Cinque milioni e 700 mila televisori sintonizzati per quasi 5 ore sullo stesso canale è forse risultato ancor più sorprendente e, per certi versi, significativo della punta fatta registrare al momento del brindisi.
Ma la lezione vera del Capodanno di Rimini va oltre questi numeri, comunque memorabili e da non 'digerire' nello spazio di un mattino. Dal punto di vista meramente televisivo, nei cinque anni di diretta Rai, la crescita è stata costante se si pensa che nel 2003 la media superava i 4 milioni di telespettatori e il top del brindisi oltrepassava le 'colonne' dei 6 milioni di contatti.
Sul fronte della città, mai come quest'anno si è toccata con mano la forza della sinergia tra eventi e sistema: al pacchetto di occasioni di svago, intrattenimento e cultura si abbina infatti Rimini con i suoi 450 alberghi aperti, i suoi ristoranti e pubblici esercizi funzionanti a pieno regime, i suoi luoghi d'incontro.
Credo di non sbagliare se dico che con il 2008 si è definitivamente sfatato il mito della città turistica fisiologicamente in letargo nei mesi invernali: questi sono numeri veri e significativi visto che ogni ospite, ognuno di quei camper che hanno affollato i parcheggi a Marina come in centro e nelle frazioni, è stato letteralmente 'strappato' alla concorrenza, che si chiami essa montagna o città d'arte.
Se quasi trent'anni fa un amministratore a Roma si era inventato la neve in agosto come attrazione/provocazione, Rimini più prosaicamente ha costruito e vinto la scommessa della spiaggia dinverno. Si badi bene, vince perché sa mettere insieme software e hardware o, se vogliamo utilizzare il linguaggio calcistico, inserisce fantasia davanti su una difesa e un centrocampo solidissimi. Dove la solidità è data dallo chassis infrastrutturale che cè e che verrà (Fiera, offerta privata, nuovo palacongressi, Polo del Benessere) e la creatività da una politica degli eventi ragionata e mirata a destinare le risorse sulle iniziative 'valore aggiunto'.
Oggi è ancora più chiaro come il Capodanno rappresenti un pezzo fondamentale di questo puzzle, funzionando da traino per l'intero sistema turistico sia in termini di cifre (l'indotto economico che produce) che in termini di 'intangibles' (immagine positiva e non legata alla solita oleografia degli 'incidenti di fine anno', formidabile iniezione di fiducia per il comparto, spirito di emulazione).
Forse è giunto il momento di dedicarvi maggiore attenzione da parte del sistema Rimini nel suo complesso. Attenzione non solo in termini economici (sarebbe magari auspicabile un impegno più robusto del settore privato), ma soprattutto la convinzione, anche fuori dai confini comunali, che si tratta di evento essenziale per la fortuna e la promozione della nostra costa.
D'altra parte è altrettanto palese che il connubio tra diretta Rai e città di Rimini abbia prodotto un vero e proprio format originale, che esprime il massimo delle sue potenzialità in questo incontro; Capodanni in diretta televisiva organizzati in altre piazze hanno ottenuto risultati neanche lontanamente paragonabili.
Si tratta a tutti gli effetti di un patrimonio ora da non disperdere ma semmai da valorizzare adeguatamente, rafforzare economicamente e ottimizzare sistematicamente partendo però da un presupposto: il brand Rimini è di per sé una fotografia a forte capacità di identificazione per tutta l'Italia. Come Sanremo e la Nazionale di calcio.