Rimini approva il Bilancio di previsione 2012

Col voto favorevole della maggioranza e quello contrario della minoranza, il Consiglio comunale di Rimini (presenti tutti i 32 consiglieri e il Sindaco) ha approvato nella seduta di ieri sera il Bilancio di previsione 2012, nonché il bilancio pluriennale 2012/2014, la relazione previsionale e programmatica per l'esercizio 2012/2014, l'elenco annuale LL.PP. 2012 e altri investimenti, il piano programma investimenti per il triennio 2012/2014.
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"Per quello che è stato il dibattito fino ad oggi - ha detto il Sindaco Andrea Gnassi nelle conclusioni che hanno preceduto il voto - il dato che emerge di più è che le varie forze di minoranza stanno conducendo questa discussione in maniera un po' "rituale" riproponendo lo stesso dibattito che si faceva negli anni precedenti; senza tenere nella dovuta considerazione, tranne in alcuni casi, il dato di partenza. Ovvero i -23 Milioni di Euro di tagli da cui è partita la costruzione del Bilancio.

Magari con l'intento di strizzare l'occhio a questa o a quella componente sociale.

C'è chi si preoccupa solo dei nidi privati o chi invece si preoccupa di più di posti pubblichi che di posti nido. Oppure chi attacca per un IMU troppo alta e fa parte dello stesso partito che a 5 KM da qui mette l'IMU sulla prima casa al 0,6% e l'aliquota del 1,06 su tutto il resto. Oppure ancora chi è convinto che la soluzione di tutti i problemi sia nell'accantonamento del TRC. Un ping pong tra chi chiede meno tasse, senza dire però come tagliare i servizi e e chi chiede più spesa, senza però dire come reperire le risorse

Personalmente mi sarei aspettato che, essendo questo un contesto locale, trovasse più spazio il vero nodo politico che c'è in premessa alla costruzione del nostro e degli altri bilanci degli EE LL: la straordinaria condizione di crisi economica del Paese ha nei fatti azzerato l'autonomia degli Enti Locali. E su questa questione, che è invece centrale, mi pare di aver sentito poche riflessioni da parte delle forze di minoranza. E secondo me abbiamo perso un'occasione per dare una spinta alla centralità che possono avere le Comunità Locali nell'uscita dalla crisi.

Personalmente mi sono fatto la seguente convinzione: in 60 anni repubblicani la media di durata dei Governi Centrali è stata di circa 8 mesi. Questo vuol dire che gran parte dello sviluppo, della coesione sociale e nazionale dell'Italia Repubblicana è stato garantito dalla crescita del ruolo delle autonomie Locali, affiancate, per quanto riguarda lo sviluppo economico, dal tessuto produttivo costituito dalle PMI;

Oggi questo rapporto fecondo è messo in forte discussione. I Comuni che fino a pochi anni fa erano il primo elemento di coesione oggi rischiano di essere insufficienti per quanto riguarda il sostegno ai più bisognosi e addirittura nocivi per le piccole e medie aziende visto che per il patto (stupido) non sono in grado di pagare.

Questo è il fatto che più ci deve far preoccupare della fase in cui ci troviamo adesso e non tanto, o non solo, se questo o quel centro d'interesse è tutelato dal bilancio 2012. Mi domando quanto ancora potrà durare in questa condizione? Solo a pensare che il 2013 possa essere come il 2012 a me fa tremare i polsi. Per quanto ancora potremo "stressare" il tessuto economico e sociale con poca ricaduta locale come si sta facendo in questo periodo?

Allora se la situazione è questa appare evidente che un dibattito al più uno sulla spesa e al meno uno sulla tassazione che fatalmente convergono tutti nella battaglia agli sprechi può sì riempire un intervento di 15 minuti o di mezzora, ma non da nessun contributo serio, utile, durevole per costruire la Rimini di domani. Una Rimini che si deve interrogare anche sul ruolo, le funzioni, la presenza che deve avere la stessa Amministrazione Comunale. L'impressione che ho è che, non ci sia solo da ripensare il modello dello sviluppo economico, ma ci sia un grosso lavoro da fare anche su quelli che sono gli strumenti di intervento della pubblica amministrazione nel complessivo delle sue funzioni. Un lavoro che passa anche attraverso la Riqualificazione della Spesa verso un miglior rapporto tra costi e qualità/quantità di servizi e prestazioni. Così come sarà importante ridefinire i criteri di accesso a servizi e prestazioni secondo il principio di appropriatezza della spesa.

Con questo bilancio vogliamo iniziare a fare questo percorso, la Giunta che lo propone, il Consiglio che lo discute e approva, portano con loro importanti responsabilità che sono assolvibili solo, a mio parere, se usciamo dalla logica consumata dei portatori di interessi. Non sono riflessioni in libertà ma sono frutto dell'analisi comparata della nostra manovra con quella degli altri comuni.

Il primo dato che si vede è che TUTTI i comuni, per garantirsi la possibilità di assolvere alle proprie funzioni, hanno utilizzato IMU ed IRPEF. Attenzione TUTTI I COMUNI hanno usato quello che lo Stato ha messo a loro disposizione (oltreché a disposizione di se stesso per quanto riguarda l'IMU visto che se ne porta via più della metà e non una semplice parte come è stato detto più volte nel dibattito."

Una Manovra Equa

"Nel panorama dei Capoluoghi regionali la nostra Manovra si colloca tra le meno aggressive - ha proseguito il Sindaco. E questo perché siamo riusciti a usare tutte le leve a disposizione in un mix di Mettere e Togliere che ci ha consentito di fare una manovra equa: sì IMU, no incremento irpef, sì fascia di esenzione IRPEF, no ISCOP, no passi carrai, sì imposta di soggiorno.

Il fatto che le nostre aliquote dei singoli tributi si collochino, nella classifica regionale, nella parte bassa è la prova che la manovra riminese è più equa e ben distribuita.

Senza quindi pensare a usare questo o quel tributo come clave o azione punitiva oppure, dall'altra parte, individuare un'ipotetica categoria di riferimento al quale garantire questa o quella esenzione o condizione di favore e solo in funzione di questo o quello giudicare questo bilancio.

Una manovra rigorosa e sulle priorità

Diverso invece il ragionamento se passiamo sul fronte delle spese. Qui la nostra autonomia ha ancora dello spazio. Su questo fronte abbiamo fatto le scelte che caratterizzano il bilancio. C'è una scelta precisa. E' il nostro modo di interpretare il ruolo del Comune.

Welfare, istruzione, sanità, sicurezza, cultura, turismo sono le coordinate sulle quali il Comune di Rimini con questo Bilancio non arretra nonostante 23.694.646 euro di tagli dei trasferimenti statali."

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:07