Il taglio della torta ha chiuso la giornata che Rimini ha voluto dedicare al suo concittadino onorario, Sergio Zavoli, in occasione del suo 90esimo compleanno.
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Una giornata dedicata al cinema, all'arte e alla cultura, grazie alla presenza di Ettore Scola, che nel pomeriggio al teatro degli Atti ha presentato il suo ultimo film "Che strano chiamarsi Federico", pellicola presentata a Venezia e dedicata al Maestro riminese. Zavoli, Fellini e la riminesità sono stati al centro dell'incontro che ha chiuso nella serata la giornata di festa, al quale oltre a Zavoli, Scola e al sindaco Andrea Gnassi, ha partecipato anche un altro amico di Rimini, Valter Veltroni. 

"Sergio ha fatto l'ennesimo regalo alla città portando da noi Ettore Scola - ha detto  in apertura il sindaco Andrea Gnassi - che ha voluto mostrare alla città il suo ultimo film appena presentato a Venezia, 'Che strano chiamarsi Federico'. Parlare di Sergio Zavoli è facile e difficile allo stesso tempo. È facile perché Sergio è uno di noi, e in un momento in cui mancano punti di riferimento, Sergio rappresenta uno dei grandi italiani a cui ancorarsi. È difficile, invece, perché si rischia di essere colpevolmente incompleti".  

L'omaggio a Zavoli si è incrociato con gli aneddoti legati alla vita di Fellini, nell'anno in cui ricorrono i vent'anni dalla morte e l'anniversario di alcune delle sue pellicole più celebri. "Parlando di Fellini voglio citare la frase di un altro grande artista che non c'è più, Tonino Guerra - ha raccontato Zavoli -. Diceva che Federico è stato l'unico che con 20 metri di pellicola è riuscito a far credere che il Rex sia davvero transitato nell'Adriatico. Federico ha portato nel mondo un modo straordinario di concepire la bellezza". E per omaggiare Fellini, Zavoli ha condiviso con la platea la proposta di chiedere a Giò Pomodoro di realizzare una copia dell'opera presente al cimitero di Rimini, da posizionare al mare, magari vicino alla Darsena. "Sarebbe un'opera di redenzione civile a cui chiedo se volete o no aderire".  "Rimini - ha proseguito - è un tenero pastrocchio perché è difficile
trovarne un'identità precisa, perché c'è una sorta di malinconia dolce.
Federico ha preso tanto di quell'identità. A volte diceva di sentirsi persino in colpa per quanto di Rimini aveva distribuito nei suoi film. Era il tentativo di riconnettersi con qualcosa che ti ha nutrito. Quando ci trovavamo a cena, non c'era sera in cui non mi chiedeva cosa si dicesse a Rimini di lui. Gli spiegavo che è nel carattere dei riminesi non essere accondiscendenti con chi non dimostra lo stesso interesse".

Esordisce citando una frase del film di Scola Valter Veltroni, "il narratore non paga". "Se fosse vero, Sergio Zavoli sarebbe l'uomo più ricco del mondo. Sergio ha raccontato l'Italia, la sua storia e giustamente sarà celebrato mercoledì prossimo in Rai alla presenza del presidente della Repubblica. Con il "Processo alla tappa" e "Notte della Repubblica" Sergio è riuscito a far parlare ciclisti e terroristi, ha dimostrato che la tv può lasciare un segno. Molti titoli dei programmi di Zavoli contengono la parola viaggio, segno che ha contraddistinto tutto quello che ha fatto nella sua bellissima vita. Il viaggio infatti è un modo di definire il giornalismo: non ti racconto la mia verità e tu devi ascoltarla, ma compiamo un viaggio, una ricerca, spettatori e narratore insieme, per scoprire ciò che è sconosciuto". 

"Sergio - ha aggiunto Ettore Scola - è un uomo di cultura innamorato della sua lingua, per cui nutre rispetto e a cui dedica una ricerca continua. È un piacere ascoltarlo". Parlando di Rimini, "Fellini l'ha rappresentata per come l'ha vista, non per com'è". Scola ha parlato dell'amarezza nei rapporti tra Fellini e la sua terra, ma "l'amarezza va difesa". 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:05