'L'onda anomala: analisi e possibili soluzioni'

Tiziano Arlotti illustra i risultati dello studio redatto dalla società Alpina Acque
Data di pubblicazione
Intervento dell'Assessore ai Lavori Pubblici, Tiziano Arlotti: 'A fine agosto 2002 l'Amministrazione Comunale ha affidato ad Alpina Acque (società di emanazione di Romagna Acque) lo studio per individuare le soluzioni più appropriate per la sistemazione dei moli e delle darsene dal porto di Rimini fino al Ponte Tiberio. Per tale studio il Comune ha ricevuto totale copertura finanziaria da parte della Regione Emilia Romagna, essendo il porto di Rimini di competenza regionale. Lo studio aveva in primo luogo l'obiettivo di dare una risposta immediata al problema della sicurezza per le imbarcazioni all'imboccatura del porto; infatti in condizioni di evento estremo di mare mosso, la formazione di un'onda anomala proprio all'imboccatura del porto stesso crea non poche difficoltà all'ingresso delle imbarcazioni. Con il coinvolgimento dei pescatori e delle categorie interessate nonché della Provincia di Rimini, abbiamo attivato un tavolo che ha consentito di monitorare lo stato di avanzamento dello studio fino alla definitiva consegna avvenuta a dicembre 2002. La conclusione dello studio, attraverso la creazione di un modello matematico, ha consentito di evidenziare come la realizzazione della nuova darsena non sia causa della formazione della cosiddetta onda anomala in quanto essa è preesistente. Tuttavia la presenza della nuova struttura ha modificato la rotta che le imbarcazioni tengono per l'ingresso al porto, cosicché il picco dell'onda anomala si manifesta proprio lungo la nuova rotta; per questo attualmente, in condizioni estreme, esiste una maggiore difficoltà nel condurre all'interno le imbarcazioni. Lo studio di Alpina Acque ha altresì evidenziato come la formazione di tale onda anomala sia da addebitare alla struttura del molo di levante che ha una parete piana e riflettente. La società incaricata ha individuato alcune soluzioni per ridurre drasticamente o eliminare tale fenomeno. La prima consiste nella realizzazione di cassoni in calcestruzzo per una lunghezza di circa 230 metri, una larghezza di 10 metri e un'altezza di 5,5 metri sotto la superficie dell'acqua, da affiancare all'attuale molo di levante. In questo modo si realizzerebbero dei cassoni antirisacca in grado di 'frantumare' l'onda, smorzandone l'effetto. Il costo per la realizzazione di questo intervento è stimato in circa 2 milioni di euro mentre i tempi di progettazione e realizzazione sono di due anni. L'opera richiederebbe altresì una continua azione di dragaggio del porto per evitarne l'insabbiamento e la conseguente riduzione dell'effetto. Una ulteriore proposta scaturita dallo studio è stata effettuata simulando un nuovo molo e una nuova imboccatura. Come Amministrazione Comunale abbiamo richiesto che venisse indagata anche questa possibilità, in modo da valutarne gli effetti e eventuali benefici. Non si può dimenticare che per il porto di Rimini le prospettive di sviluppo sono imprescindibili dalla necessità di dotarsi di una struttura ove possano attraccare navi passeggeri che collegano all'altra sponda dell'Adriatico e della Grecia; una struttura che potrebbe dare giovamento alla stessa attività della marineria grazie alla possibilità di attracco di pescherecci di grosse dimensioni. Anche per questa soluzione abbiamo chiesto ad Alpina Acque di verificare che la realizzazione dell'intervento non andasse a creare fenomeni erosivi tali da modificare la linea di costa. Mentre per la parte sud non ci sarebbero cambiamenti, per la zona nord si verificherebbe un beneficio che potrebbe essere ulteriormente incrementato dall'eliminazione dell'esistente frangiflutto a forma di L oggi frapposto tra la nuova darsena e la foce del Marecchia. La realizzazione di un molo di ponente costruito tradizionalmente con diga emergente e scogliera a mare doterebbe Rimini di un avamporto protetto tale da consentire un attracco anche in caso di tempesta, un approdo a navi e una buona compensazione agli effetti della subsidenza, una più ampia disponibilità di banchine per l'attracco di barche da diporto e per l'approdo di pescherecci con una conservazione dei fondali del porto contro gli effetti delle maree. La realizzazione di questa soluzione è stimato possa costare 3,5 milioni di euro e progettazione e realizzazione potrebbero avvenire in circa 32 mesi. Indubbiamente tale ipotesi è la più suggestiva ma anche la più confacente a una realtà che potrebbe dotarsi di un porto tra i più importanti dell'Adriatico e che si integrerebbe perfettamente con lo esigenze di sviluppo della città e dell'intera provincia. Proprio per questo motivo e per il fatto che tali scelte non possono che essere effettuate col sostegno e col finanziamento da parte della Regione, porteremo al Presidente Errani lo studio chiedendo di farlo proprio e di attivare anche finanziamenti nazionali e europei che il progetto ha la possibilità di intercettare visti i suoi contenuti.'

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15/05/2023, 17:20