"La holding delle partecipate è una garanzia". Dichiarazione del sindaco Alberto Ravaioli

Replica alla lettera aperta pubblicata il giorno 11 gennaio 2010 su Il Resto del Carlino
Data di pubblicazione

La tesi fondamentale dello scritto pubblicato lunedì sul Resto del Carlino, a firma Ferri-Gambini, è incentrata sull’idea dell’ipoteca che verrebbe a gravare sul futuro della città con la realizzazione della holding delle partecipate. La nascita della holding rappresenta invece l’esatto contrario di un’ipoteca sul nostro futuro. E’ infatti una garanzia, innanzitutto per due ragioni.

La prima è che Rimini ha sempre scommesso sul suo futuro. Ne sono esempi la realizzazione della Fiera, del Palacongressi, del Caar, della Darsena, degli investimenti su Rimini città d’arte e della cultura e sul risanamento strutturale della città. Per diversi aspetti, sia finanziari, sia strutturali, tali realizzazioni hanno rappresentato più scommesse sul futuro. Se non avessimo avuto questo coraggio, il coraggio di andare avanti nonostante le difficoltà, non saremmo quella città leader che oggi è Rimini.

La seconda ragione è che ci muoveremo con la holding con molta prudenza. E dall’analisi tecnica del provvedimento emergono da una parte la lungimiranza, dall’altra la prudenza del Comune di Rimini nel percorrere strade di impegno finanziario nuovo.

La holding viene istituita per gestire in modo più efficace le partecipazioni azionarie dell’ente. E’ uno strumento di cui città medie e grandi si sono dotate e si stanno dotando proprio per questo scopo. Attraverso una gestione unitaria e coordinata delle proprie partecipazioni si garantisce infatti un maggiore potere di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, confermando, anzi ampliando sotto questo profilo il ruolo in primis del Consiglio comunale, che potrà, ad esempio con lo strumento del bilancio consolidato, avere una visione complessiva del sistema delle società partecipate e del loro stato di salute.

Attraverso la holding si permetterà che il complesso dei proventi e delle partecipazioni non venga destinato ad un generico sostegno del bilancio di parte corrente del Comune, ma venga principalmente finalizzato al finanziamento dei progetti di sviluppo delle stesse società partecipate e poi, se e in quanto possibile, al finanziamento di opere pubbliche di cui la città ha bisogno.

Il progetto della holding, oltre ai compiti di razionalizzazione e migliore gestione delle partecipazioni, e di irrobustimento finanziario delle società partecipate, prevede infatti anche la possibilità che questo determini un finanziamento aggiuntivo per gli investimenti del Comune. Sottolineo investimenti, perché in ogni caso i proventi della riserva straordinaria non verrebbero utilizzati per spese di parte corrente, che si consumano nel giro di qualche esercizio finanziario, bensì per il finanziamento di opere e infrastrutture, ribadendo quella finalizzazione dei proventi delle partecipate ad interventi di valore strategico e permanente.

Non si comprende dunque come questa operazione possa essere considerata pericolosa per la salute del bilancio del Comune. Non si tratta di un’operazione di “finanza creativa”, di una “furbata”, come viene ingenerosamente definita, né di un marchingegno finanziario deciso per fare fronte a falle e buchi di bilancio, per darsi a una “finanza allegra” con inconfessabili intenti elettorali che legherà le mani ai futuri amministratori. L’istituzione della holding è invece un’operazione di chiarezza finanziaria in cui i proventi delle partecipazioni esplicitamente assumono una prioritaria destinazione al finanziamento dello sviluppo delle società partecipate e delle opere strategiche per la città. Penso al Palacongressi, al Teatro Galli, allo sfondamento di via Diredaua. Credo che nessuno potrà affermare che non si tratti di opere utili alla città.

O forse qualcuno pensa che fosse più opportuno procedere attraverso le dismissioni vendendo il patrimonio di azioni che il Comune detiene, invece di compiere un’operazione che preserva il patrimonio da un lato, e che aumenta dall’altro la dotazione infrastrutturale e impone al bilancio di parte corrente un’ulteriore razionalizzazione e dimagrimento? Davvero non si vede come questa decisione possa fare paura alla nuova generazione di amministratori che nel 2011 si vedrà consegnato il bilancio del Comune di Rimini.

