'Domani parteciperò in forma ufficiale, a nome della città di Rimini, all'estremo saluto a Marco Pantani. Lo ritengo un atto doveroso verso un grande figlio della terra di Romagna, un uomo che con il sudore speso su una bicicletta e mille accelerazioni compiute sulle salite del mito ha saputo come nessuno rinnovare una magia senza tempo: le emozioni ovvero la capacità di crearle e di offrirle senza calcoli e senza quell'ossessiva razionalità che il più delle volte lambisce la freddezza. Sono state emozioni vere, sincere, collettive ma allo steso modo private e uniche; ognuno di noi si porta dietro un suo ricordo d'inestimabile valore di quegli scatti sul Galibier e sul Mortirolo, di quei tremendi agguati della sfortuna e di quelle altrettanto fantastiche risalite che ce lo hanno reso eroe raggiungibile perché quotidiano e dunque vicino alla parabola delle nostre esistenze. Sabato sera Rimini si è fermata per assieparsi silenziosamente e rispettosamente davanti a un albergo sul lungomare. Che cosa abbia trascinato lì centinaia di giovani e di famiglie non è stato un ordine o il vezzo di dire 'io c'ero' ma il desiderio spontaneo di ringraziare una persona che ha saputo regalare con inusuale generosità per l'universo non solo sportivo una cosa sempre più rara: emozioni. Sono commosso e orgoglioso di quel lungo applauso nel cuore della notte tributato da tanti riminesi al corpo senza più vita di Marco Pantani. Un applauso all'uomo e all'atleta che domani idealmente rappresenterò durante l'ultimo addio al pirata dei nostri sogni'.