Sigismondo d'Oro 2010: premiati la Fondazione San Giuseppe per l'Aiuto Materno e Infantile e la Comunità di San Patrignano Onlus

Si è svolto martedì 21 dicembre alle ore 17 nella Sala dell’Arengo di piazza Cavour l’incontro con le rappresentanze cittadine per il tradizionale scambio d’auguri di fine anno, nel corso del quale il Sindaco di Rimini Alberto Ravaioli ha consegnato i Sigismondo d’Oro 2010.
Data di pubblicazione

Quest’anno i Sigismondo d’Oro sono andati alla Fondazione San Giuseppe per l'Aiuto Materno e Infantile e alla Comunità di San Patrignano Onlus, con queste motivazioni:

alla Fondazione San Giuseppe per l'Aiuto Materno e Infantile “per il secolare impegno sociale, il generoso lavoro e il contributo di tanti dedicato all’aiuto materno e infantile, a protezione dei soggetti più deboli della comunità; per avere organizzato nel tempo un complesso specialistico di strutture e servizi socio-sanitari e assistenziali che, anche nei momenti più difficili della storia della Città, hanno sostenuto chi si trovava in condizioni di bisogno; per rappresentare, oggi come sempre, un’importante realtà di accoglienza per bambini e ragazzi in stato di disagio sociale e psicologico, con sostegni sanitari ed educativi per la crescita della persona e della società.

alla Comunità di San Patrignano Onlus “per avere creato sul territorio una comunità per il recupero dalle tossicodipendenze, nata dalla volontà e dall’impegno del fondatore, poi estesa in altre parti d’Italia con il contributo di centinaia di sostenitori, volontari e collaboratori, mettendo a disposizione sostegno abitativo, assistenza sanitaria e percorsi educativi; per avere accolto e aiutato con gratuità migliaia di giovani a uscire dalla tossicodipendenza, seguendoli in un percorso di recupero e reinserimento nella vita sociale; per avere costituito una realtà che si pone come esempio e modello per tanti Paesi, soggetti e organizzazioni internazionali, e per avere acquisito nel tempo conoscenze, competenze e positive esperienze nel recupero dalle tossicodipendenze.

Sigismondo d’oro 2010: l’intervento del sindaco Alberto Ravaioli

La cerimonia di consegna del Sigismondo d’oro è tradizionalmente il momento in cui si traccia un bilancio dell’anno che si appresta a terminare e si volge lo sguardo a quello che già è pronto a battere alla porta. Ci eravamo salutati, nel 2009, già sentendo che ci avrebbe atteso un anno impegnativo. Credo di poter essere sincero, e di esprimere un pensiero comune a tutti noi, dicendo oggi che non potevamo immaginare quanto lo sarebbe stato, per la profonda crisi economica che ancora attraversa lo scenario internazionale.

Invece di elencare, come spesso in queste occasioni si finisce per fare, luci e ombre, obiettivi raggiunti e ancora da conseguire, aspettative confermate e disattese del 2010, vorrei allargare lo sguardo e portarvi ad abbracciare insieme a me un periodo più lungo. E’ chiaro a tutti che quest’anno la cerimonia di consegna della massima onorificenza cittadina ha un significato ulteriore, coincidendo con il termine del mio mandato amministrativo. Dodici anni.

Dodici anni in cui Rimini, così come la realtà intorno a noi, è molto cambiata. Siamo passati dal periodo di intensa espansione degli anni 1998-99 ad un periodo di fine mandato calato in una profonda crisi economica. Non è possibile quindi effettuare una comparazione con gli anni che hanno preceduto i 12 del mandato: i dati sono troppo disomogenei e non comparabili. Non può comunque non essere rilevato che vi sia stata una profonda trasformazione.

Rimini è una città che è cresciuta: non solo nella numerosità della popolazione (abbiamo oltre diecimila abitanti in più rispetto al 1999, all’incirca come l’intera popolazione di un paese come Verucchio), ma anche nella multiculturalità e nella capacità di integrazione (nel 1999 gli stranieri residenti erano appena 3931, oggi sono oltre 14.200).

Una città diventata più ricca di culture ed esperienze, ma anche più ricca in senso letterale. Ricordiamoci cosa è successo all’economia e alla finanza nell’ultimo decennio. Basta un dato: da dicembre 1999 a fine 2009 le borse dell’area Euro hanno perso il 34,75%. Ma Rimini ha saputo continuare a crescere, nonostante tutto, perché di fronte alla crisi non ha commesso l’errore di alzare difese verso l’esterno e di diventare una cittadella chiusa. Ha saputo conservare la propria forza e il proprio carattere distintivo, che consistono nell’essere aperta all’esterno e agli scambi e nella capacità di guardare sempre avanti.

