Come si ricorderà, il Comune di Rimini, a seguito di una recentissima interpretazione della norma da parte della Corte dei Conti che consente al massimo un abbattimento del 50% del valore venale dei beni, aveva sospeso il procedimento di riscatto perché con una propria delibera di Consiglio aveva invece stabilito che il 50% fosse solo la base di calcolo, a cui applicare poi gli abbattimenti ulteriori specifici previsti dalla legge sui Peep. Una differenza di interpretazione che, per i cittadini interessati, potrebbe significare un aumento degli importi anche del 30-40% in caso di prevalenza della tesi della Corte dei Conti, riproponendo una situazione di sperequazione tra i cittadini che hanno riscattato in passato e quelli che si trovano a farlo oggi.
Due mesi fa, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi aveva dunque sensibilizzato i parlamentari locali e Anci nazionale sull'argomento, chiedendo un'azione comune per giungere a una interpretazione autentica della norma da parte del Governo che non riportasse indietro l'orologio al metodo di calcolo sperequato e più oneroso per i cittadini.
Questa azione si è tradotta nell'emendamento che, con il deposito di ieri, comincia ora il suo iter parlamentare.
"Credo e spero possa andare rapidamente a buon fine- dichiara il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi - Ricordo che questa situazione paradossale si era creata nel