Sono persone adulte, spesso sopra i cinquant’anni di età, che hanno esperienze professionali anche durature alle spalle ma fuori dal mercato del lavoro ormai da anni. E a questo si aggiungono fragilità particolari, legate alla sfera sociale e sanitaria, frutto spesso di separazioni o di situazioni famigliari delicate. E’ questo l’identikit degli uomini e delle donne (in maggioranza) presi in carico dall’Equipe Multi professionale composta da Centro per l’Impiego, Comune di Rimini e Asl Romagna a cui è dedicato un progetto specifico oggetto dell’accordo di programma discusso questa mattina in V commissione consigliare. L’accordo di programma è inserito nel piano integrato triennale di Rimini nord in attuazione della Legge Regionale 14 del 2015 “a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari”.
Interventi che sono finanziati dalla Regione attraverso il fondo sociale europeo e che per il triennio 2018/2020 ha destinato al distretto di Rimini Nord risorse pari a 1.151.903 euro, a cui si aggiunge una compartecipazione dei Comuni di circa 115mila euro e 30 mila euro del Fondo Sanitario regionale.
A Rimini sono 179 le persone coinvolte in questi progetti integrati e presi in carico dall’Equipe Multi professionale, di cui la metà (89) sono già al lavoro nelle aziende del territorio. Le fasi del progetto prevedono a seconda delle necessità dell’individuo percorsi di formazione e orientamento ma soprattutto, sulla base delle specificità della realtà riminese, si è investito sui tirocini e sulla fase di accompagnamento al lavoro. Questo perché la tipologia di persone seguite negli ultimi anni ha già maturato competenze sufficientemente solide per affrontare un tipo di lavoro che rispetto alle loro esperienze non necessita di ulteriore approfondimento.
Infine gli interventi previsti dalla legge regionale saranno una importante risposta da utilizzare anche in quei progetti che i Servizi Sociali devono creare con i nuclei beneficiari delle misure di contrasto alla povertà, sia nazionali sia regionali. “Ci stiamo lentamente riprendendo da una crisi economica internazionale che tra le conseguenze ha avuto quella di produrre un numero di disoccupati ‘qualificati’, cioè con un’esperienza lavorativa alle spalle. Persone con un passato professionale che devono far fronte a problematiche sociali o sanitarie che la crisi ha contribuito a peggiorare – commenta il vicesindaco con delega al sociale Gloria Lisi – Questo lavoro in coprogettazione con la persona e l'integrazione dei servizi e della comunità dà la possibilità di fornire una risposta mirata alle esigenze delle persone prese in carico: mettiamo la persona al centro, nella prospettiva di quel welfare delle capacità in cui crediamo e investiamo, ma che può contare su un’equipe in grado di arginare le vulnerabilità e valorizzare le potenzialità”.