Cyberbullismo, dichiarazione del vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini Gloria Lisi

Più controlli, ma soprattutto la possibilità di dar voce ai ragazzi e di creare una rete che li protegga da una forma di violenza che non lascia lividi, ma capace di distruggere l’animo spesso fragile dei giovani.
Data di pubblicazione

"La legge contro il cyberbullismo che entra in vigore oggi rappresenta un passo avanti non solo dal punto di vista normativo, ma soprattutto dal punto di vista culturale, rispetto alla consapevolezza delle caratteristiche di un fenomeno subdolo, strisciante e che fatto salvo per i casi più eclatanti, esplode in pubblico, ma si consuma nel silenzio. Il provvedimento prevede in particolare tre novità, che danno maggiori strumenti alle vittime di cyberbullismo e consentono di ampliare la rete a loro sostegno: potrà essere direttamente il minore vittima di un sopruso on line a poter segnalare in modo semplice al sito o al social media il contenuto offensivo chiedendone, nei tempi fissati dalla legge stessa, di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete.

Se non lo fa il gestore, dopo opportune e tempestive verifiche, lo farà il Garante della Privacy. Il secondo aspetto interessa il ‘cyberbullo’, che potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Insieme al minore sarà convocato anche un genitore. Altro aspetto importante riguarda il il ruolo della scuola, che avrà il compito di individuare tra i propri docenti un referente chiamato a coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto e soprattutto, più in generale, dovrà formare il personale scolastico e promuovere azioni di educazione alla legalità e all'uso consapevole di internet.

Non è certo una legge a poter risolvere un fenomeno così complesso, che prende di mira in particolare i giovani più fragili e vulnerabili, ma siamo di fronte ad una vera e propria sfida educativa che deve vedere la famiglia, primo e imprescindibile luogo di ‘formazione’ – interagire con le istituzioni, la scuola, le forze dell’ordine; una rete che deve fare un lavoro non solo di sostegno dei giovani, ma soprattutto di educazione, ognuno con le proprie competenze, ruoli, capacità. Sul nostro territorio questa sensibilità esiste, come dimostrano le tante iniziative e progetti promossi dai vari organismi e che coinvolgono ogni anno centinaia di ragazzi e di adulti, ma certi casi eclatanti anche recenti ci dimostrano quanto sia indispensabile tenere alta la guardia e proseguire nel lavoro di costruzione dell’uso consapevole degli strumenti del web, ma soprattutto per una generazione rispettosa degli altri e delle diversità, di qualsiasi tipo”.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:49