Privatizzazione del settore fieristico-congressuale, l'assessore Brasini: Approccio al percorso senza ideologie o dogmi.

Il Consiglio Comunale ha approvato ieri sera le “Modifiche degli statuti di Rimini Congressi s.r.l., Rimini Fiera spa, e società del Palazzo dei Congressi spa” (col voto favorevole della maggioranza, voto contrario di Movimento 5 Stelle e Sel-Fc e astensione del Pdl, Noi per la Romagna e gruppo misto) e l’avvio del percorso di privatizzazione del settore fieristico-congressuale riminese” (voto con appello nominale, 18 favorevoli, 7 contrari M5S, Sel Gruppo misto e 3 astensioni Pdl).
Data di pubblicazione

Le modifiche apportate agli statuti di Rimini Congressi Srl, Rimini Fiera e Società del Palazzo dei Congressi Spa (già deliberate dagli altri due enti soci, Provincia di Rimini e Camera di Commercio) riguardano in particolare il ruolo di controllo esercitato dagli enti soci, la riduzione dei Cda e lo snellimento dei compensi e il superamento del vincolo della maggioranza in capo agli enti pubblici. Modifica questa propedeutica al secondo ordine del giorno votato dal consiglio, ovvero l’avvio di processo di privatizzazione del settore fieristico congressuale.

“L’Amministrazione Comunale si avvicina a questo processo consapevole della portata di novità, ma senza ideologie o dogmi o orticelli da difendere a prescindere – spiega l’assessore al Bilancio del Comune di Rimini Gian Luca Brasini -. L’avvio del percorso di privatizzazione non è la soluzione a tutte le difficoltà che il mercato ci sta restituendo e non è l’unica soluzione possibile. Non a caso abbiamo sotto gli occhi esperienze di fiere a maggioranza privata, come quelle di Padova e Torino, che sono in evidente crisi e che sono agli ultimi posti in Italia. Rimini, al contrario, in un contesto nazionale che presenta molte criticità e su un mercato molto concorrenziale, resiste ed è al quarto posto in Italia per numero di presenze, oltre ad aver avuto negli anni una redditività che ha consentito un autosostentamento del debito, senza ricapitalizzazioni pubbliche. Ma certo non va sminuita la novità dello sblocco formale del cammino della privatizzazione che, al di là di ogni considerazione di parte politica/partitica che qui non interessa, segna una volontà di cambio culturale rispetto al tema delle partecipate piuttosto che una costrizione dovuta alle difficoltà delle strutture fieristiche e congressuali.

A prescindere infatti dalla complessa fase economica generale, che crea più di una difficoltà al settore fieristico e congressuale, non andare a sondare l’eventuale interesse di partner privati sarebbe una grave omissione e un’occasione persa per Rimini: per questo motivo si darà mandato a Rimini Congressi di pubblicare un bando ad evidenza pubblica per la ricerca di un advisor che faccia un’attività di verifica sul mercato nazionale ed internazionale. L’advisor sarà libero di sondare il mercato, ma il bando ovviamente prevederà prescrizioni fondamentali, due su tutte: la massima trasparenza e la precisazione del ruolo dell’advisor, che non avrà il compito di servirci su un vassoio un acquirente, ma capire il valore sul mercato del nostro sistema fieristico congressuale e le possibilità che questo ci offre. E’ un percorso vero e convinto e non una ‘finta’ per restare fermi sulle posizioni”.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:03