Rimini in cammino contro la violenza sulle donne

Nella ricorrenza della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, saranno tanti i riminesi che scenderanno nelle strade della città per sensibilizzare la nostra comunità sul dramma della violenza contro le donne con una camminata simbolica  promossa dal Comune di Rimini e dall'associazione Rompi il silenzio, l'adesione ai valori dell'iniziativa.
Data di pubblicazione

Una camminata che avrà anche lo scopo di raccogliere risorse per attività formative in tema di violenza di genere realizzate dagli enti e associazioni che tutti i giorni operano nella città.

La camminata, lanciata da un appello che tra i primi firmatari vede l'adesione di Marina Massironi (attrice), Giulia Innocenzi (Giornalista), Fabio De Luigi (attore), che avrà inizio nel primo pomeriggio del 25  dalla sede della Casa delle Donne per proseguire nella città, nella zona mare per poi far ritorno in piazza Cavour.

APPELLO

 25 NOVEMBRE - GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 

Abbiamo molti modi per interpretare una ricorrenza. Il primo è quello di farne un’occasione per stanchi e ripetitivi cerimoniali che stanno nel mezzo della quotidianità come un buco spazio-temporale, un’ interruzione nel flusso della consuetudine, un' autoassoluzione. Il nostro calendario è stracolmo di “giornate per (o contro)…”: quasi ogni settimana c’è una celebrazione, un ricordo, una corona d’ alloro da posare o un discorso da pronunciare.

Il secondo modo di interpretare una ricorrenza è quello di farne un’ occasione; ma nel senso più profondo del termine. L’ occasione è qualcosa che accade: e che fa accadere le cose. Un principio, un inizio, ma che si ripete periodicamente. E’ un campanello, una sveglia che squilla se ci distraiamo un po’ troppo, se la vigilanza e l’attenzione calano. Il primo passo che diventa cadenza costante di un movimento che va avanti, che deve andare avanti senza fermarsi, sempre.

E non per un mese, sei mesi, un anno. Sempre. Ben vengano, le “Giornate di…” se servono non tanto ad aprire, ma soprattutto a mantenere aperte le porte delle nostre menti e delle nostre anime; se servono a fare il primo passo di una lunga marcia.

Noi vorremmo che il 25 novembre , Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, fosse questo.  Perché i numeri del femminicidio aumentano sempre, in un crescendo che sembra inarrestabile. Solo nei primi sette mesi del 2012 in Italia ci sono state quasi 80 vittime ed un numero incalcolabile di donne è stato violentato, picchiato, terrorizzato. Nella grande maggioranza dei casi non da estranei incontrati per strada, ma dai propri mariti, compagni, amanti: dai padri dei loro figli.

Non ci sono parole per descrivere la paura e il dolore di una donna che teme giorno e notte per la propria vita. E’ una donna muta, una statua di sale che cerca di non farsi vedere e udire, di non muoversi troppo velocemente, di non attirare l’attenzione. Ma nessuna precauzione è sufficiente: qualsiasi gesto o parola, ma anche l’assenza di gesto o parola, possono innescare la furia cieca. E il rifugio per eccellenza, la casa, diventa un’ arena in cui combatte per la sua vita. E non c’è nessuno che faccia rientrare in gabbia la belva che la insegue.

La violenza contro le donne è, da sempre, una vendetta dell’ impotenza contro la libertà, l’autonomia, il desiderio. E’ il modo scelto da secoli per sbarrarci il passo, per indurci a fermarci, a tornare indietro. Dentro rapporti malati che non ci corrispondono più, dentro il dolore di subire ciò che non vogliamo e non possiamo più subire. In un silenzio privo di parola, in un corpo condannato all’ immobilità.

E’ da questo silenzio e da questa immobilità che vogliamo liberarci. Ed è per questo che il 25 novembre 2012 a Rimini ce lo immaginiamo così: un cammino assieme, di donne e uomini, una marcia, quasi una danza di corpi che riempirà strade e piazze, ma non solo per un breve momento. Lo sentiamo e lo abbiamo pensato come la partenza di una maratona, l’avvio di un percorso che continuerà anche il 26 e il 27 novembre e tutti i giorni di tutti gli anni che verranno.

Cammineremo per noi stesse, per le donne che sono state fermate; e soprattutto cammineremo perché a tutte le altre non sia mai più sbarrato il passo.  

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:06