Un’inversione della prova, una limitazione della libertà dei bambini ad essere educati senza barriera alcuna, una ghettizzazione che andrebbe a punire chi rispetta la legge e chi è malato e che sovvertirebbe qualunque indicazione statistica, considerando che una ipotesi del genere sarebbe premiante nei confronti del 5 per cento di chi non in regola, penalizzando il 95 per cento che lo è. E tutto questo per evitare la soluzione più corretta e semplice del mondo: rispettare una legge. Dulcis in fundo, tanto per riportare la questione anche in ambito locale, sono almeno una cinquantina i bambini immunodepressi in età scolare in provincia di Rimini.
Peggiora ogni giorno, se ancora possibile, la posizione del Governo sul tema dell'obbligo vaccinale per i bimbi che vanno a scuola. Non bastavano infatti le discutibili (eufemismo) norme inserite nel decreto Milleproroghe, con il quale l’esecutivo propone uno spostamento dei termini che altro non sarebbe che un’abolizione occulta dell'obbligo vaccinale. Ad aggiungere ulteriore preoccupazione sono le parole con cui il ministro ha voluto, in seguito alle critiche sollevate da buona parte dei presidenti delle Regioni ma anche da alcuni parlamentari pentastellati, “tranquillizzare” le famiglie con figli immunodepressi, esclusi dalla profilassi per motivi clinici e dunque pericolosamente esposti a contagi con i compagni di scuola: “garantiremo – afferma testuale la Grillo – l'adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la protezione dei compagni in regola con il calendario vaccinale”.
Tradotto, si tratta di un ‘recinto’ per chi rischierebbe la vita nel contagio con gli altri bambini non vaccinati, per scelta dei propri genitori. Un ragionamento senza alcuna razionalità che, in una folle e cieca corsa senza logica e contro ogni evidenza scientifica, rischia di portare il mondo della scuola nel caos più completo, ad un mese appena dall'inizio del nuovo anno scolastico.
Un paradosso inspiegabile guida il ministro ad isolare e penalizzare proprio coloro che dovrebbe invece più curare e proteggere, i bimbi immunodepressi. Non solo il ritorno alle “classi speciali” sono culturalmente ed eticamente inaccettabili, ma sono anche del tutto inutili. Gli alunni si spostano, frequentano spazi comuni come mense e palestre, e a ricreazione in cortile e nei corridoi possono incrociare in ogni momento coetanei fonti di possibile contagio.
Tutto questo per evitare di mantenere la legge vigente e fare la cosa più semplice e giusta, ovvero farla rispettare. Per inseguire il consenso di una ristretta minoranza, si rimette in discussione e in difficoltà una maggioranza silenziosa ma che, fortunatamente, sta proprio in questi giorni iniziando a muoversi e farsi sentire. Lo noto ogni giorno, personalmente, nei corridoi del nostro assessorato di via Ducale, dove sono sempre di più i genitori che incrocio nei corridoi e negli uffici che mi fermano per manifestare la loro preoccupazione per i propri figli. Non sono solo i cinquanta padri e madri di figli immunodepressi, ma tanti padri e madri che, pur senza una motivazione strettamente sanitaria, non tollerano più questo sciacallaggio culturale di discriminazione al contrario.
Anche se la sbandierata regola dei Cinquestelle duri e puri dell' “uno vale uno” è già naufragata da tempo, quella che stanno fornendo sugli obblighi vaccinali è una nuova contraddizione di questo principio degli esordi ormai archiviato nei fatti. Non solo “uno non vale più uno”, ma il 5% dei no vax vale addirittura più del 95% di tutte le altre famiglie”.