300 persone aiutate e 67 percorsi di recupero attivati nel primo anno del progetto
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Trecento persone aiutate e accolte in struttura per un totale di oltre 4300 notti, 67 progetti individuali attivati, un incremento della percezione della sicurezza in stazione rilevato intervistando un campione di oltre mille passeggeri. Sono i dati più significativi del primo anno di attività del progetto "Stazione Sicura", avviato il primo marzo 2010 dal Comune di Rimini con l'obiettivo principale di rendere sicura la stazione ferroviaria di Rimini e i luoghi circostanti mediante azioni di primo intervento nei confronti delle persone senza fissa dimora che si trovano nell'area.

Il progetto "Stazione Sicura" si fonda su tre azioni: il presidio della stazione e dei luoghi circostanti tutte le sere, dalle 19 alle 24, da parte di operatori professionali qualificati e di volontari; un call-center attivo dalle 7 alle 24 per emergenze, segnalazioni ed informazioni (numero verde  800 912236); l'accoglienza dei senza fissa dimora presso le strutture presenti sul territorio (Capanna di Betlemme e centro di prima accoglienza della Caritas). Le attività sono condotte dalle associazioni Madonna della Carità e Papa Giovanni XXIII di Rimini, che lavorano in stretta collaborazione, mentre il Comune di Rimini svolge il monitoraggio delle attività e degli interventi.

Nell'arco del primo anno di attività (dal 1 marzo 2010 al 28 febbraio 2011) grazie al progetto "Stazione Sicura" sono state accolte in struttura 302 persone (199 uomini e 103 donne) per un totale di 4380 notti.

I progetti individuali attivati nel corso sono stati 67, di cui 33 terminati con successo (recupero da sostanze, collocamento presso un'abitazione, asilo politico, ricovero in strutture) e 16 ancora attivi (per recupero da sostanze o asilo politico).

Gli accolti hanno un'età media compresa tra i quaranta e cinquant'anni; 8 persone erano anziane e 13 persone erano giovani. La maggior parte sono celibi/nubili o separati/divorziati; per la minor parte (prevalentemente italiani e romeni) sono risultati sposati e residenti fuori Comune. La scelta di allontanarsi da casa è stata determinata dalla necessità di cercare un lavoro per non essere un peso in più per la famiglia.

Dai contatti presi nel primo anno di attività è emerso che il disagio principale delle persone che vivono una situazione di emarginazione sociale è dato dalla difficoltà a trovare un lavoro. Questo determina la difficoltà ad avere una casa, l'allontanamento dalla famiglia (quando è presente) per evitare di gravare sulla stessa. Le conseguenze dell'emarginazione sociale riscontrate più frequentemente sono l'alcolismo o la dipendenza da sostanze; a questi si possono aggiungere problemi mentali dovuti al carattere, alla perdita di persone care o all'uscita dal carcere.

Dai questionari sottoposti alle persone che transitano abitualmente o occasionalmente per la stazione ferroviaria è emerso che è aumentata la percezione della sicurezza in stazione e nei luoghi circostanti. Inoltre viene apprezzata la presenza concreta e costante degli operatori e volontari del progetto che attivano interventi immediati. E' stato riscontrato anche un aumento dell'interesse positivo verso il progetto e verso gli interventi dei volontari.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:09