Dichiarazione dell'Assessore ai Tributi, Antonio Gamberini: 'In considerazione delle notizie riportate dalla stampa locale e regionale, mi corre l'obbligo di precisare gli interventi dell'Amministrazione Comunale di Rimini in materia di applicazione della tariffa rifiuti alle scuole. La Corte di Cassazione, con sentenza dell'aprile 2000, ha posto fine a un lungo contenzioso che si era aperto tra il Governo centrale e gli Enti locali in merito al soggetto deputato a far fronte alle spese derivanti dalla tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti per gli edifici scolastici. La sentenza ha stabilito infatti che l'onere del pagamento di tale tassa per le scuole statali di ogni ordine e grado è a carico dello Stato mentre per le scuole comunali a carico dei Comuni. A seguito della decisione della Cassazione si è così raggiunta un'intesa nella Conferenza Stato- Enti Locali che recepisce pienamente il dettato della sentenza; pertanto lo Stato, a partire dal 2001, doveva stanziare ai Comuni le somme necessarie per coprire tale servizio. Il Comune di Rimini, che aveva esentato sino al 2001 dal pagamento le scuole statali dell'obbligo, si è dovuto obbligatoriamente adeguare alla suddetta intesa. Negli anni 2001, 2002 e 2003, il Comune di Rimini- a fronte dei mancati trasferimenti dello Stato per coprire il pagamento della Tarsu- ha adottato tutte le cautele possibili per tutelare le scuole statali stesse; infatti ad oggi è ancora in sospeso parte della riscossione relativa all'ultimo triennio, operando di fatto il Comune una dilazione per dimostrare la massima attenzione ai problemi finanziari che si trovano ad affrontare i dirigenti degli istituti scolastici, con i quali ci si è più volte confrontati su questo argomento. Resta fermo in ogni caso che il Ministero dell'Istruzione dovrà liquidare per legge le proprie spettanze. Alla luce di tutto ciò, appare del tutto fuori luogo e 'irregolare' che la tassa rifiuti per le scuole statali venga coperta dai Bilanci Comunali, caricando la collettività di un onere che non le compete per precisa disposizione della Cassazione e del Governo stesso.'