Ce lo confermano dati recentissimi di Unioncamere, che ricorderete: siamo al nono posto in Italia per PIL per abitante più elevato (31.225 euro) e abbiamo scalato letteralmente la classifica guadagnando 32 posizioni negli ultimi 15 anni. Un dato che ci fa guardare con più fiducia al prossimo futuro, ben consapevoli – comunque – delle difficoltà in cui si sono trovate le nostre imprese dal 2008 ad oggi, con alcuni settori (penso al meccanico, al chimico, al metallurgico) più colpiti di altri dalla cassa integrazione, e che abbiamo cercato di alleviare sia raddoppiando negli ultimi anni gli stanziamenti per consorzi fidi e cooperative di garanzia, sia stimolando una politica forte di investimenti pubblici e di apporto dall’esterno di capitali di investimento.

In questi anni lo stesso tessuto economico locale è mutato, vedendo aumentare soprattutto le imprese del commercio e raddoppiare quelle dei servizi. E nel turismo è diminuito in questi dodici anni il numero complessivo di imprese ricettive - che restano sempre a livelli di quasi 1200 nel Comune di Rimini - ma è aumentato quello delle strutture più qualificate, annuali (raddoppiati gli hotel a 5 e 4 stelle) e degli hotel a 3 stelle. In questa direzione va la “variante alberghi”, lo strumento urbanistico varato a inizio 2008 dall’Amministrazione per consentire agli hotel di innovare e riqualificarsi pur nel quadro delle carenti leggi nazionali e regionali, che non hanno fornito strumenti adeguati al rinnovamento. La struttura ricettiva riminese rimane una ricchezza da valorizzare; pensate in proposito che l’intera Regione Sicilia è dotata di un numero di strutture alberghiere pari a quello della nostra città.

Nel 1999 nei nostri portafogli c’erano ancora le lire. I depositi bancari ammontavano sul nostro territorio a 4mila miliardi di lire. Oggi siamo arrivati a quasi 5 miliardi di euro. Ma la nostra è anche una città generosa: sono quasi 130 le associazioni di volontariato che operano nel settore sanitario, sociale, dell’integrazione, della formazione e dell’ambiente. A Rimini è nata, nel 2006, Eticredito, oggi la seconda banca etica a livello nazionale.

Per raccontare la città cambiata in questi 12 anni vorrei invitarvi ad un ragionamento che si fa spesso nel campo delle tecnologie. Nel 1999, ed eravamo ancora nel secolo scorso, acquistavamo auto Euro1. E un cellulare come quello che uso io e forse molti di voi, l’I-phone, sarebbe stato impensabile. Torniamo con la mente a Rimini. In centro, nel 1999 l’Arco di Augusto era stretto nella morsa delle auto, mentre oggi è tornato ad essere la porta di ingresso al cuore della città, ornata di fiori e verde. Non c’era Porta Montanara, che abbiamo ricollocato nel 2004. E in piazza Ferrari era ancora un tesoro nascosto la Domus del Chirurgo, il gioiello del nostro sistema museale, che ha stupito il mondo intero quando nel 2007 l’abbiamo inaugurata.

Non si pensi però che il ruolo dell’Amministrazione sia stato in questi lunghi anni quello di agire per interventi “spot”. Abbiamo invece operato secondo un disegno che – credo di poter affermarlo con sicurezza – per la prima volta ha avuto in mente un’immagine di città come sistema unico, per quanto complesso. Il cambiamento si è caratterizzato innanzitutto attraverso una riqualificazione profonda del territorio, con miglioramenti strutturali e l’attenuazione – per non dire la scomparsa - della realtà delle due città, ovvero la città del mare e quella del centro storico.

Siamo passati dalla “monocultura” che per decenni è stata il nostro principale carattere distintivo, quella del turismo balneare, alla policultura di un turismo che offre sole e mare d’estate, ma anche cultura, enogastronomia, eventi fieristici e congressuali tutto l’anno. Anche grazie al rilancio del nostro aeroporto abbiamo riacquistato rango internazionale e quest’anno il turismo straniero ha superato il 25% come quota di mercato.

