Ecco come sarà la nuova spiaggia di Rimini

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L'Assessore al Demanio Marittimo, Sandro Baschetti, l'Architetto Progettista consulente, Sandro Volta, e il Dirigente Progettista, Remo Valdiserri, hanno presentato quest'oggi alla Giunta Comunale il progetto preliminare di Piano dell'Arenile, composto da una relazione illustrativa e dalle norme tecniche di attuazione. La proposta di nuova organizzazione riconferma l'impostazione generale precedentemente annunciata: si tratterà di un Piano 'di strumento', la cui realizzazione cioè concretizzerà tenendo conto dei contributi di tutti i soggetti coinvolti nello sviluppo del bene spiaggia, ancora non solo elemento primario strutturale della realtà geografica ma anche del tessuto economico e sociale riminese. La fotografia geo-morfologica attuale dell'arenile di Rimini individua due distinti assetti: 1) il litorale nord (compreso tra il confine comunale di Bellaria Igea Marina e il deviatore Marecchia) caratterizzato da spiaggia di limitata profondità; 2) il litorale sud (compreso tra il fiume Marecchia-porto canale e il confine comunale di Riccione), caratterizzato da spiaggia ampia. Statisticamente, prendendo in considerazione i soli classici 'bagni', la media riminese dello sviluppo in larghezza delle concessioni è di 52,68 metri. Sono 20 (pari all'8% del totale) le concessioni che superano la larghezza di 100 metri, 76 (32%) quelle tra i 99 e i 50 metri, 134 (56%) quelle tra i 49 e i 20 metri, 7 (3%) quelle inferiori a 7 metri. Da sottolineare la differenza dei cosiddetti 'fronti' tra il litorale nord e il litorale sud; nel primo si raggiungono mediamente gli 84,29 metri mentre il secondo è meno della metà, vale a dire 38,61 metri. A fronte di una ridotta profondità dell'arenile vi è dunque un contestuale allargamento dei fronti. Nella relazione illustrativa si sottolinea come la stesura del preliminare di Piano segua le indicazioni, in primis quelle di rispetto ambientale, approvate con uno specifico atto d'indirizzo dal Consiglio Comunale nella seduta del 5 giugno 2003. In breve: - dare continuità alle scelte da tempo adottate dall'Amministrazione Comunale e mettere a frutto l'esperienza maturata nella realizzazione delle iniziative sull'arenile in ambito di pianificazione che ha riguardato Marina Centro, dal Porto Canale verso sud fino a piazzale Kennedy e verso nord fino a San Giuliano Mare, nonché quelle che hanno riguardato le singole frazioni; - confermare quelle soluzioni che consentiranno di riproporre le stesse modalità di ripristino delle componenti naturali ancora riconoscibili e la medesima dotazione di servizi del Piano di Marina Centro; - fare riferimento alle norme previste dal Piano Paesaggistico e dal Piano Territoriale Provinciale che al riguardo prevede la riduzione del 10% della superficie coperta; - definire con cura l'azzonamento della spiaggia, avendo in via preliminare stabilito la nuova organizzazione dello Stabilimento balneare in sostituzione della tradizionale tipica suddivisione riminese di bagno e bar; - individuare indicativamente in circa cento metri la dimensione media dello stabilimento balneare, tenendo conto delle attuali situazioni concessorie; Primo punto fondamentale del Piano è l'individuazione delle 'macrozone', individuate nel numero di 13 (in ognuna delle quali va individuata la dotazione di spiagge libere da attrezzarsi convenientemente) tenendo conto della realtà geografica e degli strumenti pianificatori comunali. Tali parametri contengono già gli elementi per evidenziare differenze e caratteristiche specifiche dei singoli ambiti; ciò significa che il Piano non può contenere previsioni uguali e ripetitive per l'intero territorio comunale ma essere articolato in relazione agli ambiti individuati per meglio corrispondere alle necessità e alle esigenze delle singole zone. Per quanto riguarda i criteri di riqualificazione e accorpamento dei bagni, la proposta mette in evidenza come la strada dei criteri esclusivamente progettuali, con accordi basati su strumenti coercitivi, non è percorribile. Il 'comparto di intervento' allora comporta l'intervento di più operatori per l'attuazione di un unico progetto, evidentemente condiviso. 'Al contrario- si legge nella relazione introduttiva- il Piano deve individuare gli ambiti per la ristrutturazione e la riqualificazione della spiaggia, seguendo criteri regolamentari…lasciando agli operatori la possibilità dell'esatta individuazione dei comparti'. Da ciò ne consegue quella è che definita regola base del Piano dell'arenile: 'La tipologia del Piano è quella di uno strumento di gestione che prevede interventi di ristrutturazione e riqualificazione della spiaggia nel rispetto e nel ripristino dei caratteri ambientali dell'area; che articola le previsioni in relazione alle varie differenti situazioni locali (macrozone); che non prescrive l'attuazione di progetti pre- definiti ma indica regole e parametri per la definizione dei nuovi assetti da attuarsi non singolarmente, ma previa costituzione di comparti; che perimetra comparti indicativi, variabili in relazione alle aggregazioni che verranno a costituirsi, stabilendo comunque una dimensione minima e una massima consentite. L'attuazione delle previsioni porterà a una graduale sostituzione degli attuali numerosissimi bagni con un numero più ridotto di stabilimenti balneari pluriattrezzati'. Quattro sono le fasce in cui si sviluppa la nuova organizzazione dello stabilimento balneare: a) Prima fascia, 'diaframma' tra la strada litoranea e l'arenile in cui vanno collocate sistemazioni ambientali e non possono essere sistemate superfici coperte; b) Seconda fascia, destinata a ospitare i servizi e le attrezzature necessitanti di superfici coperte c) Terza fascia, destinata alla cosiddetta zona ombreggio (ombrelloni, lettini eccetera) d) Quarta fascia, adiacente la battigia, rimane esterna alle concessioni degli stabilimenti; in essa insistono concessioni per noleggio natanti. Le direttive emanate dal Consiglio Regionale puntano, per quanto possibile, a una rinaturalizzazione della spiaggia. Il preliminare dunque indica come i materiali da collocare sull'arenile debbano essere di facile amovibilità. Si distingue tra corpi edilizi e/o manufatti fissi e corpi edilizi, manufatti e attrezzature stagionali. I primi possono essere collocati sull'arenile per tutto l'anno solare, i secondi solo durante la stagione balneare. I materiali fissi vanno collocati sulla seconda fascia e sono inibiti in terza e quarta fascia; in prima fascia sono ammessi solo marginalmente. Dopo l'illustrazione odierna, il preliminare sarà presentato domani a tutti i Capigruppo Consiliari e ai Consiglieri di Maggioranza; nei prossimi giorni, alle Associazioni Economiche cittadine e a tutte le forze politiche.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:17