Gli eventi previsti dal calendario delle Attività di Educazione alla Memoria.
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Si celebra il 10 febbraio di ogni anno ed è il giorno in cui, con una legge del marzo 2004, è stata istituita la solennità civile nazionale italiana del “Ricordo”. Il giorno in cui si celebra e si rinnova la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre, degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Una data importante nella quale, come ogni anno, il Comune di Rimini si attiva per organizzare eventi e celebrazioni, che sono inserite nel programma delle iniziative previste dall’Attività di Educazione alla Memoria.
Inizia sabato, 8 febbraio, alle ore 11 nell'Aula Magna del Liceo Scientifico “Einstein” di Rimini, il primo dei quattro eventi dedicato alle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. Con una sagace analisi storica, intitolata “La catastrofe dell’italianità adriatica”, riservata alle classi quarte e quinte delle Scuole secondarie di secondo grado di Rimini, il professore Raoul Pupo dell’Università di Trieste, si concentrerà sul nucleo fondamentale di cui si vuol fare memoria, appunto la ‘catastrofe’ che ha visto la scomparsa, quasi totale dalle sponde adriatiche, della presenza italiana che lì si era costituita come ultimo atto di una vicenda storica iniziata all’epoca della romanizzazione.
Un importante momento di riflessione che proseguirà nel pomeriggio dello stesso giorno, 8 febbraio, quando alle ore 17, nella Sala del Giudizio del Museo della Città, sempre lo storico dell’Università di Trieste, tra i massimi conoscitori in Italia dell'esodo giuliano-dalmata e dei massacri delle foibe, terrà una conferenza dal titolo “Da Oberdan a Vergarolla. Logiche della violenza nell’Adriatico orientale”. L’approccio globale, del professor Raul Pupo tiene conto sia dei fili di continuità che dei momenti di rottura: nei contesti, nei soggetti storici e nelle culture della violenza. Una ricognizione, necessariamente sintetica e problematica che partirà dai precedenti in epoca asburgica, per spingersi fino alla prima delle stragi italiane, tuttora insolute del secondo dopoguerra: quella di Vergarolla.
Lunedì 10 febbraio, Giorno del Ricordo si celebrerà alle ore 11 la cerimonia di commemorazione alla “Biblioteca di pietra”, sul Molo di Rimini. La corona di alloro al monumento dedicato alle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, sarà deposta alla presenza delle autorità civili e militari e dei rappresentanti delle associazione degli esuli, combattentistiche e d’arma. Non mancheranno, come ogni anno, le letture di riflessioni e testimonianze da parte di alunni e alunne delle quinte classi dell'Istituto Tecnico Statale per il Turismo "Marco Polo”, che leggeranno dei brani, frutto del lavoro svolto in classe con i loro insegnanti.
Alla cerimonia sarà presente anche il cantante e attore teatrale Simone Cristicchi che in serata (ore 21) presenterà al Teatro Galli il suo spettacolo (sold out) “Esodo Racconto per voce, parole e immagini”, scritto con Jan Bernas. Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino n. 18. Al suo interno sono conservate sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla storia e dall’Esodo: con il Trattato di Pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero - davanti a una situazione dolorosa e complessa - di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane. Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia. Simone Cristicchi racconta questa pagina dolorosa della storia italiana attraverso una narrazione in prima persona, canzoni chitarra e voce e filmati d’epoca, riuscendo a toccare corde emotive profonde nel rievocare le tante, piccole e umili testimonianze di persone che hanno vissuto quella tragedia.
La “Biblioteca di pietra” sul molo di Rimini, protesa nel mare verso la costa istriana e dalmata, è stata inaugurata dal Comune di Rimini nel febbraio 2014, un “segno commemorativo”, realizzato dall’artista riminese, nato a Fiume, Vittorio D’Augusta. Trenta opere letterarie il cui titolo e autore, sono incisi su una targa di ottone, posizionata sui grandi blocchi di pietra d’Istria: da Arpino a Benco, da Bettiza a Magris, da Tomizza a Svevo, Sgorlon, e ancora Quarantotti Gambini, Saba, Giotti, Slataper, Rumiz, Zandel, Luxardo, Marin, Madieri, Scotti. Un ricorso alla letteratura dove, tra i “libri di pietra”, è posizionato un leggio, su cui è incisa la frase: “questa scogliera come biblioteca di pietra, questi massi di pietra come libri, il Comune di Rimini dedica agli esuli istriani, fiumani, dalmati e alle vittime dei conflitti di confine e delle foibe ultima tragedia dell’alto adriatico, area plurale di lingue, tradizioni, genti diverse, sconvolta in passato da nazionalismi e scontri ideologici tornata oggi cuore d’Europa e mosaico di culture”.
Il calendario degli eventi, alcuni dei quali organizzati anche in collaborazione con l’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della provincia di Rimini, e tutte le informazioni e gli approfondimenti, sono pubblicati sul sito della Memoria e sulla pagina Facebook @progettomemoriarimini .