Il primo dato che salta agli occhi, e che confuta un annoso luogo comune, è che Rimini sia fanalino di coda in regione per posti nei nidi comunali. La classifica mette in evidenza come, invece, Rimini si attesti a metà classifica con 561 disponibilità, davanti a Ravenna, Forlì e Cesena; una crescita indubbia rispetto a 10 anni fa quando lofferta di 312 posti ci poneva davvero in coda alla graduatoria emiliano romagnola.
Il secondo aspetto è quello dei costi del servizio per bambino che vede Bologna in prima posizione, subito seguita da Rimini e Modena. Questo numero merita una lettura articolata: cè innanzitutto una componente qualitativa del servizio a favore del bambino che è la somma di politiche precise e rigorose sul fronte delle assunzioni e gestione di personale qualificato sia per la parte didattica che per quella più propriamente operativa. La scelta di investire sulla realizzazione dei nuovi nidi e sul mantenimento di un alto livello qualitativo del servizio che prevede il coinvolgimento dei privati ma con una forte direzione impressa dal pubblico ha anche nella graduatoria de Il Sole 24 Ore lattestazione della sua bontà, dimostrando come via via si stia recuperando uno storico gap su questo fronte, pur restando ancora tanto da fare.
Va però precisato un dettaglio dellindagine. Il costo unitario per bambino presso al Comune di Rimini risulta più basso rispetto a quello indicato dalla graduatoria. Nel totale dei costi infatti risultano incluse alcune voci improprie (trasferimenti ai nidi privati e arretrati del Contratto nazionale dei dipendenti) dedotte le quali il costo unitario per bambino si attesta intorno ai 10 mila euro. Non cambia dunque la sostanza del ragionamento ma si ripropone per la statistica il solito problema dellomogeneità della rilevazione.