Arte e natura: il problema dell’origine da Schelling a Beuys

MASSIMO DONÁ Rimini, Teatro degli Atti – venerdì11 marzo, ore 21.00
Data di pubblicazione
Dopo qualche secolo di progressiva radicalizzazione della riflessione filosofica incentrata sul concetto di animalità, nonché di crescente rigorizzazione delle aporie intrinsecamente connesse all’enigma costituito dall’opera d’arte, è possibile forse tentare uno sguardo d’insieme, e provare a comprendere cosa sia davvero diventata l’esperienza estetica nel nostro tempo. Solo così sarà forse possibile dare anche una qualche risposta al grande azzardo tentato da Hegel là dove si preoccupava di distinguere senza alcuna ambiguità la bellezza naturale da quella artistica. Attraverso l’arte ci si comincia dunque a render conto, e con sempre maggior lucidità, del ruolo centrale da sempre rivestito dalla natura originariamente ‘animale’ della nostra esistenza; anzi, proprio all’arte sarebbe in questo senso spettato il compito di rendere sempre più esplicitamente ragione di tale ‘origine’ – facendone infine la stessa unica finalità del suo fare ‘libero’. Massimo Donà, docente di Filosofia teoretica presso la facoltà di Filosofia dell’Università “Vita-Salute” del San Raffaele di Milano, nel penultimo appuntamento con Meditazioni riminesi, venerdì 11 marzo alle ore 21, dal titolo Arte e natura: il problema dell’origine da Schelling a Beuys, si soffermerà sull’assoluto rilievo che un tale rapporto (quello cioè tra animale e uomo) ha avuto e di fatto continua ancora ad avere nel contesto del fare artistico e dell’esperienza ad esso connessa, proprio come era accaduto nell’opera e nel pensiero di Schelling prima, in quella di Joseph Beuys poi: uno dei rappresentanti più emblematici delle correnti concettuali nell’arte della seconda metà del Novecento. “Una delle tematiche fondamentali di tutta l’opera beuysiana (dagli anni giovanili, su su, sino agli anni '80) – spiega Donà - è stata quella relativa al rapporto tra animalità e umanità (animale e uomo, dunque, ovvero una tematica che proprio in questi anni sta tornando a farsi cruciale e per ciò stesso molto di moda), e l’artista dal cappello di feltro mette in scena una razionalità continuamente intenta a rammemorare una dimensione rigorosamente animale; ma non come qualcosa di estraneo e di altro che avremmo tutti il compito, mai definitivamente risolvibile, di dominare. Si tratta per lui piuttosto di mostrare come la stessa razionalità non sia altro che il frutto paradossale, e quindi estremo, della nostra originaria animalità. D’altro canto, colui il quale “pensa” è di fatto quello stesso essere che si sa animale, e che è dunque fragile, in quanto deperisce e muore, proprio come ogni altro animale”. “Un’opera è tanto più notevole – e qui Donà cita direttamente da Beuys - quanto meno la si comprende, quanto meno è comprensibile tanto più è giusta; sì, è vero, per l’arte questa è la cosa migliore; l’arte non è fatta per essere compresa, perché di cose comprensibili ce n'è abbastanza. E naturalmente anche quelle sono importanti, ma per l’arte è molto meglio suscitare negli uomini una forza di immaginazione e di intuizione che magari vada anche oltre. Questa è la mia metodologia”. Cenni biografici Massimo Donà (nato a Venezia il 29 ottobre 1957) si è laureato in Filosofia con Emanuele Severino presso l’Università di Venezia nel 1981. Ha insegnato per alcuni anni Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e ora è docente di Filosofia teoretica presso la facoltà di Filosofia dell’Università “Vita-Salute” del San Raffaele di Milano. E’ tra i fondatori della rivista “Paradosso” ed ha curato, insieme a Massimo Cacciari, Giulio Giorello e Romano Gasparotti, la pubblicazione dell’opera postuma di Andrea Emo. Collabora con varie riviste e fra le pubblicazioni più recenti si citano: Arte, tragedia, tecnica (con Massimo Cacciari), Milano, Raffaello Cortina, 2000; L’uno, i molti (Rosmini-Hegel, Un dialogo filosofico), Roma, Città Nuova, 2001; Aporie platoniche. Saggio sul ‘Parmenide’, Roma, Città Nuova, 2003; Filosofia del vino, Milano, Bompiani; 2003; Magia e filosofia, Milano, Bompiani, 2004; Joseph Beuys. La vera mimesi, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2004 e Sulla negazione, Milano, Bompiani, 2004. L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Rimini e organizzata dalla Biblioteca Civica Gambalunga con il patrocinio della Provincia di Rimini e dell’Istituto italiano per gli studi filosofici. Il ciclo è riconosciuto quale occasione di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado da parte dell’Ufficio scolastico provinciale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica. La partecipazione è gratuita. Ai frequentanti che lo richiederanno sarà rilasciato attestato di partecipazione.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:15