Difendere la salute dei cittadini significa prima di tutto trasmettere una informazione corretta e trasparente. Partendo da questo presupposto, non si può che accogliere con soddisfazione la recente decisione del Gip di Modena riportata oggi dalla stampa che ha condannato gli autori di una campagna di affissioni pubblicitarie “no vax” lungo le strade della città emiliana. Una campagna pubblicitaria simile nei toni e nella forma a quella che è stata promossa anche a Rimini, riportando numeri privi di fondamento scientifico rispetto alle presunte reazioni avverse o danneggiamenti provocati dalle vaccinazioni. La diffusione dei messaggi, attraverso camion vela e in un caso anche con un impianto fisso, è stata subito portata all’attenzione della Procura, sia con un esposto del sindaco Andrea Gnassi, sia con una segnalazione formale da parte della Polizia Municipale. L’esposto del sindaco nasceva dalla considerazione che la diffusione di questi messaggi potesse contribuire a generare un clima di allarme nella cittadinanza, alimentando una disinformazione realmente pericolosa.
La condanna emessa dal Tribunale di Modena, pur traducendosi in un’ammenda pecuniaria limitata, è però fondamentale perché è un unicum nel panorama nazionale e mette un punto fermo rispetto ad una ‘battaglia’ di principio che questa Amministrazione ha voluto subito fare sua: pur nella legittimità delle opinioni personali, non si può fare campagna di disinformazione, usando anche toni, simboli e parole volutamente allarmistici, riportando messaggi del tutto privi di validità medica e che invece contrastano con dati e verità fondate e scientificamente confermate. Davanti a temi che sono alla base della vita di una comunità, come la tutela della salute e in particolar modo dei bambini, non è ammissibile dar spazio a messaggi superficiali più vicini nel contenuto e nello stile propaganda che alla divulgazione.
L’Amministrazione quindi si augura che questa posizione espressa dal Gip di Modena possa essere solo la prima di una serie di condanne e provvedimenti nei confronti di chi si è assunto la responsabilità di lanciare messaggi pericolosi per l’intera collettività.