11 gennaio 2021
Resistenza, aggressione, minacce, danneggiamento di proprietà pubblica: è solo una parte della lista di reati di cui dovranno rispondere due trentenni fermati sabato pomeriggio dalla polizia locale di Rimini nell’ambito di quello che doveva essere un abituale controllo sulle strade.
Poco dopo le 18.30 una pattuglia del reparto mobilità e sicurezza stradale blocca all’altezza di via Spluga un’auto dopo qualche manovra spericolata di troppo. A bordo due uomini di 32 e 35 anni, apparsi subito visibilmente alterati e che appena scesi dall'auto hanno cominciato a dare in escandescenze, facendo resistenza e colpendo il personale della polizia locale con calci, pugni, fino a mettere le mani al collo di uno degli agenti. È stato necessario l’intervento di una seconda pattuglia di rinforzo per fermare la furia dei due uomini e riuscire ad accompagnarli al Comando per le procedure di ritiro. E anche durante il tragitto non sono mancati calci all’auto di servizio e ripetute minacce di morte rivolte agli agenti e alle loro famiglie.
I due, di nazionalità italiana, una volta arrivati al comando sono stati denunciati per resistenza, aggressione, minacce e per danneggiamento di proprietà pubblica per i danni causati al veicolo di servizio della Polizia Locale. Su disposizione del Pm di turno, sono stati tratti in arresto in attesa del processo per direttissima.
Il guidatore, oltre a questa già corposa serie di contestazioni, è stato denunciato anche per essersi rifiutato di sottoporsi al test per verificare il tasso alcolemico e l’assunzione di sostanze stupefacenti. La sua auto è stata quindi posta sotto sequestro ai fini della confisca e, come previsto, è scattata la sospensione della patente. Denunciata per aggressione anche la compagna di uno dei due uomini, intervenuta sul posto e anche lei protagonista di reazioni violente nei confronti degli agenti. Per il personale del reparto stradale e del nucleo polizia giudiziaria intervenuto fortunatamente non ci sono state gravi conseguenze: tre degli agenti sono stati accompagnati in ospedale, con referti da tre a cinque giorni.