versi di questa raccolta confermano il distico che la chiude:
«Puoi essere certo / che il poeta è un cuore aperto.»
Ed è proprio così. Queste pagine ci immergono nel mondo reale, nelle pieghe infinite del quotidiano, delle relazioni umane; nella bellezza della natura (si legga ad esempio la splendida Fili verdi a p. 25) e nella fatica, che può avere risvolti tragici ma offre anche aperture meravigliose e sorprendenti, del nostro cammino umano: «Assomiglia alla vita… / si può essere sorgente e forza / oppure riposo e pace / acqua… / vita per chi è vicino.» (Il fiume)
«Oggi era deserto. / Una coppietta / un solitario / un vecchietto / una donna con il cane.» (Il molo)
«Un nome un volto / impronte di libri, / il mare nel cuore / l’acqua nelle mani.» (Attimi)
«oggi ho pensato a quando non ti pensavo, / a quando ero fuori di me…» (Tempo)
«Tutto è qui / intorno // sono libero» (Tutto è qui); «Oggi che esisti, / difendimi da ieri e domani.» (Poesia dell’oggi)
In fondo il poeta conosce la forza delle Parole:
«Quelle che ti han fatto vivere / le hai nel cuore, / quelle che ti hanno ucciso / non sono più.».
Claudio Signorotti abita a Rimini, dove è nato nel 1972, e lavora presso il Museo della Città. Ha una formazione universitaria in economia e statistica perfezionata con soggiorni all’estero per studio e ricerca. Gli piace paragonare l’attività del pensare poetico a quella del contadino: come con le zolle della terra, i pensieri vanno rimossi, rigirati, messi in disparte e poi reintegrati, spesso rullati, sempre innaffiati perché non bastano le nuvole, cioè le circostanze, a renderli poetici. Va da sé che il libro più bello è la natura.