Il Comune definisce le linee guida per intervenire sui beni storici e culturali della città
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Questa mattina, si è svolto un incontro tecnico- coordinato dal sindaco Andrea Gnassi e dall’assessore Massimo Pulini, e che ha visto la partecipazione dei dirigenti comunali ai Lavori pubblici e alla Cultura- in cui si è fatto il punto circa l’opportunità di attivare le novità introdotte dalle legge 106 del 29 luglio 2014, in particolare per quanto riguarda il cosiddetto ‘Art Bonus’, per il restauro e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico e ambientale della città di Rimini.

Come è noto, la disposizione legislativa, per favorire le erogazioni private a sostegno di interventi culturali, inserisce la possibilità del credito d’imposta, vale a dire la defiscalizzazione fino al 65% del contributo privato, stanziato per ‘..interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti delle fondazioni lirico-sinfoniche o di enti o istituzioni pubbliche..’.

L’incontro odierno è servito a definire le linee guida di un percorso amministrativo che il Comune di Rimini è intenzionato a perseguire fino in fondo e sin da subito, anche in relazione al fatto che la legge 106 per ora prevede la copertura dell’Art Bonus sino al 31 dicembre 2015.

“Prima di tutto va detto che questa misura equipara finalmente l’Italia, Paese con la più elevata quantità e la qualità di tesori artistici e storici al mondo, a quanto avviene nei territori più avanzati- dichiarano il sindaco Gnassi e l’assessore Pulini-. Lo Stato coinvolge la collettività nella tutela e nella valorizzazione del suo patrimonio immateriale e ‘in cambio’ riconosce ad essa- singoli, associazioni, gruppi- un bonus fiscale: un modo intelligente per unire cultura, partecipazione e economia. Rimini ha intenzione di percorrere questa strada, così come stanno facendo altre realtà (esempio, Roma con la Domus Aurea), mettendo in fila una serie di prossimi interventi sui quali chiedere l’eventuale compartecipazione del privato. E non solo interventi strettamente legati a bene artistici. Io credo possano rientrare in questo discorso anche riqualificazioni e rigenerazioni urbane che, recuperando anche segni identitari, possano essere spunto e occasione di un rilancio in chiave turistica. La riqualificazione di piazza Malatesta e il ripristino del fossato intorno al castello, la piazza sull’acqua nell’invaso del Ponte di Tiberio, possono e dovranno essere ‘beni disponibili’ a un contributo del privato, così come formulato nella legge che istituisce l’Art Bonus. Lo scenario migliore sarebbe quello che non uno o due o cinque mecenati ma tanti riminesi, con una erogazione anche piccola, possano ‘adottare’ un monumento o un luogo. Faremo questo tipo di proposta, e di appello, alla città, nei prossimi mesi”.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:02