Più forte della interruzione dovuta al Covid , il “senza zaino” attivo in tre scuole primarie riminesi nell’anno scolastico alle porte.
Saranno tre le scuole primarie riminesi - Santa Giutina, San Fortunato e Decio Raggi - a sperimentare, nell’anno scolastico ormai alle porte, una o più classi di scuola “senza zaino”. Una risposta importante alla interruzione forzata nel periodo del Covid che “congelò” lo sviluppo di una sperimentazione avviata a Rimini nel 2017.
Il modello “Senza zaino” è un metodo didattico che promuove le potenzialità socializzanti ed inclusive della scuola con un tipo di insegnamento che supera il tradizionale approccio della trasmissione dei contenuti e stimola un coinvolgimento più attivo da parte degli alunni. Ricordiamo infatti che nelle classi senza zaino non c’è la cattedra, gli alunni sono seduti a gruppi attorno ad un tavolo e lavorano insieme guardandosi in faccia. I momenti di insegnamento tradizionale sono intervallati dal lavoro degli alunni che fanno un’esperienza globale in cui si attivano tutte le dimensioni proprie dell’individuo (cognitiva, corporea, relazionale, affettiva, emotiva, ecc).
Erano una decina le classi che a Rimini, all’inizio del 2020, avevano avviato percorsi didattici di questo tipo, un’esperienza interrotta dalle esigenze di distanziamento imposte dalla pandemia, ma che in alcuni casi, è stato possibile continuare, mettendo in campo anche altre forme di didattica alternativa. Questo è stato importante perché ha permesso di mantenere quel filo a cui, non appena superate le prescrizioni logistiche restrittive legate al Covid, le scuole si sono aggrappate per rendere nuovamente attiva la sperimentazione effettiva.
“Un arricchimento che l’Amministrazione comunale di Rimini – spiega Chiara Bellini, Vicesindaca con delega alle politiche educative del Comune di Rimini - continua a sostenere con convinzione. Non solo seguiamo gli studi e le migliori prassi nazionali ed europee, ma dedichiamo risorse per investimenti in arredamento specializzato e interventi strutturali; le nuove scuole costruite negli ultimi anni erano inoltre già state pensate per poter ospitare queste sperimentazioni. La consapevolezza è quella che la didattica tradizionale, basata su un approccio esclusivamente trasmissivo, uniforme per tutti, da sola non basta più. Cambiano le esigenze della società moderna, nella quale assume sempre più importanza la gestione e la valorizzazione delle peculiarità, delle diversità di personalità e di culture di provenienza.
Per questo sperimentazioni come il “senza zaino” sono strategiche e funzionali nel promuovere lo sviluppo, a fianco degli apprendimenti nelle discipline, delle abilità sociali, relazionali e negoziali, indispensabili per formare le cittadini e i cittadini in una società democratica. Da settembre continuiamo con tre scuole che sono le fondamenta della sperimentazione riminese con l’obiettivo di riprendere quell’ampliamento e sviluppo che anche il Covid, grazie alla tenacia di insegnanti, dirigenti e famiglie, ha solo interrotto senza riuscire a fermare”.