Bologna e gli anni delle stragi, venerdì l'inaugurazione

Domani 1° Marzo, nella sala dell’Arengo di piazza Cavour, sarà inaugurata alle ore 17 la Mostra fotografica “Bologna e gli anni delle stragi” che rimarrà aperta fino al 17 Marzo 2013. La mostra, promossa dal Comune di Bologna, è parte del progetto provinciale “Io cittadino attivo e protagonista” e nella fase riminese coinvolge oltre a Rimini i comuni di Novafeltria e Santarcangelo.
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All'inaugurazione, a cui sono stati invitati anche i familiari delle vittime riminesi, saranno presenti l'assessore alle Politiche Giovanili Sara Visintin e il Presidente del Consiglio Comunale di Bologna Simona Lembi.

“Abbiamo scelto di inserire la mostra “Bologna e gli anni delle stragi” – ha detto l'assessore Sara Visintin - all'interno di questo progetto rivolto ai giovani perché crediamo che oggi, più che mai, sia compito delle istituzioni promuovere la conoscenza e la memoria storica di fasi ancora oscure della storia del nostro Paese.”

La mostra riminese sarà incentrata sulla strage del 2 agosto 1980 avvenuta nella stazione ferroviaria di Bologna e quella della strage ferroviaria del 4 agosto 1974 avvenuta a San Benedetto Val di Sambro sull'espresso Roma – Monaco di Baviera.

A Santarcangelo, invece, fino al 17 marzo nelle sale del Musas di Palazzo Cenci la mostra fotografica sulla strage aerea del 27 giugno 1980 quando l'aereo di linea Douglas DC9 Itavia, partito dall'aeroporto di Bologna, diretto a Palermo, scomparve nel mare di Ustica.

Dopo l’inaugurazione della mostra, l'iniziativa prevede anche un incontro con gli studenti al Teatro degli Atti, in programma per venerdì 15 marzo alle 9, in cui sarà presente il Presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 di Bologna, che parlerà sul tema “1980: l'anno delle stragi. Stazione di Bologna, Ustica, Italicus”.

La mostra “Bologna e gli anni delle stragi” è organizzata dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Regione Emilia Romagna, dall'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, dal Comune di Bologna, il Comune di Novafeltri, il Comune di Santarcangelo e dal Comune di Rimini.

Gli orari d'apertura sono 10-13 e 16-19 (lunedì chiuso).

Per prenotazioni e partecipazioni classi telefonare all'Ufficio Servizi Educativi 0541-704292

 

BOLOGNA E GLI ANNI DELLE STRAGI

La strage dell'Italicus fu un attentato terroristico compiuto nella notte del 4 agosto 1974 a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna. Una bomba ad alto potenziale esplose alle 1:23 nella vettura 5 dell'espresso Roma-Monaco di Baviera via Brennero. Nell'attentato morirono 12 persone e altre 48 rimasero ferite. 

La strage di Ustica fu un disastro aereo avvenuto venerdì 27 giugno 1980, quando l'aereo di linea Douglas DC-9 della compagnia aerea italiana Itavia, decollato dall'Aeroporto di Bologna e diretto all'Aeroporto di Palermo, si squarciò in volo all'improvviso e scomparve in mare presso le isole tirreniche di Ustica e Ponza. Nell'evento persero la vita tutti gli 81 occupanti dell'aereo. Fra essi 3 riminesi: Giuliana Superchi (11 anni), Marco Volanti (36 anni), Pierpaolo Ugolini (33 anni).

Il 2 agosto 1980 alle 10,25, nella sala d'aspetto di 2ª classe della stazione di Bologna, affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplose, causando il crollo dell'ala ovest dell'edificio. L'esplosione causò la morte di 85 persone ed il ferimento o la mutilazione di oltre 200. Fra le vittime la giovane riminese Flavia Casadei (18 anni).

La strage del Rapido 904 è il nome attribuito ad un attentato dinamitardo avvenuto il 23 dicembre 1984 presso la Grande Galleria dell'Appennino, ai danni del treno rapido n. 904 proveniente da Napoli e diretto a Milano. L'attentato avvenne nei pressi del punto in cui poco più di dieci anni prima era avvenuta la strage dell'Italicus. L'esplosione causò 15 morti e 267 feriti. In seguito, i morti sarebbero saliti a 17 per le conseguenze dei traumi.

Ha scritto Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione familiari delle vittime del 2 agosto: “In tutte queste vicende, così come in molti degli eventi che hanno caratterizzato la storia degli anni ’70, possiamo trovare segreti, bugie, occultamenti, insabbiamenti, deviazioni, depistaggi, ostacoli posti ai magistrati, tanto che si può affermare che la storia italiana sia stata colpita da un insieme di azioni messe in pratica per impedire ai cittadini di sapere, fino in fondo, quello che stava accadendo nel proprio paese”.

Ha ribadito, nel 1988, Daria Bonfietti, Presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica: “Appariva sempre più chiaro che coloro che lottavano contro la verità esistevano, erano esistiti sin dagli istanti successivi il disastro e operavano a vari livelli nelle nostre istituzioni democratiche per tenere lontana, consapevolmente, la verità”.

E’ stato necessario per i parenti delle vittime attendere le parole di verità del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il 9 maggio 2010 in occasione della cerimonia, al Quirinale, di commemorazione del Giorno della memoria delle vittime del terrorismo: “Intrecci eversivi, nel caso di Ustica forse anche intrighi internazionali, che non possiamo oggi non richiamare – insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato, a inefficienze di apparati e di interventi deputati all’accertamento della verità – nel rivolgere la nostra solidarietà a chi ha duramente pagato di persona, o è stato colpito nei propri affetti famigliari per effetto delle stragi degli anni ‘80”.

Il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani nel presentare la Mostra ha detto: “Questa esposizione fotografica si inscrive in quella che il nostro Presidente Giorgio Napolitano ha sempre sottolineato come la necessità di ‘un impegno costante di corretta trasmissione della memoria’. Sappiamo che solo così sarà possibile far crescere la cultura della convivenza politica, assieme all’esercizio dei diritti nella legalità costituzionale. Tutti noi dobbiamo ricordare, soprattutto per chi allora non c’era. E spiegare ai giovani di oggi cosa sia successo, cosa fu la follia di quegli anni, dalle prime stragi alla stagione del terrorismo diffuso, che in questa regione ha colpito uomini come Marco Biagi e Roberto Ruffilli. Anni di tensione palpabile, di paura a camminare per strada e uscire la sera, di telegiornali che parevano bollettini di guerra”.

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:06