Una trasformazione che è andata di pari passo con la riscoperta e la valorizzazione della nostra identità culturale, sia nel settore più proprio della cultura stessa, sia in quello della formazione superiore universitaria. La Domus del Chirurgo, l’inaugurazione quest’anno della nuova ala archeologica del Museo e la realizzazione della nuova ala moderna che inaugureremo presto, il recupero del complesso degli Agostiniani, il progetto per l’ex Fulgor e palazzo Valloni sono le linee principali del disegno di valorizzazione dei contenitori culturali della città, culminante nel progetto di ricostruzione del Teatro Amintore Galli, che recentemente ha avuto il parere positivo da parte del Comitato tecnico del Ministero dei Beni culturali. Il completamento del Foyer è già iniziato e siamo di fronte alla possibilità di poter indire il bando per la ricostruzione del Galli prima della fine della legislatura.

Allo stesso modo, sul fronte della formazione accademica, si è data sostanza al programma “cittadella universitaria”, un progetto strategico per le politiche di sviluppo dell'Università a Rimini e per un’integrazione sempre più proficua dei suoi studenti nel tessuto cittadino. Sono oggi circa 6000 gli iscritti al Polo di Rimini, di cui oltre il 50% fuori sede. Sono stati recuperati i contenitori messi dal Comune di Rimini a disposizione dell’Università (come l’edificio Navigare Necesse, l’ex convento dei Teatini, il complesso Alberti) e con l’inaugurazione, quest’anno, dello studentato da oltre 100 posti all’ex Palace Hotel si è chiuso un buco nero che feriva da troppo tempo il tessuto urbano. Soprattutto, il nostro Polo universitario ha trovato una strutturazione dal punto di vista dei contenuti progettuali qualificandosi come struttura universitaria dedicata a formazione e benessere della persona e dell’ambiente, economia del turismo e moda.

Se l’ex Palace hotel era una ferita, era invece un vero e proprio strappo quello che si era venuto a creare fra il Piano regolatore generale del 1999 e il Piano territoriale di coordinamento provinciale all’inizio del mandato amministrativo. Il lavoro di questi anni, oltre a progettare gli strumenti urbanistici per il rilancio economico della città, ha dovuto operare in profondità per le ricuciture necessarie fra i due piani regolatori. Con la redazione, negli ultimi due anni, del nuovo Piano strutturale comunale e del Rue, la cui adozione è prevista a breve, ricuciremo lo strappo e definiremo i principi e le grandi strategie per la salvaguardia, lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse del nostro territorio. In questo sistema si inseriscono la riqualificazione della rete viaria e l’approvazione del Piano urbano della mobilità, un anno fa, che rappresenta il quadro generale delle scelte e delle decisioni relative alla mobilità nell’area urbana. Pensate al 1999: avevamo 2 rotatorie, in dieci anni ne abbiamo realizzate quasi 60; erano 10 i km di piste ciclabili, oggi superano i 70.

Non possiamo dimenticare, infine, la realizzazione della gran parte di via Roma e di parte di via Sozzi, la circonvallazione di Corpolò, la rotatoria fra Statale 16 e Statale 9, e gli attuali lavori per la realizzazione della terza corsia dell’Autostrada, con la scomparsa – al termine – della maggior parte degli impianti semaforici della attuale Statale 16. E nel paniere della città abbiamo la possibilità di completare il nodo stradale fra Superstrada per San Marino e Statale 16, nonché il progetto definitivo per la realizzazione della nuova Statale 16, per cui occorre trovare le risorse, e in corso il progetto per la circonvallazione di Santa Giustina e lo sfondamento di via Diredaua.

La medesima idea di città come sistema ci ha fatto lavorare per la riqualificazione dell’apparato fognario e depurativo, dotandoci nel 2006 del Piano generale delle fognature. Un argomento complesso e delicato per la realtà riminese, dato che attiene alla salubrità del nostro mare, e che vedrà approdare in Consiglio comunale a inizio 2011 lo studio di fattibilità per la separazione delle reti e, nei primi mesi dell’anno, il bando di gara per la realizzazione del raddoppio del depuratore di Santa Giustina e della condotta fognaria di Rimini nord, per un valore complessivo di 43 milioni di euro.

Credo che stia emergendo in maniera organica, dal quadro tratteggiato, l’impegno profuso in questi anni per la città. Anche in termini di investimenti, con un programma che dal 2001 ad oggi ammonta a oltre 607 milioni di euro, importante e necessario per continuare a dotare la nostra città di opere infrastrutturali e strategiche indispensabili allo sviluppo del territorio e all’economia locale. Una cifra consistente, vorrei quasi dire enorme, difficilmente raggiungibile negli anni a venire, e che pone il problema per i futuri amministratori di trovare le sinergie fra progettualità e risorse per realizzarle. Un tema non facile, che molti, molto spesso, trascurano o sottovalutano, sia per superficialità, sia per mancata conoscenza e approfondimento dei problemi.

