Rimini inaugura il suo Palacongressi

9.000 le sedute complessive, 1.600 posti la capienza della Sala Anfiteatro, 3.500 quelli della ristorazione, 38.000 mq. l'area interessata dall'intervento, 4.000 mq. il foyer d'ingresso, 117 milioni il costo dell'opera, 511 posti auto la capienza del parcheggio
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Con l'intervento del Sindaco di Rimini Andrea Gnassi a nome degli enti soci (Comune di Rimini, Provincia di Rimini e Camera di Commercio di Rimini) si è aperta, sabato scorso, la cerimonia inaugurazione del nuovo Palacongressi di Rimini.

"E' davvero difficile vivere questa serata senza provare un sentimento piuttosto particolare che sta a metà fra l'emozione e l'orgoglio.

Ho l'onore di rappresentare la città, tutta la nostra città. E gli altri enti soci di Rimini Fiera e protagonisti del nuovo Palas come la Provincia di Rimini, con il suo Presidente Stefano Vitali, e la Camera di Commercio, con il suo Presidente Manlio Maggioli. Un grazie a chi c'ha creduto, ai lavoratori, alle imprese, alla alle amministrazioni comunali e provinciali precedenti, alla Regione Emilia - Romagna che lo ha sostenuto, al presidente della Fiera Lorenzo Cagnoni.

Non sono molte le città italiane che in questo momento possono permettersi di inaugurare un'infrastruttura di livello internazionale.

Ancora meno sono quelle che possono dire di avere sotto gli occhi un'architettura bella, affascinante e in grado di produrre un di più di competitività, lavoro, benessere e ricchezza in un momento di crisi come questo.

In questi giorni il mondo ha celebrato la figura di Steve Jobs:un innovatore straordinario che ha cambiato il modo di comunicare e di relazionarsi, ha rivoluzionato la quotidianità di milioni di persone affrontando sfide tecnologiche che quasi nessuno era in grado nemmeno di immaginare.

Steve Jobs era un visionario che ha ricongiunto la realtà con gli scenari più audaci della fantascienza.

Oggi iniziamo una nuova storia.

Oggi iniziamo una nuova storia, e proprio pensando a Steve Jobs, la iniziamo in una città e in un territorio che è abituato a scommettere tutto se stesso per affrontare e superare sfide che in altre città non si riescono nemmeno a immaginare.

Muoviamo verso il futuro ma rimaniamo ancorati alle pagine migliori della nostra storia.

A pochi metri da dove siamo c'è una zona dove Isotta degli Atti aveva una dimora suburbana nei poderi chiamati della Ghirlandetta. E il bronzo di Agrippina minore, ora al Metropolitan di New York, è stato trovato nella Fornace Fabbri da cui sono usciti i mattoni della ricostruzione riminese.

Nel Foro Boario, e poi semplicemente il Campo della Fiera, collocato tra qui e le mura medioevali si svolgeva un floridissimo mercato del bestiame che rappresentava uno straordinario motore economico della città di Rimini.

Oggi inauguriamo un nuovo motore economico, al servizio di una realtà più vasta, in grado di parlare sia il linguaggio del futuro che quello della storia.

Quello che inauguriamo oggi è un nuovo entusiasmante episodio della Rimini luogo di relazioni e di incontri, curiosa e aperta al mondo, ospitale e capace di mettere in campo servizi all'altezza dei tempi che viviamo.

L'architettura che questa sera possiamo toccare con mano, non è quella di un'astronave planata da un altro pianeta.

E non lo è, non solo perché dentro c'è l'anima più autentica della nostra città ma anche perché, in questi mesi, la nuova amministrazione, insieme alla Provincia e alla Camera di Commercio, ha lavorato per rendere la scelta urbanistica fatta anni fa sempre più integrata e sempre più parte di una città che stiamo provando a rendere più bella e attrattiva.

Muovendosi nel nostro Paese non è raro incontrare importanti infrastrutture, fiere, palazzi, circondati da un paesaggio lunare o degradato, disincarnati dalla città in cui sono insediati e che spesso, al di fuori dei tempi d'utilizzo, si trasformano in punti di degrado sociale e in luoghi insicuri.

Questo è un rischio che con il nuovo Palas di Rimini davvero non corriamo.

Attorno all'astronave c'è il nostro pianeta e qui, a partire dalla realizzazione del cosiddetto Raggio Verde, diamo vita ad un intervento di alto livello che ricuce la nostra città: realizzando uno straordinario parco urbano che collega un quartiere popolare come il V Peep alla città storica e che si ricongiunge alla marina.

Da qui, a proposito di scelte future vogliamo avviare il progetto di una nuova grande opera urbana e sociale: un anello verde che dal Palas arriva alla Marina, passa per il lungomare, risale dalla banchina al Ponte di Tiberio, prosegue per l'alta Valmarecchia e gira sull'Ausa, toccando l'Ina-Casa, i Padulli, Covignano, la Grotta Rossa per tornare alla cava e al parco.

