dicembre, quando Rimini ospiterà l’incontro tra la presidenza dell’Ana e gli oltre 4 mila capigruppo provenienti da tutt’Italia per delineare la road map dell’adunata 2020.
Nell’occasione il presidente nazionale Favero incontrerà anche le autorità della Repubblica di San Marino (6 dicembre), mentre il giorno seguente l’Rds Stadium di Rimini ospiterà un convegno con esibizione finale della fanfara. Infine, domenica 8 dicembre cerimonia dell’alzabandiera presso l’arco di Augusto e, a seguire, sfilata per il centro cittadino sino al ponte di Tiberio.
Gli interventi di protezione civile
Un legame molto solido quello che da sempre unisce l’Emilia-Romagna alle penne nere che, com’è nel loro dna individuale e nello spirito dell’associazione, non hanno mai mancato di offrire tutto il loro sostegno morale e, soprattutto, materiale alle popolazioni colpite dai più drammatici disastri naturali che hanno seminato lutti e distruzione in tutto il territorio regionale.
A partire dal tragico terremoto del maggio 2012, che ha visto gli alpini impegnati nel prestare soccorso alle migliaia di cittadini sfollati grazie all’intervento di ben 350 volontari che si turnarono per cinque mesi. In quella drammatica situazione gli alpini sono stati tra i primi ad accorrere in aiuto alla popolazione di Finale Emilia (Mo), dove in appena 48 ore fu allestito un centro di accoglienza perfettamente funzionante ribattezzato “Campo Robinson” che ospitò fino a circa 500 sfollati. Una seconda tendopoli fu realizzata anche a Cento (Fe).
Sono tuttavia moltissimi gli interventi di assistenza alle popolazioni colpite da calamità naturali (terremoti, alluvioni, ecc.) effettuati negli ultimi decenni dai volontari della sezione bolognese-romagnola, nel quadro dell’attività di Protezione civile dell’Associazione nazionale, istituita ufficialmente nel 1987 e che può contare sull’opera di circa 16.500 volontari in tutt’Italia.
Tra i più recenti e significativi interventi ricordiamo nel 2014 l’impiego di 75 volontari per due settimane in soccorso alla popolazione di Bastiglia (Mo), rimasta isolata dalla rotta del Secchia.
Sempre nel 2014 l’esondazione del torrente Baganza, nel Parmense, che ha visto l’intervento di 43 volontari per cinque giorni; poi nel febbraio 2019 la rottura dell’argine del fiume Reno a Castelmaggiore (Bo). Da ultimo gli alpini si sono prodigati anche per contenere le conseguenze ambientali causate dal vasto incendio che l’estate scorsa ha divorato un grande magazzino nella zona industriale di Faenza (Ra), con il rischio inquinamento delle acque di superficie./ G.Ma