Va fatta immediata chiarezza riguardo i contenuti e le dichiarazioni dellarticolo viste le numerose imprecisioni riportate. Il progetto originario presentato dai tecnici del Canale Emiliano Romagnolo (CER) per lo scarico delle acque del Po nella fossa consortile Fontanaccia in territorio del Comune di Rimini, prevedeva una portata idrica di 4 metri cubi/secondo e una condotta di scarico a mare di 100 metri dalla linea della battigia. Il Comune di Rimini ha giudicato questa proposta tecnicamente non adeguata perché:
a) la fossa Fontanaccia serve un territorio che richiede, in caso di piogge, una portata dacqua di almeno 9 metri cubi/secondo. La sezione prevista dal CER avrebbe dunque comportato gravi problemi- esondazioni con danni a persone e cose- durante eventi meteorologici critici;
b) il Piano generale del sistema fognario del Comune di Rimini prevede condotte a mare distanti almeno 300 metri dalla linea della battigia. Ciò non per uno sfizio ma perché tale termine di riferimento è stato assunto come prioritario dalla Regione Emilia Romagna visto che esso perimetra il tratto di mare da destinare alla balneazione. Non solo: considerato che la nuova normativa UE prevede che i controlli sulla qualità delle acque debbano essere fatti alla sezione di scarico a mare di ogni fossa consortile, è palese che la lunghezza delle condotte non debba essere in alcun modo inferiore alla linea della balneazione. Pena, nel caso in cui si verificassero problemi, il divieto di balneazione per il tratto di mare in questione.
I rilievi del Comune di Rimini sono stati accolti solo parzialmente dal CER che ha accresciuto la portata idrica a 9 metri cubi al secondo, demandando però- considerate le insufficienti risorse finanziarie a disposizione- al Comune di Bellaria Igea Marina di provvedere al potenziamento del necessario impianto di sollevamento idrico allinterno di un nuovo Piano di urbanizzazione, e non adeguando la lunghezza della condotta marina a quanto prescrive il Piano generale del sistema fognario del Comune di Rimini.