68° Anniversario del sacrificio dei Tre Martiri

In ricordo del sacrificio di Mario Capelli, Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani, i tre martiri riminesi trucidati il 16 agosto 1944 dai nazi-fascisti, l'Amministrazione comunale celebrerà l'eroica ricorrenza giovedì 16 agosto con una cerimonia commemorativa, nel corso della quale verranno deposte corone di alloro nella piazza dedicata alle vittime dell'eccidio, in piazza Ferrari e in via Ducale.
Data di pubblicazione

La cerimonia avrà inizio alle ore 10 con partenza da piazza Cavour.

Interverrà la "Banda Città di Rimini.

La manifestazione a ricordo dei tre martiri proseguirà nella serata, alle ore 21,30 nella Corte degli Agostiniani in via Cairoli 42, con "La meglio gioventù", il concerto spettacolo dal titolo "Per camminare tanto ci vuole Resistenza" di Ascanio Celestini, Alessio Lega, Germana Mastropasqua, Xavier Rebut organizzato dall'Anpi in collaborazione col Comune di Rimini. A far da filo rosso narrativo, la tradizione della canzone popolare, racconto in musica nato per dare voce a chi non ce l'ha, e l'esperienza del Nuovo Canzoniere Italiano.

Alle ore 19, il programma sarà anticipato dalla premiazione dei vincitori della 2a edizione del concorso "Vincenzo Mascia" dal titolo "e per questo io r\Esisto", mentre il concerto sarà preceduto dalla proiezione del filmato realizzato da due ragazzi del liceo classico di Rimini, Sara Tonini e Nicola Cosentini, dal titolo "Partigiano oggi, partigiano per sempre", vincitore del concorso del primo "Premio di Ricerca Storica Amedeo Montemaggi" che ricorda la figura dello storico riminese.

Ingresso libero. In caso di pioggia il concerto si svolgerà al teatro degli Atti (via Cairoli, 42 - Rimini).

Rimini, 16 agosto 2012. Giorno del ricordo dei Tre Martiri "La meglio gioventù. Mario, Luigi e Adelio"

Il 16 agosto è il giorno del ricordo, per Rimini. Quello della "meglio gioventù" della città, i tre martiri Adelio Pagliarani, Luigi Nicolò e Mario Cappelli, i giovani gappisti trucidati dai nazifascisti il 16 agosto 1944, nella piazza di Rimini oggi intitolata al loro nome. Martire, nella sua radice, è il testimone e anche quest'anno l'Amministrazione Comunale e l'ANPI di Rimini rispondono a questo impegno e chiamano la città a commemorare un momento altissimo e tragico della sua storia, rivisitando il messaggio della Resistenza nel linguaggio della contemporaneità. Per questo lo affidano ad Ascanio Celestini, attore, autore e scrittore che da anni porta in scena fuori e dentro l'Italia temi sociali, dalla Seconda Guerra Mondiale, a fascismo e Resistenza, dal lavoro precario, al razzismo. L'anno scorso, nel ricordo dei Tre Martiri, Ascanio Celestini aveva portato in scena "La fila indiana - Il razzismo è una brutta storia", davanti a un pubblico straordinario per presenze e attenzione, quest'anno il narrattore romano dedica alla "Meglio gioventù" un concerto-spettacolo ideato apposta, insieme ai musicisti Alessio Lega, Germana Mastropasqua e Xavier Rebut.

La giornata in ricordo del sacrificio di Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani prenderà il via con una cerimonia commemorativa, nel corso della quale verranno deposte corone di alloro nella piazza dedicata alle vittime dell'eccidio, in piazza Ferrari e in via Ducale. La cerimonia avrà inizio alle ore 10 con partenza da piazza Cavour. Dalle ore 19.00 in poi la rievocazione si sposta alla Corte degli Agostiniani in via Cairoli 42, dove Ascanio Celestini e Massimo Pulini, Assessore alla cultura del Comune di Rimini premieranno i vincitori della seconda edizione del concorso "Vincenzo Mascia" - dal titolo "e per questo io r\Esisto": Francesco Gualdi e Paolo Rossi. Prima del concerto verrà proiettato un filmato realizzato da due ragazzi del liceo classico di Rimini, Sara Tonini e Nicola Cosentini, dal titolo "Partigiano oggi, partigiano per sempre", vincitore del concorso "Premio di Ricerca Storica Amedeo Montemaggi" che ricorda la figura dello storico riminese. Alle ore 21.30 avrà inizio il concerto-spettacolo di e con Ascanio Celestini, Alessio Lega, Germana Mastropasqua e Xavier Rebut, con la partecipazione della Banda di Rimini. L'ingresso a tutte le iniziative è libero e gratuito.

 

"La meglio gioventù", concerto-spettacolo. Per camminare tanto ci vuole Resistenza

In scena con Ascanio Celestini, il 16 agosto alle 21.30 alla Corte degli Agostiniani, ci saranno la Banda di Rimini e un trio di artisti d'eccezione. A far da filo rosso, la nostra tradizione della canzone popolare, racconto in musica nato per dare voce a chi non ce l'ha, e l'esperienza del Nuovo Canzoniere Italiano.