Ma parlare di città significa naturalmente e soprattutto parlare di cittadini, di persone. La quota di spesa corrente dedicata al welfare, ovvero ai settori dell’istruzione e del sociale, ha superato in questi anni il 33%. Il solidarismo sociale è stato mantenuto espandendo i servizi alla città. Penso alle scuole: con le recenti inaugurazioni delle scuole di Viserba e via Di Mezzo, innovative anche dal punto di vista bioarchitettonico, e con l’apertura del nido all’ex seminario supereremo i 1000 posti per i nostri bimbi, raggiungendo una copertura del servizio del 24,6% (era il 13,7% nell’anno scolastico 2000-2001, con allora 452 posti nei nidi comunali), mentre il tasso di copertura delle materne è da tempo al 100%.

Penso al tema della casa ai cittadini: abbiamo messo in campo un robusto piano di edilizia residenziale pubblica arrivando a mettere a disposizione più di 1500 alloggi per altrettante famiglie, di cui circa 600 realizzati dall’attuale amministrazione e 480 in turnover, a cui si aggiungono altri 1540 alloggi di edilizia convenzionata in proprietà.

Abbiamo lavorato per garantire la sicurezza sociale, ma anche la sicurezza personale e materiale dei riminesi. Ritengo l’ordine pubblico e la legalità elementi qualificanti di una buona amministrazione. Nel 2008 Rimini ha registrato, fra tutti i capoluoghi italiani, il più forte calo del numero di reati: -17%. Un trend che continua positivamente: i dati relativi ai delitti rilevati dall’inizio di quest’anno a fine settembre in città indicano la decisa diminuzione del numero di reati totali, confermando il successo dell’attività di prevenzione messa in campo dalle Forze di Polizia, in proficua collaborazione con la nostra Polizia municipale e le altre Forze dell’ordine.

Non può non essere sottolineata – seppure brevemente – la profonda azione riformatrice nell’organizzazione della struttura del personale del Comune di Rimini. All’inizio del mandato ho trovato una struttura amministrativa con 52 dirigenti, e anche se - come spesso ho affermato – fra i dipendenti comunali vi sono numerosissime ed elevate professionalità, molti uffici e settori erano fra di loro in antitesi, come corpi separati dentro lo stesso ente. Abbiamo lavorato per cambiare alla radice questa cultura, per far crescere il senso della squadra, del lavoro di gruppo e della concezione di una Pubblica amministrazione al servizio della città. Lasciamo una Pubblica amministrazione più funzionale, con 25 dirigenti che diverranno 18 al termine del mandato, con la possibilità  - per i futuri amministratori - di apportare ulteriori mutamenti e classe dirigente nuova.

Cari concittadini,

questa è la città per cui abbiamo lavorato e che lasciamo “in eredità” alla futura Amministrazione. Certo, esistono dei “file” ancora aperti, non nascondiamolo, anche se non tutti dipendenti dall’Amministrazione comunale. La nuova questura, il lungomare, il Palacongressi, le colonie, il Piano spiaggia, un Patto di stabilità che ha bloccato nel 2010 alcuni investimenti importanti come il completamento di via Roma, ma che oggi è possibile realizzare nel breve periodo.

Posso affermare con certezza che in ognuno di questi casi abbiamo fatto tutto quanto è di competenza di un ente locale per creare le condizioni (anche economiche), la base e la cornice affinché il problema si risolva. Ne è la dimostrazione il recentissimo sblocco del finanziamento del TRC, nei cui confronti abbiamo sempre mantenuto coerenza rispettando, tempi, prescrizioni e ogni adempimento anche nelle fasi più difficili. Non vedo la possibilità di realizzare quello che il Piano strategico definisce il “parco del mare”, completamente senza automobili, senza che venga realizzato il trasporto legato alla metropolitana di costa.

Vorrei, su questi “file” ancora aperti, spendere alcune considerazioni. Sul Palacongressi, dopo un periodo di attenzione, di riflessione e di conoscenza dei problemi relativi alla sua realizzazione, posso con certezza affermare che i tempi ormai sono maturi per la chiusura di una vicenda che ha creato grande sconcerto negli amministratori e nella città. Faremo le valutazioni personali al termine di questa complessa vicenda, ma oggi posso affermare con sicurezza che gli elementi tecnici, sia strutturali, sia relativi ai materiali, possono essere superati con rapidità. Questi elementi non dipendono sicuramente dall’attuale amministrazione, ma l’opera è talmente importante per la città di Rimini da non poter non permettere al Sindaco discorsi chiarificatori al riguardo.

