'2003, un anno particolarmente siccitoso'

Nel corso dei dodici mesi passati, nel territorio comunale, sono caduti mediamente 400 mm di pioggia
Data di pubblicazione
Il 2003 verrà ricordato come anno particolarmente siccitoso. Nel corso dei dodici mesi passati, nel territorio comunale, sono caduti mediamente 400 mm di pioggia (341 rilevati nella stazione pluviometrica del Parco XXV Aprile, 378 a Miramare e 480 a Ca’Sarzana); numeri che indicano il 2003 come secondo al solo 1988 (quando le precipitazioni si fermarono a 312 mm) nella classifica degli anni più scarsi d'acqua dal 1985 a oggi. Tutto ciò nonostante l'anno precedente, il 2002, sia stato in assoluto il più piovoso dal 1985 con ben 927 mm di pioggia caduti nell’arco dei dodici mesi. A distanza di 12 mesi si devono dunque registrare due record agli antipodi che non possono esimerci dal fare alcune riflessioni. I cambiamenti meteoclimatici in atto si stanno caratterizzando per andamenti altalenanti nella quantità delle piogge, per prolungati periodi siccitosi e per il consolidamento delle piogge battenti molto simili a quelle equatoriali. Gli effetti di questi mutamenti producono effetti pesanti, mettendo a rischio sistemi idraulici progettati e realizzati per situazioni diverse. I frequenti allagamenti in città italiane importanti ne sono la palese dimostrazione! Rimini, consapevole della portata di questi cambiamenti, si è attrezzata investendo ingenti risorse per adeguare il sistema idraulico e fognario considerando anche la progressiva impermeabilizzazione del territorio che il carico antropico provoca. La predisposizione di un vero e proprio Piano Regolatore delle Fognature coglie questo obiettivo, così come l’adeguamento degli scarichi fognari è fondamentale per la tutela e la preservazione delle falde. Infatti, non c’è dubbio che dovremo abituarci a convivere con frequenti sbalzi pluviometrici che richiedono una attenta politica di approvvigionamento idrico. Il progetto della costituenda Società delle Fonti che gestirà e connetterà le fonti idriche su scala vasta, va in questa direzione così come la possibilità di recuperare le ex cave del Marecchia a scopi irrigui e di ricarica delle falde. In definitiva queste azioni rappresentano una adeguata risposta a cui si dovranno anche aggiungere le potenzialità che il prolungamento del Canale Emiliano Romagnolo riverserà sul nostro territorio. Tiziano Arlotti, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Rimini

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:18