A 48 ore dal sisma: l’esperienza dei volontari della Polizia municipale di Rimini nelle zone del terremoto

Sono state tutte sfollate negli alberghi della costa le novanta persone che fino a domenica ancora risiedevano a Montegallo, la località su cui all’indomani del terremoto del 24 agosto si sono concentrati gli aiuti dei comuni dell’Emilia Romagna
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 Le forti scosse del terremoto di giovedì sera e soprattutto quella tremenda di domenica mattina hanno consigliato almeno la momentanea evacuazione sia per i danni che la località ha subito, sia per gli effetti che la scossa ha avuto sulle persone.
“Una scossa di una forza inaudita – conferma il sostituto Commissario Carla Tavella che con gli agenti della Polizia municipale di Rimini Costantino Filidoro, Pasqualina Miele, Antonio Lacidogna da venerdì scorso si trova in missione nella località marchigiana ai piedi del monte Vettore –. Una scossa che ha finito per abbattere quanto già lesionato e a provocare nuovi danni sul patrimonio edilizio che era sopravvissuto al terremoto del 24 agosto. Sei – sette, delle 23 frazioni che compongono il Comune di Montegallo, sono praticamente scomparse, compresa la casa del Sindaco; rasi al suolo meravigliosi borghetti di case in pietra. Propezzano ad esempio con le sue case storiche, o la frazione di Castro, praticamente con la scossa di domenica rase al suolo.”
E’ in questo scenario di desolazione e paura che gli operatori della Polizia municipale stanno prestando servizio, impegnati nei compiti d’istituto ma, in queste ore, soprattutto nell’attività d’assistenza e d’aiuto alla popolazione.
“E’ tremendo. Anche in queste ore le scosse continuano a far sussultare gli edifici e anche le persone con effetti drammatici sull’equilibrio psichico di tutti. – prosegue il Commissario Tavella nel suo racconto -.

Degli abitanti che hanno perso tutto ma anche di coloro che a queste persone stanno dando aiuto ma che come loro da agosto, senza un attimo di tregua, stanno vivendo questa situazione destabilizzante. Sono tante qui le persone fuori di casa che hanno perso tutto, altre che di lasciare la propria casa proprio non ne vogliono sentir parlare, come una nonnina di 80 anni capace di dormire ormai da due mesi nella tenda montata nell’aia della casa che l’ha vista nascere. La ‘botta’ di domenica sta avendo effetti micidiali oltre che sul fisico sulla psiche delle persone già provata dalle prime scosse di agosto, colpite proprio nel momento in cui stavano cercando di rialzarsi dal disastro iniziale, magari riaprendo le loro piccole attività commerciali. Adesso è tutto chiuso!!! Ed anche noi abbiamo problemi dovendo percorrere oltre 30 km per raggiungere la prima località per fare benzina e mangiare qualcosa. Stando qua, seppur solo da alcuni giorni, è facile capire le difficoltà di una comunità dove non vi è una pompa di benzina, un ufficio postale, una banca, ma soprattutto nemmeno un piccolo negozio di alimentari o un bar. La terra continua a tremare senza tregua, ed anche stando al sicuro nei container della Protezione Civile, con cui si è riorganizzata la vita sociale della comunità, non è ne semplice ne facile reagire alla devastazione.”

Il campo base realizzato all’indomani del terremoto del 24 agosto si trova a poca distanza dal centro storico oggi dichiarato zona interdetta, in un’area pianeggiante fino a poco tempo fa utilizzata a campo sportivo.

Qui trovano posto i container adibiti a dormitorio, scuola elementare, chiesa, comune, farmacia, stazione del Corpo Forestale dello Stato. 

“Dopo il primo momento d’emergenza in cui abbiamo provveduto a liberare materialmente parti della Provinciale n. 89 dalle pietre franate ed a controllare e chiudere otto cimiteri, oltre a numerose strade di accesso alle piccole frazioni, stiamo programmando i servizi più tradizionali, come accompagnare i residenti alle proprie abitazioni poste all’interno della zona di interdetta o il controllo del territorio anche di notte, per garantire che sciacalli non possano depredare quelle poche cose rimaste nelle abitazioni abbandonate. Inoltre, a livello amministrativo stiamo organizzando l’invio di oltre 1500 notifiche ad altrettanti proprietari d’immobili siti non solo nel territorio comunale ma sparsi in tutto il centro Italia ed a coadiuvare nell’organizzazione dell’ufficio elettorale in vista del referendum.

Uno sforzo che si affianca e coordina a quello, immane e straordinario, dei due soli dipendenti del Comune di Montegallo, Angelo e Romea, e a quello delle altre sei persone che da Cesena e da Faenza sono qui insieme a noi a far sentire la solidarietà e la vicinanza della nostra collettività. Un affetto e una generosità che si da ma anche si riceve come quella che riceviamo tutti i giorni da tutte le persone che gravitano attorno al campo base, le quali pur avendo perso tutto condividono con noi anche il loro cibo”.

Come si ricorderà gli operatori della Polizia Municipale riminese sono partiti in servizio volontario venerdì scorso alla volta di Montegallo con due mezzi d’istituto. Un servizio programmato all’indomani dello sisma del 24 agosto scorso quando furono una quindicina gli operatori che diedero volontariamente la propria disponibilità a recarsi in aiuto alle popolazioni terremotate. Sono il primo dei gruppi del Corpo della P.M. di Rimini che si alterneranno nell’opera d’aiuto ai territori terremotati col compito, così come avvenuto in tante occasione fin dal terremoto dell’Irpinia, di svolgere non solo le funzioni tipiche d’istituto ma tutto quello che necessita in caso di emergenza.

Montegallo è un comune della provincia di Ascoli Piceno situato ai piedi del monte Vettore nell’Appennino marchigiano all’interno del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed è la località “adottata” dall’Agenzia di Protezione civile regionale e dai Coordinamenti provinciali di protezione civile dell’Emilia Romagna, tra cui coi propri volontari Rimini, che qui ha realizzato la “Cittadella dell’Emilia-Romagna”, il centro multifunzionale allestito su un’area di 2.500 metri quadrati del campo sportivo della frazione di Balzo di Montegallo, realizzato con 43 moduli prefabbricati riscaldati donati da aziende emiliano-romagnole e l’impegno di tecnici e funzionari della Protezione civile regionale e dei coordinamenti provinciali di Piacenza, Parma, Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, Forlì - Cesena, Rimini, oltre alle associazioni regionali Ana,  Anpas, Federgev, Anc e Cri, e delleassociazioni professionali Geoprociv e ProIng.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:52