E' questo il primo esempio della città che vogliamo per il nostro futuro: una città che ricompone le fratture che la dividono e torna a essere, materialmente ma anche idealmente, coesa, armonica e consapevole della propria storia. Dentro e fuori i suoi confini, perché un intervento come quello che stiamo per inaugurare abbatte le barriere tra capoluogo e territorio: sviluppo, occupazione, benessere derivati dal nuovo Palacongressi s'irraggiano a sud, a nord, nella parte più interna della nostra provincia.

Poco fa, sono arrivato qui in bicicletta e tra qualche ora me ne tornerò a casa con lo stesso mezzo. Non è un vezzo, ma una delle tante fotografie e opportunità che - da oggi in poi - potremo avere nella nostra Rimini. Tutti.

Insomma, da qualunque punto di vista vogliamo guardare, questa sera è l'inizio di una storia e non la conclusione.

Con il Palas nel cuore di Rimini, tutta la nostra terra offrirà a milioni di persone la sua identità romana, rinascimentale, balneare. In un certo senso re-inauguriamo (perché offriremo ai tanti che verranno) re-inauguriamo, dicevo, l'Arco d'Augusto, il Tempio, il Ponte di Tiberio, ma anche l'intera Signoria dei Malatesta. Accendiamo il motore nel capoluogo mettendolo a disposizione di un sistema. Che ci porterà a trovare le ragioni per essere con il Palas di Riccione leader nel Mediterraneo, e non "galletti" che si beccano sotto il campanile di casa.

E questa città ha stampato nel proprio corredo genetico la capacità di riprendere in mano il filo della propria storia, e quando serve, di ricominciare da capo, inventarsi nuove direzioni di marcia. Nuove strade verso la qualità di una nuova Rimini. Certo, tutta da conquistare, ma verso la quale tenderemo, con il giusto passo e una forte determinazione. Senza ingessare, senza bloccare, senza il dirigismo, ma con la semplicità di un'abitudine personale che cambia, ad esempio nel muoversi dentro la città, e con l'autorevolezza nell'indirizzare verso un nuovo processo. Questo investimento pubblico deve essere uno stimolo per un processo d'innovazione che spinga il privato a prestazioni di alta qualità, nei servizi nel commercio e nell'accoglienza. Mentre parliamo, Ryan Air ci vola sopra la testa e nuove destinazioni turistiche emergono tutti i giorni. Dobbiamo essere veloci.

Abbiamo risposto ai bombardamenti con l'invenzione del turismo di massa, alle mucillagini con la diversificazione dell'offerta e, oggi, ci stiamo attrezzando per rispondere alla crisi economica mettendo in campo un fisico che ci consente di reggere meglio alle intemperie future.

Un fisico dove le infrastrutture sono il complemento di un'idea di città che recupera compattezza, identità e bellezza, e dalle quali non intendiamo in alcun modo rinunciare.

Abbiamo guardato l'Europa più avanzata con l'architetto Marg. Parleremo inglese, francese, russo, tedesco, e cinese. Ma non rinunceremo al suono dolce della nostra "esse" storpiata, al nostro dialetto che si mischia alle altre lingue come in "8 e ½" e "Amarcord" diventando un esperanto universale. Siamo un posto vero, non di plastica e lustrini. Saremo la più europea delle migliori provincie italiane che fa sentire a casa ogni provenienza.

"Stay hungry, stay foolish" è la potente metafora che Steve Jobs ha rimbalzato fino a noi dal discorso rivolto agli studenti della Stanford University.

E noi siamo ancora affamati e folli: di sogni da realizzare, di futuro più solido da costruire.

Affamati e folli anche quando, a breve, affronteremo un'altra grande sfida, la riqualificazione della Marina, a poche centinaia di metri da qua, oggi la parte più datata e bisognosa di rinnovamento di Rimini. Sì, non ci sottrarremo alla sfida, avendo ben chiaro che qualsiasi intervento andremo a ipotizzare, quindi a progettare e realizzare, dovrà vivere e respirare con il contesto intorno, con un'idea di città a misura e sogno dell'uomo contemporaneo: ambizioso ma non prepotente, orgoglioso ma non prevaricante, semplice ma creativo, inimitabile ma universalmente accogliente.

Quella di stasera, dunque, non è la portata finale di una lunga cena ma, piuttosto, l'antipasto di un menu ricco ed emozionante che abbiamo appena iniziato ad assaggiare. Non ci accontenteremo. Continuiamo e continueremo a essere affamati e folli. Affamati per crescere insieme, folli, perché in quanto alla follia, siamo semplicemente riminesi.

Grazie a tutti"

Al Sindaco Gnassi hanno fatto seguito gli interventi di Lorenzo Cagnoni, Presidente di Rimini Fiera, Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia - Romagna, Michela Vittoria Brambilla, Ministro del Turismo. Walking Marg, l'architetto progettista del nuovo Palas è intervenuto con un videomessaggio. Sua eccellenza Monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini, ha benedetto la struttura prima del taglio di nastro ufficiale.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:08