'Un voto positivo e convinto sul bilancio dell'Ateneo'

Data di pubblicazione
Intervento svolto dall'Assessore all'Istruzione e Università del Comune di Rimini, Arrigo Albini, al Consiglio di Amministrazione dell'Università di Bologna durante la discussione sul bilancio tenutasi il 3 dicembre 2003 La discussione sul bilancio di previsione è l’occasione per fare valutazioni di tipo politico sul governo dell’ente presso cui ci si trova ad intervenire, salvo avere specifiche competenze tecnico-amministrative, che consentirebbero di entrare nello specifico delle voci di bilancio. Come rappresentante degli enti locali della Romagna devo evidenziare quanto i poli stiano crescendo, sia per il numero delle immatricolazioni, sia per quel che riguarda il processo di consolidamento e completamento dell’insieme delle offerte didattiche. Il progetto Multicampus rappresenta di fatto il più efficace fra i processi di decentramento dei mega-atenei, come in più occasioni ricordato dal Magnifico Rettore, considerando anche che nelle sedi romagnole si ritrovano corsi di laurea di particolare interesse e pressoché uniche e corsi che derivano dallo sdoppiamento di quelli particolarmente affollati di Bologna. Tutto ciò per sottolineare che la Romagna è sempre più una risorsa per l’Alma Mater, che vede nella sua sede storica il corpo insostituibile. Ormai però non si può più parlare dei poli romagnoli come appendici non indispensabili, ma organi vitali di cui lo stesso corpo deve preoccuparsi e farsene carico perché si trovino in buone condizioni, superando sofferenze che si spera temporanee, per evitare che diventino patologiche. Fuor di metafora occorre un impegno per reperire risorse che permettano di aumentare la dotazione di personale docente sottodimensionato di circa 120 unità sulle quattro sedi e che attualmente vede impegnati 461 fra docenti (277) e ricercatori (184). I poli si sono arricchiti quest’anno, ognuno dei dirigenti di polo, operazione di grande rilievo che potrà consentire di completare trasferimenti di competenze e funzioni utili ad integrare le operazioni amministrative riguardanti le strutture didattiche, scientifiche e di servizio. E’ evidente che deve corrispondere anche il contestuale trasferimento delle relative risorse finanziarie ed umane. Si ricorda che è di circa 140 unità la carenza in Romagna di personale tecnico- amministrativo (TA), che ora è costituito da 143 dipendenti dei quali 31 con incarico a tempo determinato, per cui si deve prevedere un impegno preciso che vada nella direzione di recuperare anche parzialmente questa carenza. Infatti il rapporto fra personale TA e docenti/ricercatori dovrebbe essere come previsto dal comitato di valutazione di 1,2, in Romagna è di 0,53, a Bologna è 0,9 e quindi a carico dei Poli spettano i costi per collaborazioni esterne di personale TA aggiuntivo, indispensabile per la funzionalità delle attività. Solo in questo modo ci si avvicina ai valori di Bologna. Se da una parte l’operazione che ha portato a prevedere un impegno di spesa per borse di studio per i vincitori di concorso nel caso venisse confermato il blocco delle assunzioni, è altamente apprezzabile, ritengo che nel 2004 possa essere altrettanto qualificante per l’ateneo programmare un intervento analogo nei confronti del personale TA. La speranza è comunque che la Finanziaria 2004 non preveda più questa limitazione per gli atenei virtuosi e se ciò avverrà, una parte di merito ritengo si dovrà riconoscere, come già riferito nella sessione congiunta di giovedì scorso dal Magnifico Rettore, al coordinamento fra gli Enti locali e gli Enti di Gestione della Romagna che hanno coinvolto i parlamentari locali che insieme ad altri, dei diversi schieramenti, si sono impegnati in questa direzione a vari livelli in parlamento. Il lavoro più consistente che ritengo sia necessario in Romagna è quello che riguarda la ricerca, infatti sono presenti solo due dipartimenti oltre ad altre ridotte iniziative e si può ben comprendere come tutto ciò sia ben poco consistente in relazione ai circa ventiduemila studenti “romagnoli”. Occorre anche in questa direzione trovare le modalità per reperire risorse in modo da dare un forte incremento alla ricerca, in aggiunta agli sforzi che già stanno facendo gli enti di sostegno attraverso l’assegnazione di borse di studio di cui si fanno carico. In questo settore ritengo fondamentale gli Enti locali, per svolgere un ruolo da collettore di quelle risorse che spesso pur presenti nel territorio sono dispersi in progetti spesso pretenziosi e improduttivi, col dispendio di energie, che potrebbero originare invece, attraverso opportune modalità, ambiti di ricerca strutturati e di buon livello, se inseriti nell’alveo universitario. Sicuramente da apprezzare il segno “più” che compare nella quota di trasferimento ai poli che passa da 11,1 a 11,8 mln €, ritengo però che questa cifra dovrebbe poter essere anche maggiore in quanto ai 14, mln €, derivanti dai contributi studenteschi, che dovrebbero essere destinati alla gestione dei poli, sono state sottratte due quote (pag 20 del Bilancio 2004). Mentre si ritiene comprensibile detrarre quella relativa agli affitti, non così il milione e mezzo di euro stornato per l’edilizia, settore a sé stante e con proprie risorse. Vorrei che queste note venissero colte come un contributo a migliorare l’Università di Bologna nella sua complessità ed interezza, volontà già evidenziata anche dal coordinamento romagnolo con il coinvolgimento dei parlamentari locali per il superamento del blocco delle assunzioni e che già si stanno attivando anche per apportare contributi migliorativi al piano triennale 2004/2006. Il voto sul bilancio è di fatto un voto di fiducia o meno al governo dell’ateneo e il mio è un voto, convinto, positivo, valutazione che non si limita solo alla buona amministrazione, ma si riferisce alla politica complessiva e in particolare alla determinazione con cui si sostengono i Poli Romagnoli all’interno di una realtà molto complessa e variegata come è l’Alma Mater Studiorum.

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