«In Italia c'è una grande tradizione di scrittura nella canzone popolare» ci ha raccontato Celestini, «a partire da "Donna lombarda" sino ad arrivare ai Cantacronache di Torino, il gruppo-movimento che metteva insieme intellettuali come Pasolini e Calvino con musicisti come Giovanna Marini, che per me è senz'altro un riferimento, nel modo di stare sul palco senza la finzione del teatro, per la portata epica dei suoi racconti e come ricercatrice, con il suo percorso attraverso la tradizione orale e la capacità di produrre musica contemporanea»* E di Giovanna Marini il cantante e musicista Xavier Rebut è oggi collaboratore per i corsi di canto di tradizione orale italiano alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma. Rebut è stato cantante solista in diverse formazioni, e direttore musicale di "Spesso il male di vivere ho incontrato, Montale e Leopardi in musica", due oratori di Giovanna Marini, spettacolo creato con il Quartetto Urbano di cui è fondatore, con cdbook pubblicato da NOTA. Come solista ha cantato la musica scritta da Giovanna Marini in numerose opere. E' apparso nel film di Ascanio Celestini "La pecora nera" (2010). Germana Mastropasqua è cantante di rigorosa formazione classica, con esperienze nei repertori moderni, e come solista e insieme al gruppo vocale Quartetto Urbano pratica il canto di tradizione orale e la musica contemporanea. In duo con Xavier Rebut ha presentato lo spettacolo "D'Amanti e D'Anarchisti", canti tradizionali, anarchici e composizioni originali per due voci. Il cantautore "anarchico" Alessio Lega, «uno dei maggiori outsider del giro», come si definisce, ha vinto riconoscimenti ambiti come la Targa Tenco e il Premio Lunezia, ma «non rinuncia al suo nobile donchisciottismo che lo vede svolgere una routine di impiego kafkiano, con cui si paga il "lusso" di cantare dove gli piace, piuttosto che dove "si deve"». Tra i suoi album, "Zollette" (2007), registrato dal vivo per il mercato equo-solidale, "E ti chiamaron matta" (2008), di Gianni Nebbiosi, reincisione di un piccolo capolavoro degli anni '70 sul disagio mentale.

Ascanio Celestini regista, attore e drammaturgo tra i più interessanti dell'attuale generazione, è stato definito attautore, narratore, affabulatore, esponente del teatro della memoria e della seconda generazione del teatro di narrazione... Ha esordito con una trilogia sulla narrazione orale, "Milleuno", imponendosi all'attenzione nel 2000 con "Radio clandestina", racconto dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, cui seguono tra gli altri "Cecafumo", sulle tracce della fiaba popolare italiana, "Fabbrica" (2002), "Scemo di guerra" (2004) e "La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico" (2005), "Appunti per un film sulla lotta di classe" (2007), "La fila indiana. Il razzismo è una brutta storia" (2009) e "Pro patria. Senza prigioni, senza processi" (2011). È regista cinematografico ("La pecora nera", 2010) e scrittore. La canzone, parte costitutiva delle sue narrazioni (con il CD "Parole sante" ha vinto il Premio Ciampi 2007) è per lui «la prosecuzione di un mestiere iniziato in teatro con il racconto» come ci ha spiegato*. «La canzone non è solo una questione di musica: in realtà è un genere letterario. Certo, l'uso della musica contestualizza le parole, e la precisione delle immagini richieste da una canzone consente una bella sintesi. Uno spettacolo ha una drammaturgia più complessa. Ma il testo è fondamentale e quando, come oggi spesso accade, si toglie importanza al testo significa che non si vogliono dire delle cose. Io non mi considero un musicista o uno con una bella voce, quello che faccio cantando è lo stesso lavoro che faccio sul raccontare. Anche lì mi interessa la scrittura più che l'interpretazione. È lo stesso motivo per cui scrivo libri o faccio televisione.»*

È proprio la voce di Ascanio Celestini, con le sue riflessioni, a darci la "bussola" del concerto del 16 agosto.

«All'inizio di maggio Alessio Lega ha scritto un articolo nel quale ha raccontato il suo venticinque aprile passato nella casa che fu abitata dai fratelli Cervi e che oggi è un museo. Dalla mattina alle 9 fino alla sera ci sono stati incontri e spettacoli che si sono chiusi col concerto del Nuovo Canzoniere Italiano. Lo stesso fondato cinquanta anni fa e rifondato oggi, un po' con quelli che lo accompagnarono nei primi anni come Giovanna Marini e Fausto Amodei, e un po' anche con Alessio che nel 1962 non era ancora nato. E non era nato nemmeno quando il gruppo arrivò a Spoleto in un imbalsamato festival e tra le varie canzoni portò in scena O Gorizia, tu sei maledetta. "Quando questa canzone venne cantata la prima volta in pubblico, nello spettacolo Bella ciao (1964) al Festival dei due mondi" scrive Alessio, "in platea scoppiò un putiferio («non ho pagato per sentir cantare la mia serva», disse una spettatrice borghese alla mondina/cantante Giovanna Daffini), con strascico di denuncia penale".