Riguardo poi al Lungomare e ai progetti di finanza che attengono Marina Centro, Miramare e Torre Pedrera, lasciamo in eredità una progettazione prestigiosa e di rilievo, sulla quale dovranno decidere il prossimo sindaco, la prossima Giunta e il prossimo Consiglio comunale. Vale anche per questo ricordare il principio che fra pensiero, progetto e prassi sono pur sempre le risorse che condizionano le realizzazioni.

Per quanto concerne l’arenile, approveremo prima della fine della legislatura il Piano spiaggia. Su questo argomento voglio affermare con chiarezza che senza una profonda modifica della legislazione che dia certezze per gli investimenti degli operatori, nel rispetto naturalmente della normativa europea, la pianificazione locale rimane fragile e di corto respiro.

Sulla nuova Questura, desidero riaffermare l’interesse del Comune di Rimini a sbloccare l’intricata vicenda, e spero che nelle prossime settimane e nei mesi che rimarranno, sia il Ministero che il privato possano dimostrare quelle capacità di proposta tali da permettere la risoluzione del problema. Mi sembra di poter cogliere timidi segnali in questa direzione e in questa prospettiva il Comune di Rimini è disponibile a fare la propria parte.

Relativamente alle Colonie (mi riferisco alla colonia Murri e alla Novarese) i processi di riqualificazione stanno andando avanti, nonostante il rallentamento causato dalla crisi economica, e troveranno nel corso del 2011 un loro completamento. La proposta di riqualificazione della colonia Enel in struttura alberghiera è all’attenzione del Consiglio comunale e auspico che venga approvata. Per quanto attiene alla colonia Bolognese, debbo purtroppo sottolineare che quando il privato si approccia ai problemi con intenti speculativi inadeguati, la situazione diventa complicata e difficilmente sbrogliabile. Proposte concrete di ribasso del valore e appetibili per il mercato dovrebbero essere in questo caso messe in campo.

Alla futura amministrazione lasciamo infine – e soprattutto - la “carta nautica” più importante per continuare la navigazione. E’ il Piano strategico della città di Rimini, approvato all’unanimità nel maggio scorso dal Consiglio comunale ed appena entrato nella seconda fase di programmazione. Si tratta dello strumento di riferimento per lo sviluppo della città e del suo territorio; una visione partecipata e condivisa sul nostro futuro che rappresenta il risultato del lavoro congiunto di 52 associazioni riminesi rappresentative della realtà economica, sociale e culturale della città.

Mi avvio alla conclusione riallacciandomi alle considerazioni iniziali. In un momento non facile come quello attuale, segnato da una crisi economica che rischia di accentuare sempre di più i contrasti e le divisioni sociali, è più che mai importante riaffermare i valori della solidarietà, della coesione, dell'aiuto reciproco, del dono e della gratuità. Questa sera, con la consegna del Sigismondo d’oro alla Fondazione San Giuseppe per l’aiuto materno e infantile e alla Comunità di San Patrignano per il recupero della persona e la liberazione dalle tossicodipendenze, intendiamo riconoscere e premiare il lavoro di due importanti realtà impegnate nel settore sociale, la cui attività e le cui ricadute positive hanno valicato da tempo i semplici confini riminesi.

Prima di lasciare spazio e parola ai nostri premiati permettetemi un sincero ringraziamento. Grazie ai cittadini, alle istituzioni, alle forze dell'ordine, al signor prefetto Vittorio Saladino e al Questore Oreste Capocasa, e a tutti i comandanti delle Forze armate e tutori delle Forze dell’ordine; alle associazioni, alle organizzazioni sindacali, alla Giunta e agli ex assessori Stefano Vitali, Elisa Marchioni, Maurizio Melucci, Stefano Pivato; ai consiglieri comunali, a tutte le forze politiche.

Grazie a tutto il personale del Comune di Rimini, al Direttore generale Laura Chiodarelli, ai direttori e ai dirigenti, a Fabrizio Bronzetti, a Giorgia Gianni, ad Alessandra Pesaresi.

Grazie a mia moglie Atalia e alla mia famiglia, agli amici Stefano Fabbri, Loredana Dori. In questi anni in particolare la mia famiglia ha dovuto sopportare il peso importante del mio impegno come amministratore e devo sottolineare come al suo interno ho sempre trovato comprensione e solidarietà.

Un grazie anche ai miei colleghi medici, infermieri, biologi, data manager, psicologi. Il reparto che dirigo poteva correre un rischio: quello di non avere lo sviluppo importante che invece ha avuto in questi anni. E’ grazie anche al lavoro dei colleghi se questo è potuto avvenire.

A tutti voi infine i miei più sinceri auguri per un 2011 davvero felice e ricco di soddisfazioni.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:09