uno dei tasselli fondamentali di una città fortemente impegnata nel rinnovamento delle infrastrutture e in un cambiamento stesso della sua natura stagionale è la riqualificazione della rete commerciale. Un obiettivo complesso perché innesca tutta una serie di processi che vanno ben al di là del mero sostegno economico e vede coinvolti in prima battuta i privati imprenditori.
I dati che emergono dalla ricerca Turiscopio, presentata da Confcommercio, definiscono una precisa fotografia delle attività commerciali riminesi, ubicate nella fascia a mare, la cosiddetta prima linea:
- l'87% non ha l'immobile di proprietà ma è in affitto;
- il 75% ha una superficie utile di vendita inferiore a 50 metri quadrati;
- il 49% osserva un'apertura annuale e di questa percentuale il 60% ha una estensione superiore a 50 metri quadrati.
Da questi numeri si deduce una serie di immediate considerazioni: sussiste una sensibile frammentazione delle attività commerciali, appena il 13% del totale è effettivamente proprietario dei muri del negozio, la destagionalizzazione ha sostenuto un processo di adeguamento/aumento delle superfici utili alla vendita. E' evidente allora come sia strategico procedere a una riqualificazione e valorizzazione degli assi commerciali a mare, definendo e attuando allo scopo una griglia di strumenti diversi, economici ma anche normativi.
La proposta sulla quale vuole lavorare da qui in poi l'Amministrazione Comunale di Rimini insieme alle Associazioni di Categoria può essere sinteticamente articolata in due punti. Il primo, utilizzare al meglio le possibilità e i contributi offerti dalla legge regionale 41 e anche dal programma POR per la destinazione di fondi strutturali europei a interventi a sostegno della riqualificazione urbana e commerciale. Il secondo è invece di carattere normativo e rappresenterebbe una vera novità. Si potrebbe introdurre un'indicazione amministrativa che stabilisce una superficie minima di vendita in 50 metri quadrati per le attività poste sugli assi commerciali a mare con l'avvertenza che questa disposizione si applicherebbe nel momento in cui si verifica un cambio di gestione. E' lampante come una norma di questo genere metterebbe un freno agli eccessi di turnover gestionale (oggi fenomeno in crescita) che non favorisce certamente gli investimenti sulla riqualificazione e alla pressione della rendita immobiliare, favorendo gli accorpamenti di superfici.
Io credo si possa discutere e lavorare insieme su queste proposte già nelle prossime settimane, allorché verrà convocato uno specifico tavolo tecnico al quale dovranno partecipare Amministrazione e Associazioni."