In arrivo per i cittadini riminesi il servizio di raccolta degli oli alimentari

Il progetto di Hera prevede il potenziamento del servizio con il collocamento di appositi contenitori in strada, presso luoghi ad elevata frequentazione, nei supermercati di quartiere e nei centri commerciali, per raccogliere almeno 1.000 tonnellate all’anno e servire complessivamente 1 milione di cittadini
Data di pubblicazione

Sono state oltre 400 le tonnellate di oli alimentari raccolte da Hera nel 2012 sull’intero territorio servito, circa 0,17 kg per abitante, un dato in crescita costante negli ultimi anni (tra il 2010 e il 2012 si è avuto un incremento del 30%), ma l’obiettivo è aumentare ancora e arrivare ad almeno 1.000 tonnellate annue.

A questo scopo, l’Azienda ha sviluppato un progetto, unico in Italia per tipologia di servizio offerto ed estensione territoriale, mirato alla diffusione di questo tipo di raccolta che, attualmente, viene svolta principalmente nelle 140 stazioni ecologiche del Gruppo. A partire, quindi, da fine agosto, nei Comuni principali gestiti da Hera, fra i primi anche Rimini, verranno collocati, gradualmente, in strada e presso luoghi ad elevata frequentazione, centri commerciali e supermercati di quartiere, appositi ed eleganti contenitori per la raccolta degli oli alimentari (adoperati in cucina, gli oli da frittura o utilizzati per conservare gli alimenti nei vasetti).

La partenza del progetto a Rimini

Rimini è fra i primi comuni in cui Hera sperimenterà il nuovo progetto.

Nel 2012 sul territorio provinciale sono state raccolte oltre 31 tonnellate di oli alimentari, circa il 36% in più rispetto al 2010). A partire dai prossimi giorni, saranno collocate 25 colonnine per la raccolta stradale che saranno posizionate nelle vie presenti all’indirizzo http://www.ilrifiutologo.it/oliRN.

 

1 milione di cittadini saranno serviti dalla nuova raccolta entro il 2014

Complessivamente, saranno 160 le colonnine stradali posizionate nei prossimi 10-12 mesi sull’intero territorio della multiutility. In questo modo si calcola che verranno serviti circa 400.000 cittadini.

I centri commerciali che, in una fase successiva del progetto, ospiteranno i contenitori saranno invece oltre 30, che andranno a coprire il fabbisogno di ulteriori 300.000 famiglie, corrispondenti a oltre 700.000 cittadini. L’olio potrà essere conferito nei contenitori all’interno di normali bottiglie o flaconi in plastica, chiusi con il loro tappo. Non sarà quindi necessario versare direttamente l’olio nelle colonnine o nei contenitori, superando il rischio di imbrattare/sporcare l’ambiente circostante. Un servizio, insomma, più pulito.

Questi contenitori saranno dotati di rilevatore di riempimento per svuotarli all’occorrenza, oltre la normale frequenza, ed eventualmente, in ragione degli accordi con i centri commerciali, di sistemi intelligenti di riconoscimento utente. In questo modo, Hera intende offrire al cittadino un servizio di conferimento più capillare e di qualità sul territorio gestito, che va a integrare i contenitori, ad oggi in numero limitato già posizionati in alcuni territori presso luoghi ad elevata frequentazione e nel circuito della grande distribuzione organizzata. 

 

Un processo di recupero energetico degli oli raccolti sviluppato con l’Università di Bologna

La fase di valorizzazione e recupero degli oli vegetali raccolti consisterà prevalentemente nella conversione energetica (elettrica e termica) del materiale, previo trattamento in un impianto sperimentale di raffinazione.

Il processo di raffinazione, condotto da Ecologia Soluzione Ambiente ed A2B in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria Chimica dell’Università di Bologna, si caratterizza per il fatto di essere altamente innovativo e performante, tale da consentire la successiva valorizzazione energetica del combustibile ottenuto in impianti di cogenerazione oppure di destinare l’olio vegetale alla produzione di Biodiesel, a garanzia del miglior bilancio energetico ed ambientale ad oggi conseguibile

Hera, con questo progetto, intende incentivare la raccolta differenziata degli oli alimentari, sensibilizzare i cittadini e al contempo favorire l’innovazione tecnologica nel recupero di materia e rifiuti, con l’obiettivo complessivo di restituire al proprio territorio, sotto forma di energia, quanto rappresenterebbe invece una fonte di inquinamento e di costo di smaltimento.

 

A regime, nuova energia per i cittadini  

Grazie a questo potenziamento del servizio, si punta a raccogliere, nel breve periodo, almeno 1.000 tonnellate annue di olio alimentare contro le 400 attuali, attraverso le quali è possibile produrre energia elettrica per sostenere i consumi di circa 4.000 abitanti. Una volta a regime, con questa iniziativa, che si svilupperà progressivamente nei prossimi anni, si stima di poter intercettare oltre 3.000 ton/anno di olio alimentare esausto che consentirà sia di evitare il consumo di circa 6.000 ton/anno di petrolio equivalente (TEP), sia l’emissione in atmosfera di circa 18.500 ton/anno di CO2.

 

Ogni anno sono 5 i kg di oli vegetali procapite restituiti all’ambiente come rifiuti

In base ai dati delle stime di fonte ministeriale e del Conoe (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti), sono 280.000 le tonnellate di olio vegetale usato, circa 5 kg procapite (di cui la metà prodotta dai privati cittadini e l’altra metà prodotta dalla ristorazione e dall’industria), che ogni anno restituiamo all’ambiente, specialmente sotto forma di residuo di fritture e inevitabilmente ricco di sostanze inquinanti. Ciò a fronte di 1 miliardo 400mila kg di olio vegetale (direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) immesso al consumo, per un consumo medio procapite di circa 25 kg su base annuale.

L’olio vegetale, se versato nelle fognature, può provocare danni al sistema di depurazione e alle reti fognarie, causando un importante aggravio al sentito problema dell’inquinamento ambientale.

Inoltre, se finisce nell’ambiente ovvero se viene versato impropriamente nell’acqua o nel suolo, anche un solo litro di olio può contaminare seriamente la falda e le acque superficiali, formando una pellicola che ostacola l’ossigenazione dell’acqua.

Queste le ragioni per cui smaltire in maniera corretta l’olio alimentare esausto può garantire la salvaguardia dell’ambiente. Recuperare questo rifiuto liquido, proprio per la sua natura, è una sfida importante che richiede impegno e collaborazione di tutti i cittadini e degli enti locali.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:05