L'iniziativa fa parte delle azioni co-progettate dellAgenda digitale del Comune di Rimini ha detto lassessore ai Servizi generali del Comune di Rimini Irina Imola - per aiutare a sviluppare nei bambini e ragazzi un modo per scoprire quanto e cosa si può realmente fare con la tecnologia insieme ai propri compagni. Oggi, infatti, un bambino nasce con una disponibilità di tecnologia inimmaginabile per un adulto di dieci anni fa e chi comincia a usare lo smartphone dei genitori a quattro anni non può aspettare certo le superiori per capire cosa ha in mano.
Sono già una ventina i ragazzi tra gli i 7 e i 14 anni iscritti al primo incontro che si terrà venerdì 9 gennaio nella Mediateca della Biblioteca Gambalunga dalle ore 16 alle 19, dando così vita a CoderDojoRimini nella nostra città così come sta avvenendo in molte altre realtà in Italia e nel mondo, dove già oltre 400 sono le palestre che operano.
Ogni incontro a Rimini è fissato ogni secondo venerdì del mese - sarà dunque un laboratorio dove i partecipanti potranno sperimentare in prima persona la creazione di un videogame, di un sito web, di un circuito o altro ancora. I ragazzi potranno così lavorare in coppie o piccoli gruppi affiancati da volontari adulti professionisti informatici, veri e propri mentori che affiancheranno, senza mai sostituirsi a loro, i ragazzi che dovranno imparare seguendo la propria curiosità e capacità di organizzarsi.
"E molto importante ha detto Walter Vannini, promotore dell'apertura del CoderDojoRimini presso l'associazione internazionale - che i ragazzi scoprano prima possibile e in modo attivo tutte le tecnologie che già usano normalmente ma, per lo più, in modo passivo."
Anche CoderDojoRimini, il cui motto è Qui si (ri)programma l'Italia o si muore, fa parte infatti del movimento no-profit internazionale, composto da gruppi indipendenti e autonomi di volontari, in cui bambini e ragazzi possono imparare a programmare, affiancati da informatici professionisti, nel corso dincontri periodici gratuiti. Nato in Irlanda nel 2011, si rivolge a bambini e adolescenti e si sta espandendo a livello globale per promuovere lutilizzo del software open source e gratuito e dispone di una forte rete di soci e volontari a livello globale. Una filosofia che si manifesta anche nella scelta del nome: coder, da Coding, che vuol dire programmare con i linguaggi che strutturano la base di ogni sistema informatico mentre dojo proviene dalla tradizione giapponese e vuol dire luogo della via, ossia non una semplice palestra bensì un luogo in cui apprendere una mentalità, un modo di rapportarsi con computer e strumenti tecnologici che sempre di più influenzano la vita quotidiana di ognuno.
Per informazioni e iscrizioni: coderdojorimini@gmail.com - http://coderdojorimini.it/