Nemmeno Xavier Rebut e Germana Mastropasqua erano nati, e nemmeno io. E tantomeno eravamo nati all'inizio degli anni '40 o addirittura al tempo della guerra che quella canzone evoca. Eppure la memoria di gran parte del secolo scorso ce la portiamo appresso come una bussola. Senza quella memoria rischiamo di perderci. O ce la impariamo a memoria, o dobbiamo servirci di qualcosa che ce la ricordi.

Allora ci vengono incontro queste curiose bussole che sono le canzoni e i racconti. Sono bussole che ci orientano. Non ci mostrano il punto esatto nel quale arriveremo, ma ci suggeriscono la direzione. Non sono modernissimi navigatori che ci dicono con precisione i nomi delle strade, segnano le distanze e i tempi di percorrenza. Col navigatore non fai nessuna fatica. Basta scaricarti le mappe aggiornate e seguire le sue indicazioni. Col navigatore è importante solo il punto di arrivo. Tutto quello che sta in mezzo è solo tempo perso. Con la bussola invece hai solo la direzione. La mappa, se ce l'hai, è un pezzo di carta da interpretare. Tra la partenza e l'arrivo c'è la fatica, i profumi, i pericoli, lo stupore, la fame, la sete e la stanchezza. Insomma, con la bussola la strada diventa una cosa concreta. Non è solo una bavetta da seguire e che non differisce molto da quella virtuale segnata sullo schermo del navigatore.

Le storie e le canzoni hanno la stessa consistenza. Intuisci la direzione, ma poi devi camminarci dentro. Il punto d'arrivo è una cosa che sta solo alla fine, non lo visualizzi già dall'inizio.

Per la sera del 16 agosto abbiamo pensato di muoverci con la bussola. Si parte dall'incertezza di questi anni e si va avanti e indietro lungo una strada che è fatta di canti anarchici e di ninna-nanne, di tradizione orale contadina e di rabbia operaia, di mondine e di immigrati. Per camminare tanto ci vuole resistenza. Una Resistenza che nella memoria della lotta di liberazione nazionale ha trovato un momento di riconoscimento importante. Ma la memoria del passato può confonderci, perché le strade cambiano e non possiamo affidarci ciecamente al navigatore. Dobbiamo ritrovare la direzione e segnare nuove strade. Dobbiamo aggiornare le mappe.»

Per informazioni:
Daniele Susini - cell. 3491912610 - Mail: partigianirimini@yahoo.it
Ufficio Stampa ANPI Rimini - Lorella Barlaam - cell. 3497570237

All'alba del 16 agosto 1944 vengono impiccati in Piazza Giulio Cesare, ora Piazza Tre Martiri, i partigiani riminesi: Adelio Pagliarani, Luigi Nicolò e Mario Capelli. Erano stati catturati, armati, il 14 agosto nei pressi della vecchia caserma di via Ducale.

BIOGRAFIE

  • Mario Capelli
  • Luigi Nicolò
  • Adelio Pagliarani:

Le biografie dei Tre Martiri sono state tratte dal volume di Amedeo Montemaggi: "16 agosto '44 TRE MARTIRI".
Di 19 anni, umile contadino. Entrò nella Resistenza all'indomani dell'8 settembre 1943, partecipandovi con viva fratellanza e profonda solidarietà, pervaso dagli ideali più nobili e più sublimi. Innanzi ai suoi carnefici mantenne un contegno degno dei più grandi eroi del Risorgimento. ("Il Garibaldino", 16/8/1945): Di 22 anni, falegname, Luigi Nicolò fu uno dei primi giovani ad entrare nelle file del movimento partigiano. Di fisico molto robusto si distinse nei combattimenti dell'8^ Brigata a San Paolo in Alpe. Fu poi catturato a Santa Sofia per essere deportato in Germania. Riuscì a fuggire dal treno e si insediò a Rimini in via Ducale, nella 29^ G.A.P.: Di 23 anni, lucidatore di mobili, animato di fede, entusiasmo e generosità era uno dei giovani partigiani più impegnati ideologicamente e politicamente. Iniziò la sua attività resistenziale subito dopo l'8 settembre 1943 nella zona di San Leo, poi rientrò in città nelle file gappiste di cui divenne un incrollabile animatore. Di fisico magro ed esile ebbe un animo che volò al disopra delle bassezze e miserie umane .... L'ombra di questo Martire attraversa oggi l'etere della nostra città e su quelle rovine, quelle macerie e quei dolori lascia cadere la forza di ripresa e l'anelito alla rinascita. ("Il Garibaldino", 16/8/1945)

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:07