Dichiarazione del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi:

“Ho perfettamente presente quel che in questi giorni si può agitare nell’animo di Isabella Conti, il sindaco di San Lazzaro di Savena oggetto di intimidazioni pesanti per la sua decisione di dire basta al consumo di suolo.
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Le informazioni che emergono sul caso disegnano un quadro, se non identico, molto simile a quello che vide Rimini come scenario due anni fa. Quel che accade oggi e quel che accadde allora dimostra a mio parere due cose. La prima, e più importante: sta davvero cambiando una stagione sul fronte di quello che per troppo tempo era da tutti considerato un bancomat cui attingere senza neanche digitare il codice, e cioè il mattone che tutto fa girare e che mai nei ‘secoli dei secoli’ avrebbe esaurito la sua forza. La seconda, e più pericolosa: contrapporre la vecchia impostazione de ‘la crisi si supera dando un altro giro al mattone’’ o di ‘non si può fermare una economia per un’impostazione ambientalista’ all’urgenza del cambiamento circa un nuovo modo di considerare il territorio rischia di produrre un clima malato e potenziali germi deleteri.

Tra i miei ricordi più amari dell’esperienza amministrativa a Rimini c’è quanto accade all’alba del 2012 quando ricevetti lettere anonime che contenevano esplicite e pesanti minacce per la battaglia contro il cemento che l’amministrazione stava impostando. Eravamo, in quel momento, nella fase di elaborazione del Masterplan, dell’archiviazione definitiva dei mega project financing riguardanti il lungomare, di richieste di presunti danni milionari, del dibattito su tutta una serie di piani particolareggiati che ‘dovevano’ essere approvati perché ‘i diritti acquisiti sono intoccabili’, di una bolla immobiliare già esplosa con la sua eredità di 15 mila alloggi sfitti in provincia. In quel contesto caldo, polemico, in cui si determinava la qualità e l’autorevolezza del governo locale all’indomani di elezioni che avevano dato un chiarissimo mandato in tal senso, ecco ‘quelle’ lettere. Non l’ho dimenticato e non ho dimenticato il clima di quei giorni. Nel frattempo Rimini è andata avanti, e ha vinto nelle sedi deputate, molte delle sue battaglie contro un uso non più tollerabile del territorio. Con la schiena dritta e facendo quello che si doveva fare a difesa della comunità.

L’elemento paradossalmente positivo della storia di Isabella Conti è che stia via via emergendo un movimento collettivo a favore di un rispetto più alto di ciò che si chiama territorio, per alimentare una direzione nuova del fare economia, legata alla rigenerazione, al paesaggio, alla tecnologia e non ai retini e alle aree di espansione. Non servono albi dei ‘sindaci anti cemento’, serve semmai che le istituzioni, gli amministratori non siano lasciati soli, nel silenzio che a volte ‘parla’ più di mille discorsi. E servono politiche vere, che incentivino sistematicamente i programmi e i progetti di riqualificazione e di rigenerazione sul modello europeo, per lasciarci alle spalle l’era del mattone. La nuova era della nuova Regione ha la possibilità di premiare e destinare risorse, a partire dai fondi europei, per chi percorre questa direzione. Non ci sono più alibi. Da qui si vedrà se i sindaci, oltre ala solidarietà, potranno essere sostenuti nelle scelte concrete a tutela del territorio.”

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:01