LA CASSA MALATESTIANA DI MONTEGRIDOLFO

Data di pubblicazione
Domenica 21 marzo alle ore 17, nella Sala del Giudizio del Museo della Città, avrà luogo la presentazione del libro Un tesoro di Montegridolfo: la cassa dotale di Isotta degli Atti. All’iniziativa, promossa dai Musei Comunali di Rimini, interverranno l’autore della pubblicazione, il docente Angelo Chiaretti, e l’autore della prefazione, lo storico Alessandro Agnoletti. Saranno presenti il Sindaco del Comune di Montegridolfo, Guerrino Renzi, ed il Direttore dei Musei Comunali di Rimini, Pier Luigi Foschi. Al termine della presentazione si potrà ammirare la cassa dotale di Isotta, esposta nel Museo della Città. Presso il book shop del Museo sarà possibile acquistare il libro. L’ingresso è libero. “Fin dal XIII secolo il castello di Montegridolfo venne governato dalla potente famiglia dei Gridolfi, nobili fiorentini guelfi rifugiatisi, assieme a molti altri, in queste terre ai tempi della guerra fra Firenze e Siena, fra guelfi e ghibellini, soprattutto dopo la battaglia di Montaperti (1260). Uno dei più celebri appartenenti a questa casata fu Filippo de’ Gridolfi, consigliere di Sigismondo Pandolfo de’ Malatesti e con forti entrature anche nella Curia diocesana riminese e nel Capitolo dei francescani del Tempio Malatestiano. Quando il patrimonio di Sigismondo venne disgregato, successivamente alla morte di Isotta, il nostro era ancora più che mai attivo presso la corte malatestiana. Dunque, visto e considerato che egli poteva contare tanta credibilità presso la corte riminese, che cosa vieta che, una volta morto Sigismondo egli sia riuscito in qualche maniera ad ottenere da Roberto de’ Malatesti, di cui continuò ad essere Cancelliere, il prezioso e compromettente mobile, che tanto gli ricordava i gloriosi e militanti anni riminesi, e poi l’abbia portato con sé una volta tornato a Montegridolfo? “Si tratta di un’opera di eccezionale rilevanza sia per la qualità, sia, soprattutto, per essere uno dei rarissimi esemplari superstiti degli arredi delle residenze di Sigismondo Malatesta (1417-1468), principe che, nella sfrenata volontà di autocelebrazione e di ricerca per sé di fama imperitura, fa apporre anche su questo mobile domestico, come dappertutto sulle sue cose, lo stemma personale e gli emblemi araldici della tradizione familiare quali segni visibili del suo potere.” Gabriele Barucca, (2001)

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:17