Nella mattina del 27 gennaio, due assistenti sociali del Comune di Rimini e due geometri dell’ACER , a seguito del decesso di un anziano si recavano presso l’abitazione per effettuare un sopralluogo. Immediatamente si accorgevano della presenza di un ingente quantitativo di denaro che veniva subito repertato. La somma veniva portata al Comando di Polizia Municipale ove veniva ricontata e presa in carico da un ufficiale, in quanto al momento in base alle informazioni precedentemente fornite dall’anziano non si era a conoscenza di parenti che potessero presenziare all’attività.
Successivamente si rintracciava una delle nipoti alla quale, presentatasi negli uffici della P.M. veniva formalmente consegnata la somma di denaro rinvenuta all’interno dell’abitazione del parente defunto.
La Polizia Municipale, così come dispone la legge, non può per nessun motivo trattenere somme di denaro diverse da quelle provenienti da sequestri penali o amministrativi, che comunque possono essere immediatamente depositate nelle forme di legge. Ugualmente il notaio, in base all’art. 1 della L. n. 39 del 16/02/1913, può ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne le copie i certificati e gli estratti ma non può ricevere in custodia somme di denaro, se non a seguito di delega dell’Autorità Giudiziaria. Pertanto è corretta la formale consegna del denaro ad una nipote, che in questo caso assume la qualifica di ‘chiamata’, cioè colei che ha diritto a ricevere l’eredità (o parte di essa) fintanto che non ne dichiari l’accettazione.
Gli uffici competenti stanno valutando la possibilità di procedere con le vie legali nei confronti di coloro che hanno messo in dubbio l’onorabilità e l’onestà del personale in servizio.