Il Comune di Rimini ha sempre rispettato il patto di stabilità e intende rispettarlo in futuro, pur nella convinzione, condivisa con l’intero mondo delle autonomie locali ed espressa dall’Anci, che esso costituisca in questo momento un vincolo posto non tanto all’indebitamento, quanto piuttosto alla capacità degli enti locali di far fronte all’esigenza di miglioramento e potenziamento delle infrastrutture, e di costituire un volano utile per l’economia locale e nazionale.

Viene detto che il progetto della holding violerebbe le regole del patto di stabilità. Allo stato, il progetto è assolutamente compatibile con la legislazione vigente, come del resto hanno attestato anche i revisori del conto. Ma anche se tale legislazione dovesse cambiare e porre ulteriori vincoli, ad oggi non esistenti, la preoccupazione non dovrebbe essere quella di avere costituito la holding, che ha di suo una funzione positiva e permetterà comunque lo sviluppo delle società partecipate (funzione che quindi va al di là delle esigenze finanziarie per il programma di investimenti comunale). La preoccupazione dovrebbe essere quella di non riuscire a dotare la città di opere e interventi indispensabili.

Quanto alla questione del gas, ricordo che il riferimento è al dividendo straordinario proveniente da Servizi Città a fronte della consistente plusvalenza che tale società ricaverebbe nel 2013 dalla vendita, imposta dall’articolo 5, comma 5, del D.lgs 164/2000 (“decreto Letta”), della rete del gas al nuovo soggetto che le subentrerebbe nella gestione della distribuzione del gas dal primo gennaio 2013. Gli amministratori comunali si troveranno allora a poter decidere se con quei proventi sarà più opportuno estinguere il debito contratto dalla holding o fare nuovi investimenti per opere a favore della città. Mi sembra una posizione tutt’altro che scomoda, ben diversa dalla rappresentazione che ne viene data, quasi si volessero “svendere i gioielli di famiglia” per pagare spese inutili e improduttive.

In questi anni il bilancio del Comune di Rimini non ha assistito ad un depauperamento per dismissioni incontrollate e poco vantaggiose, e ha visto per la parte corrente una progressiva razionalizzazione e un continuo contenimento (nel 2010, per la prima volta, la spesa per il personale è diminuita anche in termini assoluti di circa 700.000 euro, cosa mai avvenuta prima). Il debito di circa 150 milioni di euro, ad un tasso medio (2009) del 3,45%, è uno dei più bassi dell’Emilia-Romagna.

L’indebitamento del nostro Comune è perfettamente in linea con il tasso medio di indebitamento degli altri Comuni dell’Emilia-Romagna di analoghe condizioni sia rispetto alla popolazione residente, sia riguardo alla spesa per investimenti pro-capite. Porto solo alcuni esempi, dai dati Anci 2007. Il rapporto tra indebitamento e popolazione è a Rimini 1.055 euro. A Reggio Emilia 1.097 euro; a Forlì 1.159; a Ferrara 1.200; a Imola 1.353; a Faenza 1.467.

La spesa per investimenti pro-capite è a Rimini 342 euro. A Ferrara è di 209 euro; Faenza 224; Imola 336; Forlì 384; Reggio Emilia 447.

Sono convinto che gli amministratori che verranno si troveranno ovviamente ad affrontare sfide impegnative, perché una città come Rimini richiede grandi sforzi e impegno. Ma si troveranno a farlo con un bilancio sano.

Stupisce comunque che rappresentanti di forze politiche che hanno avuto ruoli di rilievo nella vita della città abbiano “fuggito” il confronto nelle sedi opportune sulle tematiche in oggetto, e che assai poco abbiano investito di se stessi nel progetto di sviluppo della città di Rimini.

Alberto Ravaioli
Sindaco di Rimini

I dati personali pubblicati sono riutilizzabili solo alle condizioni previste dalla direttiva comunitaria 2003/98/CE e dal d.lgs. 36/2006

Comune di Rimini
Piazza Cavour 27 - 47921 Rimini
Tel. +39 0541 704111
PEC protocollo.generale@pec.comune.rimini.it 
P.iva 00304260409

URP - UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO - FRONT OFFICE
Piazza Cavour 29 - 47921 Rimini
Tel. +39 0541 704704
Email: urp@comune.rimini.it

 

Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:10