La situazione è ben sintetizzata dal Sole 24 Ore di oggi (Per gli enti locali il dilemma dei pagamenti pag. 9): lItalia è in ritardo con i pagamenti alle imprese, rischia una sanzione dallEuropa, ma violare il patto di stabilità per onorare il debito espone i Comuni ad una sanzione ancora più salata. Il paradosso dei paradossi, se si pensa che mai come in questo momento i Comuni avrebbero la necessità di pianificare investimenti per far ripartire le città e dare ossigeno alle imprese del territorio. E invece, se un Comune decide di rispettare limpegno preso violando il patto di stabilità, rischia una sequenza di provvedimenti e divieti nemmeno immaginabili.
Rimini, pur nelle difficoltà, è ancora unisola felice. In questi giorni di dibattito sul bilancio di previsione abbiamo ripetuto più volte lintenzione dellAmministrazione Comunale nel prossimo biennio: investire su opere e settori strategici, invertendo la tendenza degli ultimi anni, passando dai quasi 17 milioni del 2012 agli oltre 43 del 2014. E tutto questo cercando di agevolare le imprese, garantendo il pagamento entro 30 giorni, contro la media italiana che sfiora i 100. Un impegno non da poco, se si considera che questo corrisponde ad una progressiva estinzione del debito e ad una contrazione della spesa corrente.
Anche i Comuni più virtuosi però, se si continua di questo passo, dovranno alzare bandiera bianca: se prima il patto di stabilità impediva allAmministrazione di pagare le fatture, pur avendo la liquidità necessaria per farlo, adesso il rischio concreto è che sui tavoli della ragioneria non arrivino più fatture da pagare, dato che il freno ai pagamenti ha avuto come naturale conseguenza il rallentamento della programmazione e dellavanzamento dei lavori. Una sorta di perversa fase 2 di un problema enorme per i Comuni italiani che va a peggiorare una situazione già grave e che negli scorsi anni vedeva, per il solo Comune di Rimini, congelati o inutilizzati diversi milioni di euro in cassa, con i quali si potevano concretizzare interventi di riqualificazione urbana lungo la costa e nellentroterra.
Nonostante gli impegni e i tanti discorsi, nulla muta, se non in peggio. Il patto di stabilità strangola gli Enti locali e quindi le imprese, e toglie al territorio la possibilità concreta di mettere in atto le azioni e i progetti necessari al rilancio e allo sviluppo.
Questo però aumenta il rammarico su ciò che si potrebbe fare e non si fa a causa di un patto di stabilità che se è nato con una ratio precisa, adesso mette in mostra tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni.