Non cè nulla di più difficile che precisare fatti e situazioni allindomani di un tragico incidente come quello avvenuto in via Marconi a Viserba. Ma è altrettanto vero che il rispetto della verità va riaffermato anche in tali circostanze, soprattutto se polemiche sgradevoli vengono sollevate da chi- per motivi più o meno strumentali- cerca di scaricare ad orologeria colpe e responsabilità sullEnte pubblico.
Benché la dinamica del sinistro sia ancora oggetto di accertamento da parte degli organi tecnici preposti, è chiaro che il mezzo sul quale viaggiavano le due vittime procedesse a una velocità molto al di sopra del limite consentito in centro cittadino, ed in particolare per quellarteria viaria. A drammatica dimostrazione di questo lo scenario post impatto: la moto ha proseguito la sua corsa per quasi 150 metri dal punto di collisione con lautomobile e lì ha divelto alla base un grosso palo.
Non si va dunque molto lontano dallipotizzare che è stata leccessiva velocità la causa pressoché assoluta del pauroso sinistro, dovendo comunque ancora valutare con esattezza le modalità di immissione dellauto da piazza Rosselli.
La velocità e non altro, un problema che è alla base dell80% degli incidenti in Italia e in Europa e che purtroppo non lo si risolve militarizzando tutte le strade piccole e grandi di qualsivoglia comune. Cè una questione culturale di fondo che va affrontata alla radice, a partire dagli ambiti educativi tradizionali, famiglia e scuola. Altrimenti ogni sforzo che si fa e si farà in materia di prevenzione e contrasto è inutile. Chi eccede i limiti consentiti dal Codice della Strada non solo va sanzionato ma va considerato dalla cittadinanza alla stregua di un vero e proprio pericolo per collettività cittadinanza; non è una ragazzata infischiarsene delle regole stradali. Su questo versante ci impegneremo ancora di più come Amministrazione Comunale e, in particolare, come Polizia Municipale.
Non affermare chiaramente la responsabilità della velocità in un incidente come quello di ieri, significa non vedere il problema e la sua drammaticità in primis etica e culturale. Spingersi a gettare le colpe alla segnaletica è pura malafede che, davanti a fatti di sangue di tale gravità, non può essere tollerata neppure se fa parte della polemica politica.