"Il secondo posto in cui si piazza la nostra provincia nasce da un puro incrocio di numeri che, è doveroso e necessario ribadire, non tiene conto del fatto che Rimini, non solo destate, assume le dimensioni di una metropoli con oltre 17 milioni di presenze. Un aspetto che viene sì riconosciuto nell'articolo pubblicato dal quotidiano economico, ma che non trova corrispondenza nella statistica.
Fatta questa doverosa premessa, non è certo mia intenzione sminuire il problema, che al contrario deve essere prioritario, per gli enti locali e per il governo centrale. Rimini del resto non è altro che lo specchio di un trend nazionale, su cui pesa non poco la crisi economica e il senso di insicurezza che proprio la crisi ha contribuito a diffondere.
In un contesto così difficile, gli enti locali si trovano a dover intervenire con strumenti legislativi limitati e con risorse sempre più ridotte. Ogni anno ci troviamo a chiedere rinforzi e ogni anno ci troviamo con uomini in meno, con le forze dellordine costrette al super lavoro per garantire un costante presidio del territorio. Noi amministratori lavoriamo perché a Rimini, città dellaccoglienza, arrivi un numero sempre maggiore di turisti, ma dall'altra parte lo Stato non riconosce ancora le dimensioni e le caratteristiche della nostra realtà. A questo si aggiunge limpossibilità dei sindaci di agire in maniera diretta e concreta sul territorio: basta ricordare in questo senso le ordinanze che lamministrazione comunale ha applicato per contrastare il fenomeno della prostituzione, ordinanze rese poi in parte inefficaci a causa di un vuoto legislativo di cui nessuno pare preoccuparsi.
Una maggiore percezione della sicurezza passa per diversi fattori: la lotta al degrado urbano, la riqualificazione dei luoghi, la ricongiunzione delle fratture della città. Lamministrazione comunale sta lavorando in questa direzione, ma serve una sinergia tra pubblico, associazioni e privato affinché si crei una rete solida