"La prima è di carattere prevalentemente tecnico-politico visto la palese contraddizione nella quale incorre l'esponente azzurro che prima stigmatizza come insostenibile il provvedimento adottato e quindi lo censura come fallimentare perché 'ridotto' nelle capacità edificatorie per rispettare e salvaguardare ulteriormente il territorio rurale e agricolo. Della serie, la confusione regna sovrana, così come la conseguente strumentalizzazione. Non si capisce bene (o forse sì) se Ravaglioli desideri più o meno 'cemento in campagna', utilizzando il suo colorito linguaggio.
La seconda, forse ancora più preoccupante per chi ha da tempo un ruolo pubblico, si sposta sul versante dei rapporti istituzionali e della conoscenza delle regole che governano i processi urbanistici. Liquidare come lite da pollaio il tema del confronto e della dialettica tra i diversi livelli istituzionali, previsto e obbligato da leggi e norme passate e vigenti, dà la misura di una differente (almeno dalla mia) concezione degli Enti e delle norme che nel caso specifico garantiscono l'equità di trattamento e tutelano l'interesse dei cittadini residenti all'interno dei ghetti nel forese.
Cosa che è avvenuta in tutte le fasi del provvedimento urbanistico sui ghetti."