In riferimento allarticolo Stadio, avanti col progetto e con le palazzine, apparso sulledizione del Corriere di Rimini del 31 marzo a pagina 17, il Sindaco Alberto Ravaioli dichiara:
Proprio perché ho un totale rispetto del lavoro giornalistico, ritengo mio dovere precisare alcune inesattezze che appaiono nellarticolo in merito alla questione del nuovo stadio.
Innanzitutto va detto che stiamo lavorando a 360° per incardinare il percorso già avviato su quello che è un duplice binario: da una parte le nuove e recentissime indicazioni che vengono dal Governo italiano in materia di impianti per il gioco del calcio e dallaltra la definizione di una soluzione che sia la più conveniente possibile e in linea con uno sviluppo equilibrato del territorio. Quella dello stadio è una partita complessa sotto ogni punto di vista e ciò non vale solo per Rimini ma per tutte le città- e sono tante- alle prese con analoghe operazioni.
Il lavoro di analisi e verifica delle varie problematiche tecniche e giuridiche che stiamo conducendo sarà sottoposto nei prossimi giorni allattenzione dei gruppi consiliari e dei partiti per decidere insieme sullimpostazione e sulliter, condizione indispensabile per la riuscita della cosa. In tal senso non ritengo corretto e nemmeno fruttuoso rispetto allobiettivo che tutti (giornali compresi, credo) vogliamo raggiungere- la riqualificazione del Neri e dellimpiantistica sportiva allinterno di un disegno armonico della città- approcciare la questione elencando numeri inesatti; cifre che, oltre a riportare un quadro distorto della realtà, rimangono del tutto decontestualizzate rispetto agli obiettivi e alla direzione di unoperazione che è altro rispetto a ciò che qualcuno- per motivi non sempre nobili o disinteressati- si premura di insinuare.
E proprio per non ricadere nella spirale di una discussione preventiva senza che paradossalmente siano ancora in campo gli elementi necessari al dibattito, che tengo a ribadire tutto questo. Sullo stadio ci si può accusare di tutto, tranne che di avere fatto cose in segreto o di avere nascosto numeri e situazioni. Evidentemente cè chi interpreta tale linearità come invito a spedire veti e messaggi precostituiti, siano essi politici o economici. Non mi piace questo modo di fare.
Riconfermo che anche per il futuro non muterà la linea di trasparenza impostata ma pretendendo- e sottolineo due volte questo verbo- quel rispetto del lavoro e dei tempi dei tecnici, degli amministratori, della politica, del confronto sui dati veri che in particolare sulla questione stadio è stato a volte deliberatamente messo in un cassetto.