C’erano gli studenti della Scuola primaria “Enrico Toti”, insieme al Sindaco Jamil Sadegholvaad, al Prefetto Giuseppe Forlenza, altre autorità e rappresentanti delle Forze Armate, questa mattina nei giardini davanti alla scuola Toti, che da oggi hanno preso il nome di “Giardini Milite Ignoto - Medaglia d’oro al valor Militare”.
I ragazzi della Scuola primaria “Enrico Toti, che conoscevano già il nome del valoroso militare italiano decorato con cui è intitolata la loro scuola - caduto nella I^Guerra Mondiale - hanno animato la cerimonia partecipando con la lettura di una poesia dedicata al Milite Ignoto, consegnata poi in pergamena nelle mani dei rappresentanti delle istituzioni.
Dopo la giornata di ieri - 4 novembre - che ricorda la fine della Prima Guerra Mondiale, dedicata all'Unità Nazionale e alle Forze Armate, questa mattina un altro momento commemorativo importante. Il 4 novembre 1921, esattamente cento anni fa, infatti veniva tumulato all'altare della Patria, al Vittoriano, il Milite Ignoto, dopo un percorso del feretro che in cinque giorni ha toccato, partendo in treno da Aquileia e arrivando a Roma, numerose città italiane. In ogni stazione dove il treno si fermava c’era un tripudio di folla ad accogliere i resti di questo soldato sconosciuto.
Di seguito un passaggio dell’intervento del sindaco Jamil Sadegholvaad.
“Non sono state tante, purtroppo, le volte in cui il nostro Paese si è sentito Nazione. Nazione è una parola diversa da Stato, anche se spesso sono usate come sinonimi. Se con Stato si intende l’organizzazione amministrativa e politica che regola il popolo, con il termine nazione si intende una comunità, un insieme di persone che sono riuscite a trovare una propria unità e identità, Si dice che l’Italia non abbia senso dello Stato ma in realtà quello che si sente di più è la tenuità del senso di nazione.
100 anni fa quel treno che solcava il Paese che ancora portava su di sé le ferite della guerra aveva nella sua pancia la salma e il simbolo fondante del Milite ignoto. È stato uno dei momenti in cui ci siamo sentiti nazione e cioè parte di un percorso collettivo condiviso. L’Italia aveva scelto di ricostruirsi moralmente sul sacrificio di un uomo senza nome o, meglio, con tutti i nomi dei caduti durante le guerre.
Il convoglio solcava le stazioni, i paesi e irrompeva nella vita quotidiana di una popolazione rurale, frammentata in mille dialetti, con uno sviluppo territoriale squilibrato. A distanza di un secolo, ecco la stessa simbologia entrare con uguale forza simbolica nel quotidiano della nostra città. Abbiamo scelto l’intitolazione di un luogo fisico, questo parco, perché il Milite Ignoto, il suo messaggio eterno e universale, non resti confinato dietro al vetro in una bacheca dentro a un ufficio del Comune. No, qui deve stare, qui ci deve fare alzare la testa ogni giorno, e subito dopo farci pensare, chiedere, riflettere. Ricordare, soprattutto, non disperdere la memoria. Quel treno partito 100 anni fa non si ferma qui ma qui, da oggi, sarà per sempre.”
L’intitolazione, approvata lo scorso settembre dalla Giunta Comunale, era stata proposta a tutti i Comuni, dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani, in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto.