Nella lettera al Gestore, che verrà poi replicata nei prossimi giorni con analoga comunicazione alle altre compagnie telefoniche, si avanza principalmente la richiesta di collaborazione con l'Ente pubblico locale sul tema dell'installazione degli impianti. Un argomento questo di crescente attualità in tutta Italia, con le preoccupazioni e le sensibilità dei cittadini che ormai quotidianamente si confrontano e si scontrano con una legislazione nazionale e regionale confusa e contraddittoria.
“Con questo atto, l’Amministrazione vuole proseguire una collaborazione con Iliad che vada oltre al caso specifico dell’installazione dell’impianto di via Argelli, ma che possa in qualche modo trovare un percorso condiviso tra le esigenze della Città e il legittimo piano di sviluppo del Gestore – commenta l’assessore all’Ambiente del Comune di Rimini Anna Montini – Un’azione che prova ad inserirsi in un vuoto normativo, che lascia le amministrazioni comunali prive di strumenti efficaci di pianificazione e di intervento anche di fronte a richieste di installazioni plurime/massive come nel caso di operatori entrati di recente nel mercato, lasciando invece più ampio margine di intervento ai gestori. Una indeterminatezza di vincoli e procedure che è conseguenza diretta del minimo spazio di azione che il Comune può ritagliarsi sulle installazioni.
È doveroso fornire qualche elemento per ricostruire questo indefinito quadro legislativo.
La normativa nazionale inserisce le infrastrutture di comunicazione mobile tra le ‘opere di pubblica utilità’, garantendone la distribuzione in tutto il territorio nazionale. Allo Stato è demandata la funzione di determinare limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità relativi ai campi elettromagnetici, ai fini della tutela della salute. L’installazione delle infrastrutture è subordinata al rilascio di autorizzazione del Comune all’operatore di telecomunicazioni. All’interno di questo quadro legislativo, il Comune di Rimini si è dotato nel 2006 del Regolamento per il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti per la telefonia mobile e la minimizzazione dell'esposizione ai campi elettromagnetici, che fissava condizioni precise (anche in termini di distanze minime da luoghi sensibili) da osservare nell’installazione degli impianti, ai fini del rispetto dei limiti di emissione definiti dallo Stato e degli indirizzi urbanistici e monitoraggio ambientale delle Regioni.
Negli anni a seguire però la disciplina di una materia di per sé già complessa è diventata ancor più labirintica a fronte di sentenze del Tar, pareri, sopraggiunte normative che di fatto hanno reso inefficace il regolamento comunale adottato. A fronte dei numerosi ricorsi ai Tar da parte degli operatori, che contestavano la legittimazione del Comune nel dettare prescrizioni sull’insediamento degli impianti, la giurisprudenza amministrativa ha ridefinito il campo di azione dei Comuni, che possono agire sugli aspetti pianificatori ed urbanistici collegati alle opere di urbanizzazione primaria e non invece alla tutela della salute, la cui salvaguardia è demandata al legislatore statale. Un orientamento rafforzato da un parere del Ministero delle Comunicazioni-Ispettorato Territoriale dell’Emilia Romagna che ha negato la possibilità per il Comune di porre limiti tecnici (come la distanza dai luoghi sensibili) che invece erano presenti nel precedente regolamento comunale.
A fronte di questi interventi, nel marzo 2010 il Comune si è trovato a dover modificare il Regolamento, che ora si limita a dettare disposizioni procedurali e a promuovere accordi tra i gestori di reti di telefonia e Comune, per far sì che nel posizionamento degli impianti siano privilegiati alcuni siti rispetto ad altri.
Nel caso specifico di Iliad va inoltre ricordato che la Regione nel
Va da sé che il quadro normativo riproposto fotografa nitidamente i risicati margini di azione dei Comuni, che però non possono chiudere gli occhi davanti a piani di installazione che non si inseriscono adeguatamente nel contesto urbano. Aspetti che chiederemo al gestore di valutare, anche alla luce del danno di immagine che lo stesso operatore potrebbe subire, a fronte di una politica aziendale che non tiene in considerazione le richieste e le preoccupazioni degli utenti.
Confidiamo di poter proseguire con Iliad l’interlocuzione proficua avviata in precedenti situazioni , in modo da poter trovare una modalità operativa condivisa e una soluzione adatta per l’impianto di via Argelli. Siamo in contatto con il comitato di residenti che si è informato e che incontreremo proprio oggi, per informarli dello stato di fatto e confrontarci sui passi da compiere”.