APPELLO 25 NOVEMBRE 2013
Il nostro è un tempo veloce: più che passare, ci passa sopra. In questo tempo tutto inizia, e spesso con grande eco, ma è assai poco quel che riesce a continuare nel tempo.
Il 25 novembre del 2012 siamo stati in migliaia, donne e uomini, a camminare uniti per le strade di Rimini, a testimoniare la forza e la voglia di lottare contro quel genere di violenza, la violenza contro le donne, la violenza di genere, che ogni anno richiede un tributo di sangue e di dolore sempre più pesante.
In quel momento ci siamo ritrovate e ritrovati tutti, stretti assieme in un cammino, una festa di corpi liberi di muoversi, di andare avanti, in nome e per conto di altri che non sono liberi di andare in nessun posto.
Corpi che sono fermi, bloccati dal terrore: dal cigolìo di un cancello che si apre, dal rumore di unauto, la sua auto, che si avvicina a casa. Dal tintinnare delle chiavi gettate sul mobile in sala quando ritorna dal lavoro.
Cosè mai, un cancello che si apre, unauto che arriva. Appartengono entrambi al quotidiano, a ciò che neppure si nota. Che la memoria e lattenzione non registrano.
A meno che tu non viva in un paese straniero. Quello dei passi bloccati. Congelati in un fermo immagine che quasi racconta di ingenue certezze infantili, di il mostro non mi vedrà, se non mi muovo e sto buona e zitta. In questo terrificante paese nessun rumore è trascurabile, a nessun particolare quotidiano, per quanto banale, puoi fare labitudine: dietro ogni sguardo, gesto, piatto sbreccato o quadro un po storto può nascondersi lorrore.
E vero che ogni lungo viaggio inizia da un primo passo; ma poi ce ne devessere un secondo, e un terzo, e un quarto e migliaia milioni miliardi di passi, perché il cammino possa continuare. Ecco perché anche questanno siamo qui. A camminare per chi non è libero di farlo. Per chi ci ha lasciato. Per chi è qui che combatte, per chi sta sciogliendo le giunture arrugginite e flettendo le ginocchia per iniziare. Per chi arriverà domani, e avrà già tante orme, le nostre, sulle quali posare il piede ancora un po esitante e incerto.
Siamo qui. Ancora. Buon 25 novembre. Questa volta, 2013.
Si riparte. O meglio..si continua.