La dichiarazione di Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche di genere del Comune di Rimini

Data di pubblicazione

L’Istat ha pubblicato in questi giorni uno studio dedicato alle molestie a sfondo sessuale sul lavoro. Nel 2022 e 2023 si stima che il 13,5 per cento delle donne di 15-70 anni le abbia subite, soprattutto le giovani: sguardi offensivi, offese, proposte inappropriate o molestie fisiche; 1 milione e 900 mila donne, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat.

Sono poi 298mila le donne che hanno subito ricatti sessuali sul lavoro, mentre quelle che hanno subito forme di molestia o ricatto per ottenere un lavoro o un avanzamento di carriera sono circa il 15 per cento del totale: 2 milioni e 68 mila.

L’autore è perlopiù un collega maschio, nel 37,3 per cento dei casi, o una persona con cui si ha a che fare nel corso dell’attività lavorativa, come un cliente, un paziente o uno studente (26,2%).


“Le molestie sul lavoro sono una forma di prevaricazione umiliante, che denota una grande arretratezza culturale. Lo sfruttamento di una posizione di potere, di ruolo o di superiorità economica portano danni sociali e lavorativi, ma soprattutto un disagio profondo nel corpo e nell’anima delle donne. Spesso, tra l’altro, prevale in loro la paura di denunciare e, di conseguenza, non è facile avere un quadro reale della dimensione del fenomeno. La ricerca presentata, basata su interviste, conferma comunque tutto il potenziale distruttivo di un fenomeno mai sopito che dobbiamo avere tutte e tutti la forza di contrastare. Non solo, emerge per chi lavora la mancanza di punti di riferimento, sottolinea lo studio. L’86,4 per cento afferma che non c’è una persona a cui rivolgersi per denunciare o avere supporto nel caso subissero molestie. Il 69,7 non saprebbe cosa fare. Anche perché nella quasi totalità dei casi manca la formazione, anche per quanto riguarda la base di partenza del fenomeno: la disparità di genere. Proprio da questa disuguaglianza, che è fondamentale livellare per evitare fenomeni ben più gravi come le molestie o addirittura la violenza di genere, l’Amministrazione comunale ha deciso di intervenire con il progetto “Women’s skill”
 

“Women’s skill”, il nuovo progetto riminese per contrastare le disuguaglianze sul lavoro

Proprio su questo come Amministrazione comunale stiamo lavorando attraverso un nuovo progetto -“Women’s skill” – a contrasto delle discriminazioni di genere, con particolare focus su quelle legate al luogo di lavoro e alla relazione con le aziende del territorio. Nel farlo, proprio per potenziarne la portata nel tessuto sociale, è stato scelto di procedere ad una istruttoria pubblica per la co-progettazione con il coinvolgimento degli enti del Terzo settore.
il progetto, attraverso percorsi formativi specifici riferiti ai comportamenti all’interno dei contesti aziendali, intende analizzare forme specifiche delle discriminazioni di genere, come l'analisi del linguaggio, le azioni agite nel mondo del lavoro e riflessioni sui divari di genere, valorizzando le competenze delle lavoratrici, per una presa di coscienza delle proprie possibilità di sviluppo professionale e socioeconomico.
L’altra parte del progetto è mirata alle aziende e cooperative del territorio, e riguarda la conoscenza e la necessità di adottare sistemi di welfare aziendale, sostenendo e seguendo quelle che avranno partecipato alla prima fase del progetto di formazione aziendale, nei percorsi di attuazione di sistemi di welfare aziendale e/o interaziendale.

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Ultimo aggiornamento

04/07/2024, 14:14