Nella sua edizione odierna, il Sole 24 Ore pubblica lormai tradizionale rapporto sullindice di sportività delle province italiane. Una ricerca che pesa statisticamente la relazione tra attività sportiva (di base e professionistica), sue strutture impiantistiche e organizzative e aree di riferimento.
La classifica 2014 vede un passo in avanti per il territorio riminese, che sale dalla 60esima posizione del 2013 alla 48esima (su un totale di 110) di questanno.
Come speso accade, siamo dalle parti più del gioco che dellanalisi scientifica, mettendo a confronto territori e iniziative oggettivamente poco raffrontabili o comunque parziali. Solo a titolo esemplificativo: lindicatore Sport e Turismo, binomio cui la nostra provincia si distingue sul piano nazionale per iniziative soprattutto primaverili e estive, presenze e volume daffari, misura grandi eventi ciclistici e di sport invernali, non considerando il resto. Ricordiamo che solo nei primi sette mesi del 2014 sono circa 400.000 le presenze turistiche veicolate a Rimini dal binomio sport-turismo senza poi contare la positiva ricaduta di immagine sui media nazionali e internazionali.
Sul filo della curiosità, tra i sottoindicatori, la provincia di Rimini accumula buoni o discreti o sufficienti risultati per quanto riguarda campionati minori (6°), motori (7°), coppe europee 2013/2014 (8°), coppa Italia (9°), sport mare e lago (21°), mentre siamo sotto media per squadre femminili (87°), effetto crisi (81°), numero di società iscritte alle federazioni di ciclismo, nuoto, atletica e tennis (73°).
Io credo che il rapporto tra Rimini, e in generale lintero territorio riminese, sia molto più complesso di quello che una graduatoria numerica possa mettere in evidenza una volta allanno. La storia ci tramanda una vicenda frastagliata: un gap ultradecennale sullimpiantistica sportiva dovuto a mille motivi, compresa una certa sottovalutazione del valore dellattività sportiva come collante sociale; lepopea di alcune squadre di vertice negli sport più diffusi (calcio e basket), via via andata scemando per il disimpegno di mecenati più che proprietari e quindi della crisi economica che ha ridotto la capacità di attenzione di imprenditori privati; una certa distrazione culturale nei confronti dello sport, anche nelle stagioni finanziariamente più floride, da parte di comparti imprenditoriali primari; investimenti più convinti sul versante del turismo sportivo piuttosto che della pratica vera e propria. Limpressione è che la crisi economica abbia accentuato una serie di queste storiche contraddizioni, aggiungendo difficoltà a difficoltà. Anche qui penso al caso dellimpiantistica sportiva, un vulnus endemico per il Comune capoluogo; non sono rare le situazioni in cui le difficoltà del privato (penso allarea Ghigi), soggetto ormai considerato nel mondo il player per antonomasia allorché si discute di realizzazione e/o gestione di impianti sportivi, impongono al pubblico di subentrare, però con le sue caratteristiche. E lampante come andare a chiedere in questa fase a privati imprenditori, magari già in difficoltà sulle loro aziende, di investire sullo sport appaia quantomeno incauto. Ma deve essere altrettanto chiaro che irrobustimento dello sport a favore dellintera comunità, non può prescindere anche dallapporto decisivo del capitale privato. Il Comune di Rimini, su questo fronte, ha deciso di investire, pur alle prese anchesso con la stretta congiunturale cui sono sottoposti gli enti locali. E in questa direzione che quindi si è deciso di dare risposte concrete alle principali carenze nellimpiantistica sportiva riminese: la realizzazione della nuova pista di atletica a 8 corsie più le pedane per lanci e salti al Romeo Neri e, per il 2016, è programmata lentrata in funzione della nuova piscina Acquarena in via della Fiera. Cito poi in ordine sparso gli interventi realizzati e in corso di realizzazione quali la nuova Casa del Basket alla palestra Carim, la pista di skate board a parco Cervi, il campo da calcio a 5 in via della Fiera e la sistemazione e riqualificazione del campo da rugby a Rivabella, dellimpianto da calcio a 5 in via delle Piante e gli interventi di manutenzione in 6 palestre scolastiche; per il 2014 abbiamo in corso gli interventi allarea ex Waldorf, alla pista ciclo podistica in via Sacramora, a due impianti outdoor per il calcio e per il basket in via Cuneo, ai lavori strutturali e di messa in sicurezza allattuale piscina comunale, al campo da calcio di Viserba. In un biennio verranno investite sullimpiantistica sportiva cittadina circa 1,6 milioni di euro, cifra a cui va aggiunta Acquarena (altri 5 milioni di euro).
Questo per dire che non siamo condannati per sempre alla marginalità sportiva. Mi pare importante, in questo senso, sottolineare anche come nelle pianificazioni strategiche della città si tenda sempre più a dare spazio allelemento sport, per il suo valore nellintegrazione e nella socialità comunitaria. E un fatto positivo, indice di una consapevolezza in crescita dopo lunghi decenni di indifferenza. Ma nessun istituzione o ente pubblico potrà mai esaurire o surrogare il tema: il privato è necessario, e semmai il problema, a tutti i livelli, è quello di incentivarlo a investire nello sport, presentando e creando le condizioni affinché la pratica sportiva sia presentata e valorizzata per il suo enorme valore sociale piuttosto che terreno di scontro verbale e fisico.